Come il corpo astrale modifica l’intento mentale

Questa sera avete parlato di «mente» facendo forse un po’ di confusione, poiché non avete poi ben chiaro quello che noi si intende per «mente». Ecco così che, per alcuni di voi, la mente è stata assimilata al vostro cervello, da altri è stata assimilata al processo mentale, da altri è stata assimilata ai meccanismi del corpo mentale, ma che cos’è – in realtà – che si può intendere per «mente»?

Per mente si può intendere (relativamente all’individuo, naturalmente), tutto l’insieme della materia che viene raggiunta dalle vibrazioni del corpo mentale dell’individuo, quindi dall’atmosfera del suo corpo mentale all’ambiente in cui questa mente è inserita.

Ora è un’accezione molto più vasta di quella che voi avete cercato di portare avanti questa sera; inoltre c’è da considerare che l’insieme di questi elementi può essere osservato da due punti di vista diversi, specialmente se si cerca di esaminare quell’attributo di furbizia, che era il tema del vostro discutere.

Pensateci un attimo, creature: il corpo mentale può mai essere furbo? La qualità della materia mentale dell’individuo – e, quindi, del suo corpo mentale – sono qualità strettamente logiche e razionali, sono qualità che fanno sì da mettere in moto all’interno del corpo mentale dell’individuo, quei processi che, assumendo i dati dalle esperienze fatte all’interno del piano fisico, sotto la spinta verso una meta indicata dal corpo akasico, agiscono in maniera tale da creare dei percorsi logici per far trovare delle conoscenze prima e delle comprensioni poi… a chi?

Le conoscenze al corpo mentale e, chiaramente, le comprensioni al corpo akasico, giusto? In questo meccanismo non vi è furbizia, non vi può essere furbizia, non vi può essere spazio per la furbizia, poiché questi processi razionali e logici della mente non agiscono per un tornaconto particolare, ma agiscono verso un indirizzo che viene dato dal corpo akasico.

Ora voi direte: «allora è il corpo akasico che è furbo». Neppure il corpo akasico è furbo, perché non agisce per un tornaconto, per ottenere qualche cosa, agisce semplicemente spinto dalle necessità interiori di allargamento della propria coscienza per arrivare ad abbracciare sempre di più la realtà di se stesso quindi anche di tutto ciò in cui egli è immerso.

L’aggettivo furbo, quindi, non può essere attribuito ad altra parte della sfera mentale dell’individuo e dell’ambiente mentale dell’individuo, che non sia quella relativa all’Io.

Ecco dov’è che si può trovare la vera furbizia, quella furbizia che veramente è indirizzata verso un vero tornaconto, quella furbizia che veramente fa sì da aggirare le scelte quando le scelte sono scomode, quella furbizia che fa fare «figli e figliastri», che fa decidere se qualcosa è buono o se qualcosa è cattivo per l’interesse di un momento, se qualcuno è simpatico o se qualcuno è antipatico per l’appagamento o meno che può dare all’Io stesso.

Ecco quindi, come vedremo poi più avanti quando parleremo del corpo mentale nella sua complessità, che un conto è il corpo mentale con i suoi processi, e un conto è come questo corpo mentale si manifesta allorché arriva a espletarsi all’interno del piano fisico in cui l’individuo, cui quel corpo mentale appartiene, si attiva.

Naturalmente dovete tener presente che i processi logici e razionali del corpo mentale nell’arrivare a crearsi un percorso per arrivare alla manifestazione sul piano fisico, passano attraverso le vibrazioni astrali, quindi alle vibrazioni delle emozioni, del desiderio, e passano anche attraverso le percezioni del corpo fisico, contribuendo, assieme a quelle astrali e a quelle fisiche a costituire quell’illusorio fantoccio che noi abbiamo definito «Io». 

È chiaro quindi, che le vibrazioni astrali con il desiderio modificano le vibrazioni mentali indirizzando il ragionamento della mente, e quindi dell’organo preposto a ricevere gli influssi della mente sul piano fisico, ovvero il cervello, verso comportamenti che tendono a esaudire i desideri e a seguire o a rifiutare le emozioni; facendo sì che, alla fin fine, l’Io si manifesti con tutta la sua presunta furbizia all’interno del piano fisico.

E voi, creature, voi che vivete le vostre vite di tutti i giorni, se doveste giudicarvi, se doveste osservarvi e descrivervi, quale sarebbe la descrizione di voi stessi, ma una descrizione spassionata? Scifo

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Mariela

Questa riflessione è molto utile perché ci ricorda come l’identità sia colei che tiene i fili di tutta la nostra realtà illusoria. Conoscere questi concetti serve a capirli e poi lasciarli andare.

Nadia

Interessante, grazie.

Catia Belacchi

Utile rileggere argomenti conosciuti per non scordar i come “funzioni amo” come individui.

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