Freud, Jung, la ricostruzione dell’Io, l’uso della sofferenza (IF30)

Insegnamento filosofico 30
Si può affermare che in qualsiasi teoria psicologica, presentata nel corso dell’evoluzione di questa scienza umanistica, è possibile riscontrare punti reali e punti meno reali. Ad esempio sia nelle teorie portate avanti da Freud, sia nelle teorie di Jung, sia nelle teorie di Adler, è possibile riscontrare dei punti che, secondo il nostro parere, sono perfettamente aderenti all’insegnamento che noi da più anni andiamo portando, e che sono, secondo noi, dei punti di partenza ineccepibili. Pur sembrando in molti punti contrastanti tra di loro, in realtà, invece, tutte e tre le teorie non sono in alternativa l’una all’altra, ma sono tra di loro complementari.

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L’evoluzione dal minerale al superuomo e il suo fine (IF29)

Insegnamento filosofico 29
Padre mio, nel corso della mia vita ci sono dei momenti in cui somiglio ad un cristallo ed il mio cammino sembra essersi fermato, bloccato su posizioni da cui faccio fatica a smuovermi, posizioni in cui nulla più mi sembra importante, in cui mi sento indifferente, distaccato; abbandonato senza avere neanche la capacità di soffrire, di gioire, di amare.
Vi sono poi momenti in cui la mia vita assomiglia a quella di una pianta ed io cerco allora le sensazioni più diverse, lascio che siano le sensazioni ad arrivare sino a me senza far nulla in fondo più che muovermi, girarmi, affinché possano toccarmi più facilmente e restando tutto sommato passivo nei confronti di ciò che la vita o l’esistenza mi mandano incontro.

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Conoscere non è comprendere: il limite del desiderio (IF28)

Insegnamento filosofico 28
Da quanto fin qui appreso, risulta evidente che ai fini dell’evoluzione la conoscenza ha in fondo soltanto un’importanza relativa.
Se voi pensate bene, questo concetto dovrebbe rivoluzionare tutto il vostro modo di vivere e di concepire l’esistenza e la stessa società in cui vivete e nella quale chi più conosce più viene ritenuto, solitamente, grande e di conseguenza molto evoluto.
In realtà la conoscenza è semplicemente un mezzo che può tornare utile, come è stato detto prima, a conseguire evoluzione, ma non è stato strettamente necessario a questo conseguimento.

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La libertà individuale si amplia con l’evoluzione del sentire (IF27)

Insegnamento filosofico 27
Tra le varie problematiche che hanno interessato l’uomo esiste certamente il problema del libero arbitrio, o, più genericamente, se si vuole, il problema della “libertà”.
È chiaro, e per comprendere questo basta guardarsi attorno o osservare la propria esistenza, che l’individuo, l’essere incarnato, costretto ad abitare un veicolo fisico, non gode di una libertà assoluta, ma il suo campo di azione, la sua possibilità cioè di prendere delle decisioni “in libertà” è molto ristretto e limitato. Si può quindi affermare con facilità che l’individuo incarnato gode di una libertà relativa, tanto che addirittura si potrebbe parlare di evoluzione della libertà.

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Il sentire, la sua evoluzione, le scelte dell’umano (IF26)

Insegnamento filosofico 26
Il “sentire” è quella condizione dell’individuo che proviene dal suo corpo akasico, cioè dal corpo in cui vengono trascritte tutte le esperienze che l’individuo ha compiuto nel corso delle sue varie incarnazioni.
Questo sta a significare che non ha niente a che fare con il piano mentale, con il piano astrale e con il piano fisico.
Questo cosa sta ancora a significare? Sta a significare che non ha proprio nulla a che fare con quello che è l’Io di uno persona.
Ora, a questo punto, è necessario che dia anche una definizione di Io, mi sembra giusto.

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L’abbandono del corpo fisico e la vita che continua (IF24)

Insegnamento filosofico 24
Ecco, la vita si è compiuta e il corpo giace immobile, il petto non si solleva più nel suo respiro regolare che scandiva gli attimi di una esistenza fisica. Attorno alla spoglia vi è chi piange, chi non trova in lacrime, chi osserva quasi stupito perché, da un momento all’altro, quella persona che si credeva di conoscere così bene e così a fondo, è diventata irriconoscibile, non è più la stessa.
C’è chi osserva quel corpo e resta spaventato dal pensiero che un domani, presto o tardi, anch’egli diventerà uno sconosciuto.

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Il ricordo delle vite precedenti: la legge dell’oblio (IF23)

Insegnamento filosofico 23
Molto spesso ci si chiede perché il ricordo delle vite precedenti non accompagna l’individuo nel corso delle sue incarnazioni, e questo, potrebbe in un primo momento anche apparire non giusto, in quanto il fatto di avere dei ricordi degli errori compiuti potrebbe aiutare a far sì che quegli stessi errori non vengano più compiuti.
Ma, in realtà, non è così, esiste la legge dell’oblio che fa dimenticare, al momento della nuova incarnazione, tutto ciò che si è stati, e questo è molto giusto:

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Reincarnazione: le vite brevi 2 (IF22)


Insegnamento filosofico 22
Vi sono poi i casi di coloro che muoiono in piccolissima età, in tenera età. E quasi sempre queste entità si reincarnano molto velocemente, non perché – come da alcune fonti viene detto – questa entità ha avuto una vita interrotta e quindi deve riprendere quello che non ha compiuto nella vita precedente (come se la vita successiva fosse la continuazione di quella precedente), no, questo non è assolutamente vero, ma semplicemente perché essendo stata una vita molto corta, l’intervallo tra la morte e la vita successiva è necessariamente breve, poiché hanno poco da comprendere da quello che hanno vissuto.

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