D – Tu una volta avevi detto, per quello che riguardava le persone che si erano conosciute già in una vita precedente, che la parte più alta di noi ricorda in qualche modo queste esperienze passate (il resto è confuso, ndr).
A parte il fatto che non mi ricordo di aver detto qualcosa del genere, e questo è grave: vuol dire che sto invecchiando anch’io! Cosa posso aver detto?
Posso aver detto che quando c’è stato un legame con delle persone in vite precedenti, questo legame a cos’è dovuto?
È dovuto a delle esperienze fatte in comune con queste persone; ora voi sapete che ogni tipo di esperienza, in realtà, può essere riconducibile a un tipo di vibrazione, un tipo di vibrazione che risale lungo l’individualità fino ad arrivare a trascriversi nella coscienza, nel corpo akasico, contribuendo a una comprensione.
Questa vibrazione, che individua la comprensione di questa esperienza, è una caratteristica che resta tipica dell’individuo – tipica proprio come vibrazione – e siccome l’esperienza è stata vissuta assieme a un’altra persona, questo tipo di vibrazione vibra in qualche modo anche nell’altra persona, quindi vi è un collegamento vibratorio tra le persone che, da solo, basta a far riconoscere all’altra persona, anche quando magari ha assunto un altro corpo e c’è un’altra incarnazione, questo legame che c’è stato. Quante volte voi vi sentite attratti o respinti da una persona che magari incontrate per la prima volta, senza aver nessun motivo! Vi capita spesso a tutti quanti, questo.
Questo accade proprio per questa affinità di vibrazione per cui – evidentemente – c’è stata un’esperienza vissuta in vite precedenti, vissuta in comune, positiva o negativa, perché non è detto che soltanto quella positiva abbia insegnato qualcosa, e questa vibrazione risuona dentro di voi e anche nell’altra persona che l’ha vissuta.
Ora, se l’esperienza è stata positiva, utile, se ha fruttificato bene per entrambe le persone, vi sarà questa attrazione vibratoria inspiegabile razionalmente da ognuno di voi; se invece l’esperienza sarà stata vissuta in modo negativo ecco che la vibrazione sarà discordante, simile ma discordante, vi sarà questo senso di fastidio o di ritrosia nel collegarsi con l’altra persona. Sono stato chiaro?
D – Allora faccio una domanda anch’io adesso. Io ho avuto comunicazione nel Cerchio Firenze 77 in modo anche clamoroso con un apporto molto significativo, della mia vita precedente e qua, proprio al Cerchio Ifior, mi è stata confermata quella realtà, e mi è stata confermata anche da altre parti.
Ma io, per quanto abbia letto e abbia pensato a quello che sono e che io sarei stato nella vita precedente, non riesco a trovare nessuna affinità sotto nessun punto di vista. Mi sono letto anche i relativi libri, ma non è emerso assolutamente nulla, mentre invece una volta mi è stato detto che qualcosa che io non so trovare ci dovrebbe essere. È sempre misteriosa la cosa o posso sperare un giorno di sapere qualcosa?
Mio caro, qualcosa c’è senz’altro! Diciamo che è difficile fare un collegamento; anche sapendo di essere stato un’altra persona in una vita precedente è difficile trovare dei punti veramente in comune nei comportamenti, perché il modo come si presenta l’individuo allorché si incarna è dovuto ai suoi bisogni evolutivi, quindi la sua personalità è legata ai bisogni di quel momento, che sono diversi da quelli per cui si era incarnato precedentemente.
Ci può essere però, tuttavia, un certo filo logico, specialmente per quello che riguarda determinate cose che allora non si erano comprese e che, evidentemente, non sono state comprese ancora adesso e son questi i punti in cui può essere possibile riconoscersi.
La difficoltà è che, essendo diversi i tempi, la mentalità, i costumi e via dicendo, non è molto facile fare un parallelo tra una personalità di allora e una di adesso.
Se, per esempio, io dovessi fare un parallelo tra quella tua personalità precedente e quella attuale, basterebbe pensare all’insoddisfazione, per esempio. Questa continua insoddisfazione e ansia che allora possedevi e che ancora adesso possiedi, perché allora come adesso ti senti incompiuto, incompleto, insoddisfatto e vorresti aver fatto di più di quello che hai fatto fino a questo momento.
D – Sì. Mi è stato ripetuto che riuscirò a finire il programma che devo svolgere e io sono soddisfatto.
Ma pensa che dramma per te se, nel momento che concludi il programma, ti accorgessi che non era proprio “quello” che volevi! Vuol dire che, in realtà, non sei proprio sicuro che sia quello il tuo vero interesse alla fin fine e, d’altra parte, tu sai – secondo l’insegnamento – che non può essere veramente quello.
Il vero interesse non può essere che quello di comprendere e arrivare alla verità, non quello di divulgare. (R.: Ah be’, senz’altro.) Quindi, senza dubbio, ognuno di voi che si prefigge un programma così preciso, alla fine una puntina di delusione la trova sempre.
D – Può essere utile in questa vita sapere – giusto per capire anche lo scopo della nostra vita attuale e quindi realizzarlo – sapere chi eravamo in qualche vita passata?
Ma guarda, cara, io direi che – secondo me – è assolutamente inutile.
Proviamo a ragionare un attimo su un’ipotesi: supponiamo che tu sia stata – che so io Cleopatra. Non è così, lo dico subito, ma supponiamo per un momento che tu sia stata Cleopatra, e di Cleopatra – tutto sommato – si conosce abbastanza della sua vita, pur con tutti i romanzi e le fantasie che son stati creati attorno.
Ora, cosa pensi che ti potrebbe servire sapere di essere stata quella persona quando quella persona aveva interessi diversi, personalità diversa, stato sociale diverso, motivazioni diverse, costumi diversi e via dicendo?
Bisognerebbe che tu riuscissi a sapere cosa pensava e cosa sentiva interiormente Cleopatra, allora potresti fare un parallelo tra il suo sentire e il tuo sentire, però ricorda una cosa: le cose che Cleopatra allora non aveva compreso tu potresti nel frattempo averle comprese e quindi non ti servirebbe a niente sapere queste cose, e quelle che tu non hai compreso e lei non aveva ancora compreso sono sempre patrimonio tuo, quindi non ti aiuterebbero lo stesso.
D – Però certe esperienze che di volta in volta vengono tralasciate perché magari in una vita si riescono a comprendere alcune cose e altre no, magari ci vogliono altre incarnazioni, attraverso magari la comprensione di quelle vite passate proprio vedere – dico io, magari sbaglio – come un filo conduttore che di vita in vita si porta avanti.
Ma è lì il problema, quello che hai detto tu; perché non è possibile che tu, come S., adesso, possa comprendere quello che doveva comprendere il tuo Io precedente!
Siete due Io diversi, molto diversi; quindi tu non puoi comprendere quello che avrebbe potuto comprendere Cleopatra, perché tutti i tuoi corpi inferiori – quelli che sono usati per ottenere i dati, le percezioni per arrivare alla comprensione – sono totalmente diversi.
È soltanto a livello di corpo akasico, forse, che si può fare questo parallelo, ma a livello di corpi inferiori senza dubbio no.
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D – Questa attrazione o repulsione nei confronti degli altri, parte sempre dall’akasico o c’è anche qualcosa che riguarda – che ne so – l’estetica?
Ah be’, io parlavo di un caso limite riferito a quanto stavamo dicendo, ma vi sono tantissimi fattori; anche soltanto fattori semplicemente sociali, di costumi sociali, di abitudini sociali. Quante volte vi si avvicina un drogato a chiedervi qualche cosa e voi subito vi allontanate sentendo magari un senso di repulsione; questo non è perché in qualche vita precedente c’era stata un’esperienza in comune negativa, ma semplicemente perché magari avete interiorizzato l’immagine negativa che è data dalla società a quel tipo di persona.
Quindi non è molto facile poter dire – al di là dell’esempio concreto e preciso – quando si tratti di qualcosa risalente a una vita precedente e quando si tratti di una motivazione sociale, psicologica o interiore del momento dell’individuo.
A volte ci sono persone che, da un momento all’altro, vi sembrano simpaticissime o antipaticissime e questo è chiaramente dovuto non alla persona stessa, ma a come si muove la vostra interiorità in determinati momenti, ai bisogni che avete e che quella persona magari soddisfa o non soddisfa.
D – Ci sono molti che sono accaniti in ricerca di qualcuno che dica loro chi sono stati in una vita precedente. A me è stato detto, è stato ripetuto – come ho detto prima – io so chi dovrei essere stato (uso sempre il condizionale perché sono sempre prudente) però di saperlo non me ne importa niente. Come mai a me, che non importa niente, è stato detto e ripetuto e ad altri, che fanno tanto per saperlo, viene taciuto?
Perché tu, mio caro, non ti aspettavi di essere stato un grande personaggio, di essere stato un grande maestro, di essere stato – che so io – uno degli apostoli, e via dicendo, mentre tutte queste persone vanno alla ricerca di una vita precedente quasi sempre perché sperano di ricavare prestigio e gratificazione da questa scoperta; tanto è vero che, il più delle volte, sono (caso strano!) sempre stati dei grandi personaggi!
D – Però quello che sono stato io era un contadino, ma era una persona molto in gamba, che ha fatto storia.
Sono esistiti anche i personaggi che han fatto storia, quindi qualcuno sarà stato quel dato personaggio che ha fatto storia, ma tutti gli uomini hanno fatto storia, in realtà; non è il fatto che uno sia stato scritto su un libro, o abbia fatto qualcosa di apparentemente importante dal punto di vista sociale, che possa metterlo al di sopra degli altri!
D – Io penso addirittura che fosse più evoluto di me!
No, questo penso proprio che non sia possibile! Con questo, non che tu abbia una grandissima evoluzione, ma nel senso che senza dubbio – se è vero che nel passaggio da un’incarnazione all’altra l’evoluzione aumenta – tu non puoi essere che di evoluzione maggiore di quell’altro individuo.
D’altra parte tu non sai, tu vedi le azioni che ha compiuto quell’altro individuo ma non sai le motivazioni con cui le ha fatte; mentre tu sai che per l’evoluzione è importante l’intenzione con cui viene fatto ciò che si fa, e tu – si può dire quello che si vuole – in questa vita, malgrado certi aspetti egoistici, certi perché di appagamento del tuo Io, vi sono molte buone intenzioni in quello che fai.
Probabilmente il tuo Io precedente non aveva le stesse buone intenzioni.
Magari, tutto sommato, sì, faceva qualcosa per il popolo, ma intanto badava anche bene a fare molto per se stesso.
D – Quindi l’evoluzione va di pari passo con l’altruismo, con l’intenzione altruistica?
Con l’intenzione altruistica, senza dubbio, sì.
D – Io vorrei portare una piccola testimonianza per quanto riguarda la vita precedente. Mi è stato detto – molto imprudentemente, penso – che sono stata un assassino, in una vita precedente. Io vorrei dire a quelli che ricercano qualche cosa da qualche vita precedente, di essere molto prudenti visto che mi sto portando un senso di colpa che è una cosa…
Certamente, certamente questo è un altro grosso rischio che si corre. L’altro grosso rischio è che, se voi pensate a tutte le responsabilità che avete in questa vita, e non sono poche, se vi doveste aggiungere – e potrebbe anche essere, se il vostro stato di coscienza è abbastanza evoluto – la conoscenza di ciò che avete fatto nelle vite precedenti (l’abbiamo sempre detto), non riuscireste più a vivere, a quel punto, oppressi dalla responsabilità, sapendo tutte le persone che avete ucciso, tradito, derubato, maltrattato, oltraggiato, violentato… e chi più riesce a trovare aggettivi, verbi, più ne aggiunga!
D – Vorrei anche dire che, in realtà, all’inizio dell’evoluzione siamo stati un po’ tutti assassini, perché è proprio questo l’inizio, no?
Non può essere che così; per imparare a non uccidere purtroppo bisogna uccidere.
D – Quindi non serve assolutamente farsi dei sensi di colpa per cose che sono ormai lontane da noi, cioè lontane anche se fanno parte del nostro…
Sì, certamente non serve; ma, d’altra parte, sono sempre reazioni del proprio intimo, quindi non è che si possa dire a quella persona: “Tu non farti un senso di colpa”; se quella persona lo sente come un senso di colpa indubbiamente c’è ancora qualcosa da capire in proposito, e quindi qualcosa da smuovere e da portare avanti come comprensione. Georgei
Argomento questo, sul quale più volte si torna. Sempre interessante, grazie.
Non posso che concordare con quanto detto da Georgei. Abbiamo così tanto da esperire ed impare in questa vita che non vedo il senso di andare a curiosare nelle vite precedenti. Sappiamo che per evolvere viviamo ogni tipo di esperienza, e questo basta.
Si sappiamo che per evolvere viviamo ogni tipo di esperienza,
Decisamente è meglio non sapere cosa
abbiamo combinato.
A volte mi è capitato di pensare a che tipo di legame mi ha legato o mi lega alle persone con cui ho o ho avuto a che fare in questa vita.
Forse perché penso possa essere utile a comprendere meglio la relazione e i tipi di legami che si instaurano.
In realtà non è così importante. C’è quello che c’è ora ed è utile alle comprensioni di oggi.
Io ho sempre creduto alla reincarnazione ma fino a 12anni fa’ non mi interesavo di capirne di più,ma dopo la morte di mia figlia che aveva solo 21anni è iniziato il mio percorso ne Ho voluto sapere sempre di più ho fatto regressione solo per capire perché dovevo fare questa esperienza così drammatica in questa vita, è ho scoperto che in altre vite mi ero sucidata senza capire il dolore che provocavo agli altri ,e in questa vita dovevo soportare e proseguire è sono rimasta non ostante tutto 🙏