Per fare un esempio banale, se la percezione del nero non venisse decodificata uniformemente all’interno di un gruppo si avrebbero percezioni di esso molto differenti da individuo a individuo e questo porterebbe ad interpretazioni simboliche non in accordo tra di loro, con la conseguenza, per l’individuo, di venirsi a trovare all’interno di una sorta di Torre di Babele in cui la comunicazione di tutti gli elementi che sono collegati alla simbologia del nero risulterebbe quanto meno difficoltosa se non addirittura impossibile.
Non va dimenticato, infatti, che la simbologia è sempre complessa e non riguarda un solo aspetto della realtà decodificata dall’individuo e, per restare in tema con l’esempio che abbiamo adoperato, il colore nero ha tra i suoi elementi di decodifica anche il riflesso dei pensieri e delle emozioni che la percezione di tale colore comporta: nella vostra società, per esempio, ad esso sono abbinate emozioni e sensazioni come la paura del buio, la paura della notte, il lutto, l’estremismo negativo comportamentale e via dicendo. Tutti elementi trasmettibili in comunicazione uniforme da individuo a individuo solamente se viene adoperato per la decodifica un dizionario comune: quello, appunto, interno al fascio vibratorio che dà forma a un Archetipo Transitorio.
Chiaramente, esiste comunque una parte di percezione soggettiva del nero collegabile alle capacità percettive e di codifica proprie dei corpi inferiori dell’individuo, tuttavia il dizionario simbolico fornito dall’Archetipo Transitorio di riferimento fornisce una base comune di decodifica che stabilisce non soltanto la percezione generale del colore da un punto di vista fisico, ma anche la base emotiva e mentale che contribuiscono ad arricchire e a completare l’aspetto simbolico della percezione del colore permettendo, in questo modo, la comunicazione tra individui, pur mantenendo intatte le variabili soggettive di percezione e di decodifica da parte del singolo individuo.
Giunti a questo punto, preferisco terminare qui questa mia piccola introduzione senza pretese dell’argomento che stiamo esaminando, sperando di non avervi annoiato troppo e di essere, comunque, riuscito a trasmettervi il concetto che – al di là delle apparenze – non si tratta di un argomento poi così semplice e banale come potrebbe sembrare a prima vista, per lo meno se si cerca di andare più in profondità sull’insieme degli elementi che stanno alla base della percezione del colore da parte dell’individuo incarnato.
Prossimamente esamineremo qualcosa che, immagino, vi coinvolgerà un po’ di più, ovvero la relazione tra la percezione del colore, l’atmosfera e quella che viene definita “aura” dell’individuo incarnato. Andrea
Interessante.
Molto utile porre l’attenzione sull’importanza della percezione soggettiva della realtà anche su un tema, questo dei colori che pare ovvio e scontato a tutti.
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