Continua da A73, A74. Detto questo, cerchiamo di esaminare gli elementi che influenzano la formazione di psicosomatismi e di cristallizzazioni. È indubbio che alla base dell’intero processo ci sia una mancanza di comprensione da parte del corpo della coscienza.
Come abbiamo esaminato negli anni, la costituzione dei vostri corpi transitori è una diretta conseguenza delle comprensioni che non avete ancora raggiunto: queste non-comprensioni indirizzano il corpo akasico a indurre la formazione dei corpi transitori proprio in base alle esigenze di comprensione (e, quindi di esperienza da affrontare nel corso della vostra vita) che avverte, stimolando la costituzione delle particolari caratteristiche fisiche, astrali e mentali che vi necessitano per trarre, dalle esperienze che affronterete, il maggior numero di informazioni utili per completare le sfumature di comprensione di cui il corpo akasico necessita per avanzare nella sua strutturazione.
Come conseguenza di questo concetto, il nostro percorso logico ci porta a fare la considerazione ovvia che il corpo della coscienza, per ottenere i corpi adeguati ai suoi bisogni di comprensione, deve per forza di cose presiedere direttamente all’attivazione della catena genetica nelle varie materie propria di ogni individuo, e che questa attivazione preordinata reca già in sé, per esempio, quegli elementi atti ad affrontare (e, magari risolvere) quello che noi abbiamo definito genericamente karma individuale.
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Infatti il karma, come sappiamo, è strettamente legato alle azioni che le incomprensioni delle vite precedenti (ma progressivamente anche quelle che si manifestano nel corso dell’esistenza attuale) hanno messo in atto nell’individuo incarnato sui presupposti sia di proprie mal comprensioni che di totali o parziali incomprensioni.
Quindi un primo elemento che incontriamo nell’esaminare le influenze e i meccanismi che contribuiscono a strutturare i corpi inferiori dell’individuo incarnato è proprio la sua catena genetica, il suo DNA, con quella sua combinazione tipica e personale di elementi attivati o disattivati, di cui abbiamo già parlato nel descrivere la formazione del carattere dell’individuo.
Se – per comodità di ragionamento e di visualizzazione – volessimo costruirci un’immagine, approssimativa ma esemplificativa, che possa aiutarci a capire quanto stiamo dicendo, potremmo paragonare il sistema akasico/corpi transitori/esterno dell’individuo a un flipper: l’akasico è il giocatore che lancia la pallina (le sue vibrazioni) nella tavola del gioco (i corpi inferiori), con l’obbiettivo di raggiungere un determinato punteggio (la comprensione).
Il percorso della pallina, però, non è libero da vincoli (come non lo è il passaggio della vibrazione) ma incontra degli ostacoli nel suo percorso che ne determinano la traiettoria successiva. Nel flipper classico il primo ostacolo è costituito, solitamente, da una serie di passaggi obbligati, ed è attraversando uno di essi che la pallina in base all’intensità della forza con cui è stata lanciata, inizia il suo percorso.
Per continuare nella nostra immagine questi primi passaggi potrebbero essere indicati – in maniera un po’ fantasiosa – come le caratteristiche del DNA individuale. A seconda di quali sono gli elementi del DNA con cui la vibrazione akasica entra in contatto, essa viene alterata o indirizzata (quindi condizionata) dalle vibrazioni attive in quella porzione di DNA attraversato.
Ricevuto questo primo “imprinting” la pallina entra davvero in gioco, trovandosi davanti all’intero piano di gioco del Flipper (i corpi inferiori) e il percorso che essa seguirà sarà una diretta conseguenza del percorso seguito all’inizio del gioco.
I tre corpi inferiori possiedono dei cammini preferenziali nell’espressione dell’individuo, determinati dalle possibilità espressive proprie del carattere dell’individuo, dando luogo – come abbiamo visto – all’estrinsecazione della personalità dell’individuo: in essi esistono percorsi veloci, percorsi faticosi, percorsi faticosamente contrastati.
Sempre facendo riferimento alla tavola da gioco del nostro flipper classico, possiamo individuare le possibilità di percorso della nostra pallina: vi sarà quella che esce direttamente dal gioco, magari senza ottenere neanche un piccolo punto di consolazione (nella nostra analogia possiamo identificare queste palline con un passaggio senza ostacoli delle vibrazioni emesse dal corpo akasico, vibrazioni che, evidentemente, fanno capo a comprensioni o a sfumature già acquisite e che, di conseguenza, fluiscono senza problemi all’interno dell’individuo incarnato).
Vi sarà quella che per ottenere punti dovrà fare determinati percorsi, inserirsi in cavità particolari e via dicendo, che rallenteranno il suo cammino ma le faranno guadagnare punti preziosi, vi sarà, infine, quella che picchierà cocciutamente contro i cilindri centrali, venendo deviata in maniera incontrollabile verso altri punti del flipper.
Questa, con un po’ di buona volontà da parte vostra, può essere immaginata come la rappresentazione degli psicosomatismi e delle cristallizzazioni: il percorso rallentato con i vari ostacoli che la pallina attraverserà ottenendo punti preziosi (ovvero elementi di comprensione) potrebbero essere gli psicosomatismi i quali influiscono sul percorso della pallina, tuttavia per il giocatore attento e reattivo finiscono con l’essere fonte di comprensione (cioè di accumulo preziosi di punteggio del nostro flipper).
I cilindri centrali, invece, potrebbero essere le cristallizzazioni che respingono quasi violentemente la vibrazione dell’akasico, impedendole di percorrere quella zona del flipper e respingendo la pallina con violenza lontano da sé.
Se proprio volessimo fare un’ultima osservazione, potremmo ancora dire che la pallina uscirà dal gioco lasciando in dotazione al giocatore un certo punteggio (elementi di comprensioni) dal quale il giocatore (l’akasico) riprenderà la sua partita partendo da possibilità di gioco diverse e, di conseguenza, lanciando la pallina (la vibrazione) con caratteristiche vibratorie differenti. Scifo
Molto chiaro l’esempio del flipper
Sì chiaro, fornisce ulteriori elementi di chiarificazione