[…] Ma veniamo a quei due concetti di cui parlavo all’inizio del mio intervento. Se io chiedessi a voi cosa intendete col termine colpa voi cosa vi sentireste di dire? Rodolfo
D – Penso possa essere un’infrazione a delle leggi che ci sono state date dall’esterno, vuoi la legge divina, la legge data dalla chiesa, dalla morale. Il pensare di aver commesso un’infrazione e, quindi, aspettarsi una punizione.
io/identità
La sessualità e la funzione del corpo mentale (3s)
Immagino che nel corso di questo tempo che è trascorso da quando ci siamo incontrati, avrete tutti quanti pensato a quello che avete ascoltato, avrete meditato, sviscerato, cercato di trovare domande, come era stato richiesto, per rendere più vivo l’insegnamento.
La sessualità è vibrazione, la genitalità un suo effetto (2s)
D – Ci hai presentato due modi per gestire l’energia sessuale: il primo modo è quello di bloccarla a livello genitale e “scaricarla” attraverso pratiche sessuali; l’altro modo invece è quello di “distribuirla” all’interno di tutto l’individuo. Vi sono delle fasi, nella vita di un individuo, dove questi due modi di gestire le energie sessuali possono essere contemporanei?
La sessualità naturale: l’espressione genitale e quella creativa (1s)
Voi sapete che il vostro corpo fisico, la vostra presenza all’interno del piano fisico, contiene dei punti particolari che vengono solitamente definiti “chakras”, i quali hanno la caratteristica di essere dei punti in cui le energie provenienti dagli altri piani di esistenza più facilmente confluiscono.
I molti modi di comprendere le dinamiche del proprio Io
L’uomo, come ormai sapete, è costituito da varie componenti: vi è la componente fisica, la componente psichica e quella che potremmo definire la componente ultrafisica che, come vi è stato spiegato dai vostri Maestri, è costituita dai corpi che risiedono sugli altri piani di esistenza ovvero: il corpo astrale, il corpo mentale, il corpo akasico e i corpi spirituali.
Il percorso dell’individuo dopo la morte fisica (dm1)
Coloro che hanno abbandonato il mondo fisico lasciando i propri genitori, la propria compagna o il proprio compagno nella disperazione o nel dolore, hanno voluto che noi ricordassimo a tutte queste persone che nulla finisce nel momento in cui il corpo fisico cessa di vivere.
La sincerità nei confronti di se stessi (s1)
La vostra società, l’ambiente in cui ormai da anni, da secoli direi, siete inseriti vi porta e vi costringe, in un certo senso, ad adottare nel vostro modo di essere dei comportamenti che non si possono certamente definire vicini agli ideali dell’insegnamento spirituale.
L’analisi attenta dei bisogni dell’Io (ca9)
Ci addentriamo adesso ad analizzare, dopo aver fatto un ampio panorama sul corpo astrale, partendo dalle caratteristiche della materia che lo compone per arrivare a farvi rilevare l’importanza dei desideri e delle emozioni ed i loro modi di esplicarsi, alcuni aspetti piuttosto complessi dell’Io, ovvero i suoi bisogni.
Imparare ad osservare e ad interpretare le proprie emozioni (ca6)
«Conosci te stesso».
Questa è forse una delle frasi più ripetute nelle varie forme di insegnamento e anche voi che partecipate da anni alle riunioni del Cerchio vi siete più volte scontrati con essa, arrivando ad avvertire la forza e la giustezza di tale imperativo ma trovandovi anche, di continuo, di fronte alla cruda realtà costituita dalla difficoltà di mettere in pratica quelle poche parole mentre il «voi stessi» che cercate di conoscere vi sfugge di continuo come un’inafferrabile fantasma.
La manifestazione del sentire nelle relazioni e l’interferenza dell’Io
[Ci sono state nella vita del Cerchio tante fasi in cui abbiamo trattato svariati argomenti] ma non c’è mai stata una fase del sentire.
Certo, sul sentire avete discusso, anche se non molto, tuttavia ciò non ha lasciato in voi grandi conseguenze. Come mai? Forse perché del sentire avevate già letto in altri luoghi? Forse per presunzione ritenendolo un concetto facile da comprendere? Forse perché non vi dava la possibilità di giustificarvi, di depenalizzarvi, di concettualizzare, di teorizzare o anche, soltanto, di sognare?