Padre, Padre mio,
ancora una volta hai permesso che la Tua voce giungesse a me attraverso i Tuoi messaggeri, ed ancora un’altra tristissima volta, Padre mio, io mi chiedo a quanto tutto questo mi possa servire, osservandomi nella vita di tutti i giorni in cui dimentico i momenti di serenità, i momenti di pace, i momenti quasi di beatitudine e divento l’essere meschino che continua sempre e soltanto a pensare a se stesso, e non sa rivolgere lo sguardo attorno per asciugare anche una sola lacrima ad un proprio fratello.
Padre mio,
a cosa servono questi Tuoi messaggeri quando io vado nel mondo spinta soltanto dal desiderio di guadagnare, di possedere, di mettere in mostra il mio Io, di fare opere d’arte, di scrivere, di parlare, di far godere gli altri di queste mie capacità quando Tu, invece, attraverso i Tuoi messaggeri, mi insegni l’umiltà, la semplicità, mi insegni a godere anche del solo silenzio?
Padre mio,
è inutile che Tu continui ad inviarmi queste voci, è inutile che Tu cerchi di farmi maturare, perché io continuo inevitabilmente ad essere l’uomo egoista che ancora oggi sento dentro di me.
Se solo Tu potessi aiutarmi, Padre mio, se solo Tu fossi in grado di darmi un’indicazione, ma non soltanto semplicemente attraverso queste voci che restano voci e basta, ma direttamente con qualcosa di vero e di tangibile che mi gratifichi in qualche modo nel mio Io più profondo, allora anche io, Padre mio, riuscirei a sorridere veramente.
Non più parole quindi, Padre mio, ma qualcosa di più. Grazie. Viola
Figlio mio,
tu ti aspetti da me ciò che io non voglio fare,
tu ti aspetti da me che io dia corpo ai tuoi desideri,
che io accontenti i tuoi bisogni,
che io appaghi ciò che tu vuoi non soltanto pregando
ma esigendo addirittura che io faccia ciò.
Eppure, figlio mio,
se io ti ho dato una mente è stato perché
tu imparassi ad usare questo strumento così sensibile che io per te ho creato,
è stato affinché tu riuscissi ad impadronirti della logica
e – attraverso la logica – rendere più giusti, più veri, più indirizzati verso me i tuoi pensieri e i tuoi desideri.
Se tu ti ascoltassi, figlio mio, allorché chiedi, implori e pretendi,
se tu stessi attento all’assurdità delle tue parole,
se tu usassi le tue parole per vagliare con attenzione ciò che tu dici,
stai pur certo, figlio mio, che il tuo viso diventerebbe rosso e taceresti.
Pensi davvero che io possa fare per te ciò che tu stesso non riesci a fare?
Pensi davvero che riuscirei a convincerti senza arrivare alla costrizione?
Perché nessun individuo può essere veramente convinto contro la sua volontà.
Pensi davvero che io per te potrei creare qualche fenomeno meraviglioso, inaudito e strabiliante
che possa far breccia nel tuo non credere,
che possa far sì che tu da un momento all’altro trovi la fiducia non soltanto in me
ma addirittura in te stesso?
Io ti garantisco, figlio mio,
che per quante meraviglie per te abbia posto nel mondo,
per quante meraviglie per te abbia posto su quei piani che tu non conosci,
per quante meraviglie io, soprattutto, figlio mio,
abbia posto al tuo interno, non ve n’è nessuna
che possa essere per te convincente se tu non vuoi essere convinto.
La tua preghiera, quindi,
figlio mio, è raccattata dal vento
ma è dal vento dispersa.
E la mia risposta, figlio mio,
io l’ho affidata al vento
ma tu non sei stato capace di afferrarla. Scifo
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Chiedere e pretendere forse vengono anche dall’identificarsi come vittima..
Questo delegare altri, mi pare sia come accusare qualcun altro quando invece è sempre responsabilità nostra…a volte ahimè, ancora me ne dimentico!
Grazie
La mente cerca le prove. Se non si è identificati con la mente non si avverte nessun bisogno di trovare delle prove. Si vive e basta perché la realtà che si presenta non ha bisogno d’altro.
Saggezza infinita
Ho tutto ciò di cui ho bisogno! È mia responsabilità mettere a frutto le potenzialità che la Vita mi ha messo a disposizione.
Tutto dipende da noi