Indurre l’Io alla conoscenza di sé [A201-sdc25]

Dopo avervi fornito la base logico-filosofica su cui poggia la nostra teoria a proposito della formazione dei sensi di colpa, vediamo di incominciare a esaminare assieme come affrontarli e farli diventare uno strumento utile al raggiungimento che ci eravamo prefissi, cioè quello di stemperare o addirittura annullare i sintomi somatici che, ineluttabilmente, la loro presenza porta con .

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Le speculazioni filosofiche che vi allontanano da voi stessi [A57]

Ho osservato il vostro parlare e ho l’impressione che abbiate perso di vista – la maggior parte di voi – qual è lo scopo di questi incontri; certamente tagliare il capello in quattro va bene, cercare di capire questo o quell’altro, è tutto giusto, però è stato perso di vista qual era lo scopo di questi nostri ultimi interventi. Ve lo ricordate qual era lo scopo?

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Una definizione di ‘cristallizzazione’ [A7]

Ho sentito qualcuno affermare: «C’è comunque l’uso improprio e fuorviante del termine «cristallizzazione», perché – a quanto ne so io viene definito «cristallizzato» (in un dato settore) colui che reagisce sempre alla stessa maniera di fronte a un evento; quindi colui che non cambia il suo Io e continua a commettere gli stessi errori.»

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Vittime di se stessi [A4]

Poniamoci per un momento la domanda più logica che sia possibile porsi nell’affrontare quest’argomento:
«Chi è che è vittima di se stesso?».
«Non c’è dubbio: è l’Io!».

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Mediare l’espressione delle emozioni [sf35]

Un altro problema che si pone, questa volta non a livello filosofico ma, principalmente a livello etico, è il seguente: fino a che punto è lecito manifestare sul piano fisico le proprie reazioni emotive, visto che molto spesso sono fatte di aggressività e d’intrinseca violenza?

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