Domanda – Il vostro intervento all’interno di un gruppo ha una relazione col karma? Quale legame c’è tra il karma e lo spirito guida?
È evidente che noi, se davvero siamo entità di una certa evoluzione, non possiamo fare altro che intervenire seguendo quelli che sono i vostri bisogni karmici. E questo è comprensibile e spiega perché talvolta, quando ci fate domande strettamente personali, noi non solo non possiamo ma addirittura non vogliamo rispondervi: questo accade per rispettare i vostri bisogni di comprensione e per rispettare la vostra possibilità di andare incontro al karma che avete bisogno di vivere per acquisire comprensione.
In realtà nessuna delle entità che si presenta, sia essa poco o molto evoluta, può intervenire presso di voi o su di voi al di fuori di quelle che sono le vostre esigenze karmiche di comprensione in quanto, anche se un’entità di bassissima evoluzione si presentasse e cercasse di agire presso di voi in modo da stornare in qualche maniera il vostro karma, o da farvi andare verso un’esperienza che non dovete compiere, certamente questa entità non riuscirebbe a fare ciò che vuole fare; quanto meno voi non le dareste retta e le cose andrebbero in maniera ben diversa da ciò che essa avrebbe tentato di fare.
Il problema è dove si pone lo spirito guida in questo discorso: Bene, si pone nel punto che ho appena spiegato e contribuirebbe a far sì che voi non seguiate la strada che non vi appartiene.
Lo spirito guida ha, per forza di cose, una evoluzione maggiore dell’individuo che deve guidare, altrimenti non potrebbe guidarlo.
Questo cosa sta a significare? Che il suo corpo akasico possiede una comprensione maggiore, d’accordo? E che, per poter guidare l’individuo deve avere, quanto meno, tutta la comprensione che l’individuo ha già, più qualche comprensione aggiuntiva.
Certamente questo non lo metterà in condizione (in tutti i momenti e in ogni esperienza che dovrà fare il suo guidato) di poterlo guidare nel modo giusto verso l’esperienza che deve compiere, poiché non ha la comprensione adatta per poterlo veramente guidare, sempre e comunque, in qualsiasi occasione, giusto? Scifo
D – Non è chiaro..
Allora cerchiamo di fare una ricapitolazione del discorso.
Abbiamo detto che l’individuo che deve essere guidato possiede una certa comprensione, e l’entità che lo deve guidare possiede una comprensione maggiore, altrimenti non potrebbe guidarlo; però abbiamo anche detto che questa comprensione è soltanto in parte maggiore, non è totale, giusto? Allora, non essendo totale può capitare l’occasione in cui lo Spirito Guida non sia con una tale comprensione interiore da poter veramente aiutare il suo guidato in quel particolare frangente.
Se ricordate, avevamo già detto in passato che lo Spirito Guida non è lasciato abbandonato a se stesso, ma che vi sono altre entità che osservano quanto sta combinando, proprio per evitare questi problemi, in quanto lo Spirito Guida, nel compiere il suo lavoro (nulla viene sprecato nella Realtà, nell’universo, nella totalità delle cose) contemporaneamente deve imparare, acquisire da questa sua esperienza di guida degli elementi che poi, a sua volta, sperimenterà allorché s’incarnerà ancora. Esistono, dunque, altre entità di maggiore evoluzione, che controllano il giusto svolgersi di ciò che accade.
Questo, se ci pensate bene, si riallaccia a quanto avevamo detto prima a proposito delle entità poco evolute, cioè che nessuna di esse riuscirà a fare qualche cosa che vada contro la necessità di esperienza, e quindi di karma, dell’individuo.
Questo perché? Perché sempre le entità dei piani superiori interverranno per far sì che esse possano agire contro i bisogni di esperienza dell’individuo incarnato. Scifo
D – Ma allora anche le entità disincarnate possono fare esperienza? Mi sembrava che aveste detto di no!
Se avete ancora dei dubbi è perché non avete ancora ben compreso cosa intendiamo noi per esperienza: l’esperienza è semplicemente l’acquisizione di dati all’interno dell’individuo.
Questo cosa sta a significare? Che perché l’acquisizione di dati possa veramente servire all’individuo, è necessario che essa venga verificata, in pratica, per vedere se vi è stata davvero acquisizione interiore attraverso lo sviluppo di questi dati o se vi è stato solo un passaggio cognitivo, una conoscenza dei fattori.
Le entità hanno la possibilità di acquisire dati ma a livello di conoscenza: i dati acquisiti non portano loro comprensione perché la comprensione arriva dall’interezza dell’individualità e dalla sperimentazione di ciò che il corpo akasico ha acquisito, attraverso l’incarnazione.
L’acquisizione di questi dati cognitivi, comunque, possono favorire l’evolversi successivo dell’entità ma non solo: hanno influenza anche sull’evolversi della razza. Come?
Se ricordate, in passato avevamo detto che un’entità sul piano mentale ha la possibilità di studiare, leggere, conoscere qualsiasi cosa che le interessi, limitatamente allo scibile umano nei millenni, quindi può mettere una conoscenza non indifferente nel suo patrimonio cognitivo, a disposizione di uno dei se stesso che s’incarnerà successivamente. Ciò significa che in una vita successiva avrà queste conoscenze più facilmente a portata di mano, se verrà il momento, la possibilità, l’occasione di usarle.
Pensate a quegli scienziati che di punto in bianco (magari attraverso un sogno) trovano delle spiegazioni scientifiche che non avevano mai immaginato, spiegazioni che poi verificano riuscendo a metterle in pratica e poi a portarle a disposizione di tutta l’umanità! Questo accade perché l’individualità, nel dopo-morte, aveva avuto la possibilità di andare a conoscere e a verificare determinate cose che sono rimaste impresse nella sua conoscenza e che ritrova al momento giusto. Scifo
(Volendo approfondire il tema dello Spirito Guida vi suggerisco la lettura di questi testi del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77.
Ho in mente delle affermazioni di Kempis, Cerchio Firenze 77, che assimilano lo Spirito Guida alle funzioni dei corpi spirituali di ciascuna individualità, ma purtroppo non ritrovo il volume in cui sono contenute. Ndr)
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