Ciò che accade prima dell’incarnazione umana: istinto, vibrazione, imprinting [IF34focus]

Qualcuno si ricorda come abbiamo definito l’istinto?
E’ quella spinta che proviene da… (da dove non l’abbiamo ancora detto) dall’inconscio – ma questo è un termine molto generico, voi lo sapete – e che fa agire l’individuo al di là del suo pensiero e persino della sua stessa volontà in determinati comportamenti.

Una spinta che – non lo abbiamo detto chiaramente, ma era intuibile dal discorso – nasce non al momento della nascita ma in qualche momento precedente. E poi abbiamo cercato di fare il solito lavoro che ci trasciniamo avanti da anni, ovvero di esaminare questo discorso dell’istinto per cercarne tracce sui vari piani di esistenza e, per far questo, siamo partiti dalle incarnazioni dell’individualità, partendo per prima cosa dall’incarnazione nel regno minerale per vedere se si può parlare d’istinto per quanto riguarda il minerale. 
La conclusione è stata che non è possibile.

Allo stesso modo, abbiamo detto che l’istinto – così come lo intendiamo noi – non può essere riscontrato neppure nelle forme vegetali e che anche quegli atteggiamenti, quei comportamenti che sembrerebbero indicare un istinto, in realtà sono soltanto comportamenti dovuti a quelle leggi della materia necessarie, all’interno della materia, per far andare avanti il Disegno Divino anche allorché della materia akasica non influisce sulla realtà fisica indirizzandola, condizionandola in qualche modo.

Vi rendete conto, creature, che il Disegno deve comunque essere scritto, quindi vi deve essere qualche cosa che garantisce che esso venga scritto anche nei momenti in cui il Disegno non è vivificato da qualche parte attiva di materia akasica. Qualche domanda su questo? 

D – Posso fare una domanda? In passato si sono fatti degli esperimenti sulle piante, diciamo sulle “reazioni emotive” delle piante. Ci sono stati anche dei film dove, di fronte a un omicidio, le piante reagivano con una macchina della verità. Questo che cos’è? Se, al di là del film che magari è una fantasia, ma che cos’è effettivamente questa reazione della pianta? E’ un livello embrionale d’istinto o rientra in quel discorso delle regole?

Beh, diciamo per prima cosa che se la macchina della verità non funziona con gli uomini, figuriamoci con le piante! No?

D – Sì, diciamo una reazione della pianta … 

Ricordate che una reazione di sofferenza è una vibrazione. Le vibrazioni emesse dall’individuo che soffre si propagano intorno a lui. La pianta è abituata a recepire le vibrazioni, perché vive nutrendosi di vibrazioni e le vibrazioni di sofferenza sono vibrazioni spiacevoli, disarmoniche, e quindi, chiaramente, provocano una reazione all’interno delle vibrazioni che compongono la pianta. Non è quindi una reazione voluta, sentita o motivata in qualche modo, ma semplicemente una reazione istintiva a livello fisico.

D – Istintiva quindi … 

Sì, ma a livello fisico; non l’istinto che intendiamo noi.
Dunque, siamo arrivati alle piante. Per quello che riguarda gli animali il discorso non può essere che identico. Non può essere che identico perché? Perché se abbiamo detto che l’istinto è qualche cosa che è precostituito all’incarnazione fisica, questo qualche cosa non può essere chiaramente che qualche cosa che appartiene al corpo akasico, no? E, appartenendo al corpo akasico, l’unico essere incarnato che possiede un corpo akasico con una certa strutturazione è l’essere umano. 

Ecco quindi che l’unico vero istinto – così come lo intendiamo noi – è quello dell’essere umano; anche se, specialmente nelle ultime incarnazioni come animale, a quel livello di confine che c’è tra l’incarnazione animale e l’incarnazione umana, incomincia già ad esserci qualche spinta da parte del corpo akasico anche a livello istintivo.

Il problema su cui, però, noi volevamo porre l’accento non è tanto sull’esistenza o meno nei corpi inferiori dell’istinto, ma quanto su come quest’istinto si costituisce, dov’è e cos’è, e poi, più che altro, a cosa serve e qual è la sua funzione, perché esiste.

Non pretendo certamente di rispondere a tutte queste domande questa sera (per buona parte cercherete di trovare voi le risposte, che poi sono molto semplici), ma qualche cosa posso incominciare ad anticiparvi io.

Immaginate il piano akasico… lo so che è difficile, ma – seguendo la brutta abitudine che abbiamo noi di darvi delle immagini – considerate il piano akasico come un grandissimo arcipelago di materia in cui vi sono delle isole più dense di materia akasica che galleggiano su questo oceano e che sono costituite da…- non è possibile quantificarla – diciamo: da tantissima materia akasica. 

Se voi ricordate, tempo fa avevamo tentato – subendo subito un pronto naufragio! – di parlarvi di Dio, ricordate? E tutti eravate rimasti talmente entusiasti della cosa che abbiamo preferito rimandare ad un’altra occasione migliore; però quel pochino era necessario che fosse detto per potervi poi fare i discorsi che vi stiamo facendo. Ricordate che allora si era parlato di “vibrazione prima”, poi di vibrazioni successive fino ad arrivare all’ondata di vita, ovvero a questo insieme di scintille che proiettano verso il piano fisico la vibrazione che le porta a sperimentare all’interno della materia fisica? Questo, proprio riassumendo “a soldoni” e cercando di rendere il più semplice possibile il discorso, naturalmente. 

Ora, voi sapete che le scintille, per arrivare sul piano fisico si ricoprono, chiamano attorno a della materia via via che la loro vibrazione attraversa i piani di esistenza; e fin qua siete d’accordo, vero? Ma per poter sperimentare, questa materia non può essere inerte: ricordate che raccoglie materia indifferenziata, quindi materia che è inerte, non ancora vivificata da un corpo akasico. Per poter far sì che questa materia venga vivificata è necessario che essa incominci a vibrare, perché soltanto la vibrazione – andando avanti e indietro tra l’akasico e il fisico – può far sì che la materia incominci la sua evoluzione, prima lentamente e poi sempre più velocemente. Capite questo concetto?

Allora questo arcipelago – anzi, prendiamo una grossa isola di materia akasica – questa materia akasica riceve la vibrazione che induce a ricercare l’incarnazione all’interno del piano fisico. Questa vibrazione attira materia fisica – per il momento, soltanto – e si mette in contatto con la materia del piano fisico attraverso l’unica materia che può vibrare con questa semplice vibrazione, e questa è la materia del mondo minerale.

Ora, questa isola di materia akasica non è un corpo akasico, ma potrebbe essere definita un insieme di corpi akasici ancora uniti tra di loro perché ancora costituiti da materia indifferenziata tranne per quella prima vibrazione che hanno ricevuto subendo la spinta verso l’incarnazione. D’accordo? A cosa pensate che possa dare il via quest’isola di materia akasica? E’ ancora qualcosa che riguarda cose che abbiamo già detto, ma di cui forse soltanto ora si può arrivare a comprendere non soltanto la vastità ma l’insieme dell’evoluzione. Pensateci un attimo. 

D – L’anima di gruppo. 

Quest’isola di materia akasica – ve lo dico io, perché se no andreste a cercare poi chissà che cosa! – non è altro che la razza, miei cari; è la materia akasica di tutta la razza che va a incarnarsi all’interno del piano fisico e che, come voi ricorderete, – io ho memoria buona e ve lo dimostro – abbiamo sempre detto che incomincia contemporaneamente la propria evoluzione.

D – La razza umana? Cioè gli esseri umani? 

No, una delle razze che si incarnano sul pianeta. Ecco quindi che abbiamo trovato la partenza dell’incarnazione: la vibrazione che mette in moto questa materia akasica indifferenziata aggregata, questa materia aggregata che trasmette questa prima vibrazione verso il piano fisico e nel piano fisico cosa fa? Si collega a parti di vita minerale. In questo senso poteva essere inteso il discorso dell’anima gruppo all’interno del piano akasico. Ti quadra, G.?

D – Sì, infatti un pochino s’era affacciata alla mente questa idea, che fossero i corpi akasici ma “prima” che tali diventassero, diciamo…

Certamente. E’ una specie di “brodo akasico”, di “brodo primordiale akasico”. Ecco quindi che, a questo punto, avviene il contatto con la materia fisica attraverso – abbiamo detto – il regno minerale e attraverso quella che può essere considerata la prima forma di vita nel regno minerale, ovvero il cristallo, un altro termine che purtroppo in sé è infelice ma non vi è altra spiegazione, altro termine da poter usare.
Il cristallo è la forma più semplice di vita minerale, considerata tale perché è la prima forma che ha la capacità di modificare se stessa, pur essendo qualcosa di omogeneo al suo interno si modifica nel tempo. Voi sapete che i cristalli crescono, in realtà, no? 

Ora, quest’isola di materia akasica è collegata a tanta materia minerale all’interno del piano fisico, tantissima, e dalle piccole spinte col mondo esterno, con la realtà esterna che questa materia minerale riceve, ottiene una vibrazione di risposta che non organizza la materia akasica di questo gruppo di materia akasica, ma tende ad “orientarla” – avevamo detto – formando cioè certe linee preferenziali al suo interno e dando un certo ordine di orientamento – purtroppo non esiste un termine più comprensibile – della materia che lo compone.

Contemporaneamente, però, si ha anche un altro effetto, che si va accumulando e aumentando col passare del tempo, allorché tutte le porzioni di materia fisica ricevono i vari stimoli all’interno del pianeta: l’effetto che si ha è quello d’incominciare lentamente, molto molto lentamente, una disgregazione di questa massa akasica e ciò dipende da quali sue parti sono collegate a ciò che accade sul piano fisico, ovvero le parti collegate – che so io – a una materia più sottoposta a sbalzi atmosferici o più sottoposta a forti reazioni chimiche, e via e via e via, otterrà una disgregazione più facile, mentre quelle che sono collegate a parti più statiche metteranno più tempo a scollegarsi delle altre; e qua già avviene la prima differenziazione. Ci siamo fin qua? 

D – Sulla base di che cosa, appunto, questo? Diciamo, la spinta iniziale … questa isola akasica va a scegliere un determinato settore del regno minerale? Cioè, se ci sono delle differenziazioni.
D – Cioè, perché uno invece che l’altro?

Diciamo che non vi è un perché vero e proprio. All’interno della scelta del minerale conta soltanto l’agganciamento tra la materia e basta; a differenza di quello che accadrà poi in ambito umano, in cui la scelta dell’essere umano avrà un’importanza non indifferente in quanto influirà direttamente sull’organizzazione della materia akasica.

D – Scifo, scusa, avrei bisogno di una precisazione: la materia dei vari piani possiede già di per sé una vibrazione primaria, no? Ecco, quella vibrazione invece di cui hai parlato prima, di materia akasica indifferenziata che si mette in moto, è poi una seconda vibrazione che va ad aggiungersi a quella primaria che è emanata dall’Assoluto, no?

Diciamo che c’è una complementarità tra le vibrazioni: vi deve essere perché, se non vi fosse quella, non vi sarebbe nessun movimento all’interno della vibrazione; la vibrazione resterebbe costante e la massa akasica resterebbe sempre nello stesso stato. 

Invece, chiaramente, essendo sottoposte le parti minerali a diversi tipi di vibrazione, ecco che la vibrazione si moltiplica, si uniforma, si scontra, si modifica scontrandosi una con l’altra, e porta delle vibrazioni diverse all’interno del corpo akasico; ed è proprio per questo movimento, questa “vita” così strana, così aliena che voi non riuscite neppure a immaginarla, che avviene questa prima differenziazione all’interno della materia akasica che, fino a quel momento, era stata indifferenziata, ricordatelo. 

So che è difficile da capire questa parte, perché nessuno di voi è ferrato molto sul regno minerale e, d’altra parte, è qualcosa di veramente diverso da ciò che voi potete concepire come “vita”; tuttavia è importante capire il concetto generale, i particolari non hanno poi molta importanza e tenderebbero magari a portarvi anche fuori strada. Potremmo certamente entrare nell’ambito della vita del cristallo; per esempio spiegare che il diverso tipo di cristallo alimenta, aumenta, o diminuisce, o deflette, o riflette, o modifica in qualche modo la vibrazione a seconda della forma e del tipo di cristallo che è, per esempio.

D – Che utilizzo può avere la cristalloterapia, a livello proprio – come si diceva adesso – di vibrazione, addirittura sui piani spirituali? Ne ho sentito parlare ..

Direi ben poca. Qualche effetto può averlo, però non in modo talmente evidente da poter avere delle conseguenze molto rilevanti. Senza dubbio vi è una certa magia nell’uso dei cristalli, per cui all’occhio di chi osserva può acquisire importanza e quindi favorire un effetto di auto guarigione, auto tranquillizzazione e via dicendo.

D – Quindi non c’è una vera e propria vibrazione, un’energia che …

Una vibrazione senza dubbio vi è, ma non è una vibrazione talmente forte da poter veramente indurre, di per se stessa, un cambiamento all’interno di un individuo; anche se – ma qua poi ne parleremo più avanti – il fatto di discendere da un corpo akasico che si è staccato dalla massa akasica sotto la spinta dell’esperienza vissuta sotto certi tipi di vibrazioni provenienti da certi tipi di cristalli, dà un’associazione con questo tipo di cristallo, per cui certi cristalli possono consonare meglio con l’individuo. Mi sto muovendo sui cristalli anch’io, perché dire una parola sbagliata vuol dire confondervi totalmente le idee! 

D – Se non sbaglio avevi già detto che rimaneva un imprinting, quindi …

Il discorso dell’imprinting è un discorso abbastanza importante perché tutto quello che stiamo dicendo stasera è basato su questo. In realtà l’orientamento – avevamo detto – sul corpo akasico è una sorta d’imprinting, cioè una direzione d’avvio di questa incarnazione della razza.

[…] A questo punto abbiamo – ricapitolando un attimo – una massa akasica che si è frantumata, dividendosi in tanti corpi akasici perché, in realtà, l’inizio dell’individuo come costituito da un corpo akasico avviene proprio a questo punto. Non subito, quindi, allorché si incomincia l’incarnazione minerale, ma a un certo punto dell’incarnazione minerale.

Dunque, abbiamo questo corpo akasico, questa grossa quantità di materia akasica che si frantuma in una miriade di corpi akasici che incominciano il loro cammino anche attraverso una parte del regno minerale, prima, e poi attraverso il regno vegetale.
La differenziazione – abbiamo detto – incomincia quasi subito a seconda delle zone in cui la materia minerale era situata e quindi degli impulsi esterni che aveva ricevuto; e questo è ancora più vero allorché un corpo akasico si ritrova collegato – ognuno di per sé, staccato ormai dagli altri – con quantità e porzioni di materia minerale all’interno del piano fisico.
Già qua, per quanto poco differenziate possano essere le esperienze nel regno minerale, vi è sempre quella piccola differenza che porta già a una differenziazione all’interno del corpo akasico, ma attenzione: differenziazione non di struttura o di organizzazione, differenziazione di orientamento.

D – Delle esperienze, potremmo dire? Ricavata dalle esperienze diverse?

Ma nessuna esperienza si iscrive in quei corpi akasici comunque, eh!

D – Sì, delle sensazioni allora; non so.

Differenziazione di orientamento delle vibrazioni del corpo akasico. Questa differenziazione aumenta, e aumenta ancora di più allorché il contatto con la materia fisica avviene non più attraverso il mondo minerale ma attraverso il mondo vegetale. Certamente “i sensori” (come li chiamavi tu) saranno molto minori rispetto a quelli che erano nel regno minerale, ma saranno ugualmente tantissimi; vi saranno sempre tantissime esperienze che sperimenteranno all’interno della materia fisica e queste esperienze contribuiranno ancora a differenziare i corpi akasici uno dall’altro. D’accordo? 

D – Scifo, mi ricordo che Vito aveva detto che anche due diamanti sono simili ma non identici, quindi già lì c’è una diversificazione. In cosa consiste questo tipo di …

Noi parliamo di vibrazione e basta pensare un attimo alla vostra fisica: si sa benissimo che una vibrazione che passa attraverso un cristallo di un tipo e uno di un altro si differenzia attraversando il cristallo. Sa benissimo la vostra scienza che, facendo passare una stessa vibrazione attraverso due cristalli dello stesso tipo ma di forma diversa, la vibrazione si differenzia. Questo proprio per leggi fisiche. Ma eravamo, dunque, al regno vegetale. 

Attraverso questo regno vegetale le sensazioni e le esperienze fatte aumentano, anche perché vi è un accenno di corpo astrale ormai e quindi vi è una ricezione diversa delle esperienze che porta ancora alla differenziazione dell’imprinting all’interno di ogni corpo akasico.

E’ necessario, miei cari, fare tutto il cammino? Direi proprio di no. Mi sembra evidente che, quando si arrivi nel regno animale, questa differenziazione sia ancora più grande e un po’ alla volta, quindi, si ha tutta questa razza che si trova, da un punto di partenza comune, a sperimentare in modo differenziato la materia perché diverso, differenziato, è l’orientamento che possiede all’interno della sua materia. Da questo orientamento differenziato ecco che partirà, poi, l’impulso per la prima incarnazione umana che sarà dettata, guidata da questa vibrazione e quindi da questo imprinting che avrà e che darà poi il percorso di tutto il suo cammino evolutivo all’interno del regno umano. 

D – E’ stabilito che ci siano degli animali ben precisi, quelli più vicini alla prima incarnazione come essere umano, quando si differenzia e c’è un’unica entità, cioè un unico corpo akasico?

Diciamo che dovete tener presente una cosa: che purtroppo dobbiamo dare dei limiti alle parole quando parliamo con voi, quando parliamo di regno minerale, regno vegetale, regno animale, ma in realtà la differenziazione tra i vari regni non è poi così netta come sembra. Vi è sempre una fascia di passaggio da un regno all’altro; ad esempio, tra il regno vegetale e il regno animale – lo sapete anche voi – molto spesso è difficile fare una distinzione perché vi sono degli animali che sembrano vegetali o delle piante, ad esempio le piante carnivore, che sono molto vicine al comportamento animale. E lo stesso esiste una vicinanza tra animale e uomo. 

D – Ecco, noi riusciamo a pensare solo alla scimmia, più vicina all’uomo, però magari non è necessariamente così.

Ma perché voi proiettate voi stessi nella scimmia! In realtà è una vicinanza non tanto di forma fisica quanto di corpo mentale e di corpo astrale; e allora qua si potrebbe andare, che so io, nei cavalli, nei cani, nei gatti, nei delfini…

D – Quindi comunque sempre quelli che sono più vicini all’uomo, proprio come rapporto fisico. 

Diciamo che, senza dubbio, quelli che sono più vicini all’uomo – così come le piante che sono più vicine all’uomo – hanno una maggiore quantità di vibrazioni e quindi hanno una maggiore possibilità di essere vicini a comprendere quel tipo di vibrazioni e quindi di fare poi, nella vita successiva, il passo che porta oltre quel tipo di forma. 

D – Quindi però non c’è un distacco netto? Cioè si arriva al cane e poi automaticamente si passa all’essere umano? C’è una differenziazione di esperienze e di possibilità. 

Se non vuoi passare per il lupo mannaro, non vedo che altra possibilità ci potrebbe essere!
Mi avete seguito fin qua?

Ora, noi vogliamo dire che quello che chiamiamo “istintoè ciò che è stato messo fino a questo punto all’interno del corpo akasico da quanto è accaduto e che, quindi, comporta l’orientamento della vibrazione ottenuta dal regno minerale, la modifica e l’aggiunta ottenuta nel regno vegetale, la sua maggior complessità ottenuta nel regno animale, fino ad arrivare alla prima esperienza come essere umano.

Questo perché? Perché a questo modo – se ci pensate bene – nascono da queste vibrazioni che sono all’interno del corpo akasico tutte le leggi fisiche che potete poi conoscere, alla fine; e non soltanto, ma anche quelle interiori, quell’istinto di cui poi si parla come “pulsione” nelle scienze psicanalitiche, ovvero l’animale ha l’istinto di sopravvivenza, ha l’istinto di conservazione della specie, ha l’istinto di riproduzione della specie, e questo lo possiede anche l’uomo ma lo possiede anche l’uomo perché nel suo corpo akasico, avendo vissuto vite come animale, vi è l’orientamento dato da quel tipo di vibrazione: voi sapete la magia che l’acqua e il fuoco – ad esempio – esercitano sempre su quasi ognuno di voi.

Vedere un ruscello che scorre, o vedere un fuoco che brilla ha sempre qualcosa di attrattivo nei vostri confronti, no? Questo perché, per un essere vegetale, essere sottoposto alla pioggia è solitamente un piacere, ricevere i raggi del sole è solitamente un piacere, ma andare incontro all’incendio di un bosco provoca una vibrazione di paura; e vi risparmio quello che può venire dal minerale perché difficile da comprendere per voi, ma potete arrivarci per analogia.

D – Istintivi sono anche i comportamenti degli appetiti, la fisiologia? 

Sì, certamente, però istintivi in quanto si manifestano all’interno del piano fisico, ma in realtà la loro base va ricercata poi su quello che è il corpo akasico. 

D – Quindi, scusa, è giusto allora quello che dice la scienza? Si può fare un confronto con lo sviluppo proprio fisico strutturale del cervello umano, che si dice che attraversa le diverse fasi, appunto, dal rettile all’animale, piano piano, si ha come un’evoluzione del cervello per cui si arriva al cervello dell’essere umano? Ha qualche senso questo?

Mah, mi sembra un po’ stiracchiata, così com’era stiracchiata quella che vedeva nell’orecchio la ricapitolazione genetica e via e via e via. Diciamo che, volendo, si può dire tutto di tutto.

D – Mi piacerebbe sapere in maniera forse un po’ più scientifica come avvengono queste vibrazioni. Stavi parlando appunto di materia akasica, no? Quindi vorrei che tu mi spiegassi in realtà come la materia vibra, ecco. Tra l’altro, ho letto qualche libro di Charon che parla, appunto, di vibrazione.

Mah, sai, la vibrazione è movimento; quindi non posso dirti altro che “semplicemente” il corpo akasico si muove in un determinato modo che provoca una reazione della materia circostante attraversando poi tutte le altre materie dei piani di esistenza, ed è questo suo movimento che comunica questa vibrazione all’altra materia, quindi dà il via a tutta la successione degli avvenimenti. La vibrazione, in realtà, non è altro che un movimento; quindi, per dirti come vibra, dovrei in qualche modo raffigurarti come si muove il corpo akasico, ma questo non penso proprio che con le parole sia possibile farlo. […]

D – Scifo, scusa, forse è ininfluente però è da tempo che pensavo a questa storia dei collegamenti nel piano minerale e vegetale. Se mi puoi aiutare a capire se ci sia un collegamento tra il corpo akasico e piante che stanno sentendo tutte il caldo e il freddo oppure se già lì c’è questa suddivisione: uno collegato solo a quelle che sentono il caldo, uno collegato solo con quelle che sentono il freddo, per accentuare la suddivisione. Non c’entra niente? 

No, no, no. Direi che per ogni corpo akasico vi è la maggior possibilità di esperienza che può avere, quindi è collegato con chi vive al caldo, chi vive al freddo, chi vive sotto terra, chi vive lasciandosi trasportare dal vento, e via e via e via.

D – E come animali, specialmente ai primi livelli, ci sarà chi è collegato con uno sciame d’api e chi non lo sarà mai con uno sciame d’api?

Potrebbe anche essere, questo, ma poi su quest’argomento vi sarà qualcos’altro perché vi è ancora qualcosa d’importante da dire, qualche vostra credenza da smussare; ma questa sera non è il caso di affaticarvi oltre misura … non vorremmo rovinarvi il pranzo di Natale! Scifo


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Catia belacchi

Trattazione lunga e complessa.
Credo che i concetti salienti siano arrivati, ma il tutto è ancora da masticare.

Michela

Sarei curiosa di leggere la continuazione (si accenna a qualcos’altro di importante da dire), questi insegnamenti vengono pubblicati in ordine cronologico?
Grazie….

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