L’argomento in sintesi
Ciò che fate, nel corso delle vostre vite, non è altro che un continuo raggiungere nuovi punti di equilibrio tra gli stimoli che l’esterno vi propone e le reazioni che il vostro intimo mette in atto, affinché da queste dinamiche voi riusciate a comprendere qualche nuovo elemento della vostra essenza.
Il manifestato è talmente complesso ma, tuttavia, talmente logico, che da un piccolo particolare è possibile, passo dopo passo, arrivare a sollevare il sipario su uno scenario sempre meno riduttivo e frammentario, nel quale sono inseriti armonicamente e in continua relazione tra di loro tutti gli elementi che gli danno forma e vita.
Per voi, figli e fratelli che siete immersi nel caleidoscopico divenire, tutto appare come un continuo mutare di forme, come un continuo evolversi di situazioni e di processi di vita che si intersecano e si intrecciano in maniera talmente complessa che è difficile per la mente umana riuscire veramente a comprendere la sua vastità, e solo la vostra immaginazione e, ancor di più, la vostra intuizione, possono arrivare a darvi la sensazione che tutto è già scritto in ogni suo attimo in quell’Eterno Presente, attributo permanente ed essenziale della divinità stessa, nel quale nulla diventa, si trasforma, muta, evolve, ma tutto È.
Ciò che è essenziale, comunque, per chi si avvicina alla Realtà così come stiamo cercando di spiegarvela, è comprendere il concetto che essa è armonicamente equilibrata e che la legge di equilibrio è non soltanto ciò che garantisce la sua possibilità di esistenza impedendone la disgregazione, ma anche ciò che dà ragione di molti suoi accadimenti che interessano più da vicino la vita dell’essere incarnato: ciò che appare giusto e ciò che, invece, appare ingiusto nel corso di un’esistenza trova la sua controparte di giustizia o di ingiustizia in qualche altro momento di una delle molte vite che l’individuo percorre nel suo ciclo evolutivo, al punto che, allorché abbandonerà la ruota delle nascite e delle morti, un ipotetico bilancio del dare e avere nel corso delle sue esistenze sarebbe perfettamente in pareggio.
Questo, miei cari, dovrebbe aiutarvi ad osservare più spassionatamente quello che vi succede, senza lasciarvi andare così facilmente al pessimismo e al vittimismo: senza soffermarvi a pensare a quale fortuna di quale vita (cosa, oltretutto, per ognuno di voi impossibile a farsi) stia compensando la vostra attuale sfortuna.
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Cercate invece di arrivare a comprendere che la legge di equilibrio agisce anch’essa sia in grandi che in piccoli cicli; così, se siete nell’impossibilità effettiva di considerare il grande ciclo delle vostre esistenze per trovare in esse il motivo e la compensazione del vostro attuale dolore, soffermatevi a osservare il vostro dolore nell’oggi e nel domani più prossimo e vi renderete conto che, a un esame obiettivo e spassionato, il vostro dolore è stato già in parte riequilibrato da ciò che, grazie a esso, avete probabilmente raggiunto o vi avviate faticosamente a cercare di raggiungere: ad esempio il coraggio di fronte alla sofferenza, oppure il trasformare il vostro amore frustrato in partecipazione e sostegno per qualcun altro che, come voi, sta affrontando il dolore.
(Quindi, nel piccolo ciclo di un’esistenza, non si tratta di misurare quanto dolore e quanta gioia e scoprire che sono in equilibrio, ma di comprendere che la fatica di ogni giorno non è solo fatica senza alcun bilanciamento, ma trova il suo senso nelle comprensioni che produce: allora sarà chiaro che fatica e comprensioni sono in equilibrio. Ndr)
In questa prospettiva si può affermare che ciò che fate, nel corso delle vostre vite, non è altro che un continuo raggiungere nuovi punti di equilibrio tra gli stimoli che l’esterno vi propone e le reazioni che il vostro intimo mette in atto, affinché da queste dinamiche voi riusciate a comprendere qualche nuovo elemento della vostra essenza.
Si tratta, alla fin fine, di un continuo svilupparsi, al vostro interno, di cicli dinamici tra equilibrio e squilibrio, percorsi i quali avrete costituito un equilibrio diverso da quello che possedevate all’inizio di ogni ciclo e dal quale prenderà il via un successivo ciclo che, ancora una volta, vi porterà a raggiungere un diverso equilibrio.
È in quest’ottica, ad esempio, che è possibile osservare quel fenomeno che ognuno di voi vive più o meno consapevolmente, ovvero il trasformare certi movimenti interiori in effetti che si riflettono sulla funzionalità (e, quindi, sull’equilibrio) del vostro organismo, provocando quelli che vengono chiamati psicosomatismi.
Essi sono il risultato di un equilibrio non raggiunto nella propria interiorità, contemporaneamente effetto e causa di sommovimenti interiori che tendono a indicarvi la via, il percorso, lungo il quale inoltrarvi per raggiungere quell’equilibrio che, solo, può portarvi all’annullamento dell’effetto psicosomatico.
Ricordatevi, miei cari, dei momenti in cui vi sentite di “umore nero”, svogliati, privi di voglia di vivere… anche questo, in fondo, è uno psicosomatismo, vi pare? E quand’è che superate quei momenti? Nell’istante in cui trovate al vostro interno la via per modificare con un sorriso la vostra depressione, in cui dite un “basta” convinto alla sofferenza, in cui vi accorgete delle cose che, intorno a voi, gridano a gran voce che vi sono mille e mille motivi per cui vale la pena di vivere.
Ecco, figli, nel fare questo avete percorso quello che poco fa ho definito un piccolo ciclo dinamico, il quale vi ha portato al raggiungimento di un nuovo equilibrio e, basandovi su di esso, partirete per un nuovo ciclo che vi porterà a un ulteriore traguardo del vostro cammino, a un ulteriore equilibrio fra ciò che l’esistenza vi propone di vivere e ciò che la vostra coscienza deve modificare di se stessa per rendere diversa e più giusta la sua reattività alla nuova situazione che vi siete trovati a dover affrontare.
E così, di piccolo ciclo in piccolo ciclo, ognuno di voi percorrerà il più grande ciclo che costituisce il vostro continuo immergervi nella materia alla riscoperta di voi stessi, in un altalenare di equilibrio e disequilibrio che, per voi che lo vivete in prima persona, può apparire insopportabile, ingiusto e senza fine, ma che, in realtà, vi conduce per mano verso un percorso che vi allontana via via sempre di più dalla sofferenza.
Infine verrà il momento in cui potrete guardare indietro e scorgere tutto il vostro ciclo incarnativo e, al vostro sguardo ormai spassionato, il perfetto equilibrio di quanto vi è accaduto apparirà in tutta la sua perfezione, svelandovi la realtà profonda insita in ciò che vi diciamo affermando che tutto accade sempre e soltanto per il vostro bene.
Vedrete che ogni tormentoso dolore vi ha portato a una gioia più viva e ogni grande perdita a una grande conquista; vi renderete conto che nulla di più e nulla di meno è stato dato a voi o a qualsiasi altro essere vivente; scorgerete come le vostre piccole storie personali si sono inserite perfettamente nel tessuto della Realtà garantendone la continuità e l’esistenza, e capirete che tutto questo è stato necessario per soddisfare non soltanto il vostro personale bisogno di individuo alla riscoperta di se stesso, ma anche per garantire la possibilità che anche gli altri individui potessero interpretare la parte a loro più consona nel Teatro delle Ombre.
E allora, colmi di meraviglia e di stupore per come ogni più piccolo bisogno del più piccolo essere ha avuto la possibilità di essere soddisfatto senza, nel far questo, intaccare o prevaricare l’altrui bisogno, sussurrerete commossi al Grande Regista con una nuova e più grande accettazione e comprensione: “Sia fatta la Tua volontà e non la mia”. Baba
Questo post sembra su misura per me, questa ultima settimana è stata per me una settimana di comprensione di un grande nodo esistenziale. Inaspettato e anche devastante tanto da stancarmi fisicamente come se avessi percorso km a piedi. Una settimana in cui ho dovuto assecondare la stanchezza e una immersione totale e consapevole nel divenire. Ora mi guardo indietro e comprendo di avere un pezzetto in più nel mio sentire. Volgo subito lo sguardo avanti…altro da comprendere mi aspetta.
Parole che portano equilibrio anche nel nostro leggere gli accadimenti che ci riguardano.
fantastico bisogno di equilibrio
tutto sommato la vita é un eterno equilibrio
Da’ entusiasmo questa lettura.
Nel mio piccolo mi pare a volte di poter confermare quanto letto, ovvero di averlo sperimentato un poco.
Accade poi che ho delle ricadute che rendono il percorso non lineare.
Sarò un somaro che non comprende e deve fare ripetizioni, questo è senz’altro vero.
Mi sta bene? Non mi sta bene?
Mah, credo che non sia affar mio, o meglio che non interessi a nessuno nei piani alti.
Ho l’impressione di essere qui, in questo mondo, per essere lavorato.
Similmente ad un vaso d’argilla.
Le esperienze ci modellano, ci plasmano.
Accade però che noi, come singole incarnazioni, siamo un pezzetto di processo e non l’intero.
Ad es. da quando metti l’argilla sul tornio a quando prende forma il vaso.
Poi muori e quel che accade da lì in avanti o è accaduto prima… ti riguarda?
In che modo? Tu non c’eri o non ci sarai più.
Resterà la “tua” coscienza (l’artigiano nell’esempio) che metterà in forno, pitturera’, abbellira’, esporrà il vaso.
In una, due, tre o che ne so io in quante successive incarnazioni.
Ecco allora che quel che sei stato tu quand’era il tuo turno, ossia nella tua incarnazione, se sei stato una argilla morbida o dura, facilmente plasmabile o meno, che importanza avrà avuto?
Sarà forse risolvibile / riconducibile tutto al livello di sofferenza che si è sviluppato in quella determinata vita e bon.
Ma a chi interessa?
Chi, eventualmente, ha sofferto? La persona che porta un nome o la coscienza?
Giova sapere che l’equilibrio agisce anche sulle singole incarnazioni stando al post.
L’osservazione di determinate vite lascia però aperti ampi spazi di dubbio e di difficoltà a crederlo.
Grazie!