Ascoltandovi è risultato evidente che avete molta confusione nelle vostre menti in merito al sentire; è stato facile rilevare quanto questo sentire sfugga poi, in realtà, alla comprensione di tutti voi. La maggioranza di voi si è soffermata a cosa fare?
A spiegare il sentire spiegando, in realtà, una sua teorica manifestazione. Questo perché, evidentemente, non eravate in grado di definire che cosa sia il sentire. Scifo
D – Si è parlato di vibrazioni, di piani di esistenza e di varie materie, ma il sentire per esempio come potrebbe essere collegato? Cos’è il sentire in relazione ai piani di esistenza, alle varie materie che li compongono?
Indubbiamente il sentire è una delle vibrazioni principali che governa la manifestazione dell’individualità all’interno dei tre piani che costituiscono quella che è l’incarnazione dell’individuo, ovvero i piani successivi: mentale, astrale e fisico.
D – Cioè il sentire è… tu dici l’akasico…
Sì, certo.
D – Ma l’altro sentire, il sentire dei piani più spirituali, cioè il sentire che viene dall’Assoluto….
Ma noi stiamo parlando del sentire che viene dall’individuo, intanto, e questa è una cosa che forse alcuni di voi tendevano a mescolare. Certamente vi è un sentire assoluto, quello che – per il fatto stesso che è assoluto – non può che essere definibile come Dio, il quale è il massimo sentire.
Tutti voi, uno per uno, invece, andate costituendo un sentire che è soltanto una parte del vero sentire, quel sentire cioè che vi permette di abbandonare la necessità reincarnativa all’interno del piano fisico, e questo sentire viene costituito all’interno del piano akasico come il nuovo corpo che voi assumerete allorché passerete ad un nuovo ciclo evolutivo attraverso altre materie sconosciute, per ora, a voi. E qua la cosa si complica.
È rimasta, comunque, insoluta la domanda: “se un ignaro si presentasse a voi chiedendovi che cos’è il sentire, cosa intendete per sentire, voi cosa rispondereste?”. Una verità accettabile e persino (come dicevo in quel messaggio) comprensibile per chi non sa, non mi sembra di averla ascoltata.
D – Io posso dire quello che ho letto, che non è roba mia: il sentire è coscienza raggiunta.
Sì, sinceramente non posso dire che non sia così, però, forse, la domanda successiva è: “cosa intendi per coscienza raggiunta?”.
D – Mi sembra che sia possibile dire “il grado di coscienza di una persona”.
A parte il fatto che dire “il grado di coscienza” o “di sentire” non cambia molto, resta sempre il problema che il termine “coscienza” dall’ignaro può essere interpretato diversamente a seconda che sia di destra, di sinistra, di centro, di alto, di basso e via e via e via.
[…] Però c’è una considerazione che vi voglio lasciare, e non la faccio sotto forma di domanda, per non aggravare la massa di domande cui, ho sentito, vi siete presi l’impegno di rispondere.
L’assassino, quello che per esempio, schiaccia con l’auto un’altra persona e la uccide, o una persona che per cattiveria, o per malizia, schiaccia il piede come sto facendo io in questo momento a qualcuno, ha uno stato di coscienza! Bene, creature, anche l’assassinio, in realtà, è un sentire! Pensate alle conseguenze di questo e, forse, vi si potrà chiarire meglio tutta la situazione. Scifo
D – Dicci qualcosa sul sentire: una definizione di sentire per coloro che non sanno e che ci chiedono.
Dunque se qualcuno mi chiedesse che cos’è il sentire di cui si parla così spesso… ehm, uhm… cioè … ah come vi capisco!
Forse sarà meglio aspettare che lo dicano loro, che dicano qualcosa di comprensibile, perché poi, oltretutto, lo vogliono comprensibile! Se ci pensate bene il sentire che cos’è: è una sensazione (qualcosa di ancora più difficile di una sensazione: è già difficile spiegare una sensazione, figuriamoci il sentire che è una super sensazione) una sensazione del corpo akasico, in realtà, perché è un senso del corpo akasico… Zifed
D – Sì, però ad una persona che non ne sa nulla non puoi dire così perché poi ti chiede che cos’è il corpo akasico…
Si può mettere in termini religiosi, dicendo, che so io, il sentire in realtà non è altro il livello che ha raggiunto la tua coscienza.
D – Sì ma Scifo ha detto, coscienza di destra, di sinistra etc.
Ah come cavilla sempre Scifo!
Allora diciamo: il sentire è il livello a cui è arrivata la tua evoluzione, e l’evoluzione non può essere di destra o di sinistra.
D – Riguardo al sentire era stato chiesto a noi di pensare i collegamenti esistenti tra il sentire, il libero arbitrio e l’evoluzione e tutte queste concatenazioni. Ecco, alla luce di quanto tu hai detto adesso, io ho pensato questo: diciamo che il sentire è legato all’evoluzione in quanto il sentire fa parte del piano akasico, quindi più un’individualità è evoluta, riceve, forse il sentire più direttamente.
Chiariamo un attimo questo punto, altrimenti gli altri non riescono a comprendere quanto tu hai affermato.
Come dicevi poco fa, il sentire appartiene al corpo akasico dell’individuo, è uno stato di coscienza di questo corpo akasico, ed è strettamente correlato a che cosa?
A quella che noi abbiamo definita come organizzazione del corpo akasico, ovvero, il sentire dell’individuo corrisponde a quanto il suo corpo akasico è organizzato e quindi a quanta capacità d’espressione ha.
Si può, in un certo senso, affermare che il sentire è un senso del corpo akasico, il principale. Zifed
Ora, senza dubbio, in questa chiave si può osservare quanto tu hai affermato; ovvero: maggiore è il sentire dell’individuo, maggiore, di conseguenza, è la strutturazione, l’organizzazione del corpo akasico, e più forti sono gli impulsi che può inviare verso il suo corpo fisico e quindi più facilità vi è che questo sentire riesca ad arrivare meno inquinato e ad esteriorizzarsi meglio all’interno del piano fisico.
Moti
Letture per l’interiore: ogni giorno, una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp.
(Solo lettura, non è possibile commentare) Per iscriversi
Aforismi del Cerchio Ifior, il mercoledì su Facebook
Politica della privacy di questo sito da consultare prima di commentare, o di iscriversi ai feed.
Quando parliamo di fuoco interiore, di spinta, ci riferiamo probabilmente a quanto il sentire spinge sui nostri corpi inferiori.
Facciamo bene a domandarcelo in modo neutrale, ovvero senza giudizi ne’ sensi di colpa perché il sentire è un dato acquisito che non si può forzare o millantare.
In una comunità credo possano convivere sentire di diverso grado finché quelli più bassi non sono di ostacolo. Difficilmente quelli più alti divengono insopportabili per gli altri perché la maggior compassione dei più evoluti credo li induca a fare sì da pungolo per gli altri ma senza alzare troppo l’asticella verso obiettivi che non sono alla loro portata.
Ecco allora che i sentire più evoluti possono realizzare di avere due officine. Una con i propri fratelli del cammino e un’altra, forse, in solitudine o con pochi. È così?
L’unica definizione che riesco ora, a dare de Sentire è un’intuizione che affiora dal profondo e che non mi appartiene. Non è mia perché non è condizionata dal mentale o dall’emozione. Quanto pura sia, non so. Troppa poca dimestichezza per ora, ma sufficiente per alimentare la fiducia.
Un bel ripasso perchè definire non è facile, soprattutto in questo caso.
Esempio di quanto sia difficile articolare a parole, qualcosa che è si conosciuto e sperimentato, ma sul quale non ci si è sufficientemente interrogati.