Insegnamento filosofico 27
Tra le varie problematiche che hanno interessato l’uomo esiste certamente il problema del libero arbitrio, o, più genericamente, se si vuole, il problema della “libertà”.
È chiaro, e per comprendere questo basta guardarsi attorno o osservare la propria esistenza, che l’individuo, l’essere incarnato, costretto ad abitare un veicolo fisico, non gode di una libertà assoluta, ma il suo campo di azione, la sua possibilità cioè di prendere delle decisioni “in libertà” è molto ristretto e limitato. Si può quindi affermare con facilità che l’individuo incarnato gode di una libertà relativa, tanto che addirittura si potrebbe parlare di evoluzione della libertà.
evoluzione coscienza
Il sentire, la sua evoluzione, le scelte dell’umano (IF26)
Insegnamento filosofico 26
Il “sentire” è quella condizione dell’individuo che proviene dal suo corpo akasico, cioè dal corpo in cui vengono trascritte tutte le esperienze che l’individuo ha compiuto nel corso delle sue varie incarnazioni.
Questo sta a significare che non ha niente a che fare con il piano mentale, con il piano astrale e con il piano fisico.
Questo cosa sta ancora a significare? Sta a significare che non ha proprio nulla a che fare con quello che è l’Io di uno persona.
Ora, a questo punto, è necessario che dia anche una definizione di Io, mi sembra giusto.
Il vero significato della libertà
Fratelli, sorelle, che cosa significa esseri liberi? Che senso ha, che ragione ha la libertà che ognuno di voi desidera e, a volte, sogna?
Essere veramente liberi, fratelli, sentirsi come una farfalla, sorelle mie, significa accettare d’essere consapevoli del ruolo che si ha.
Sembra cosa facile a dirsi, sembra così semplice raccontarlo, ma se voi veramente comprendeste quanto è difficile per ognuno di voi accettare la propria realtà, ma accettarla pienamente, consapevolmente e non soltanto a livello mentale, capireste quanto profondo e quanto importante è ciò che vi ho appena detto:
Parole ad una persona alla fine dei suoi giorni
Fratello mio, fratello mio, io voglio rivolgermi a te perché credo che tu soltanto possa riuscire a comprendere quello che io in questo momento sto vivendo, sto provando.
Fratello mio, io sento che la vita si allontana da me, sento le mie energie spegnersi, le mie forze diventare sempre più deboli, le membra non reagire quasi più.
La vita mi vuole abbandonare, fratello mio, e vedo la morte che mi sta venendo incontro ed ha puntato su di me i suoi freddi occhi.
La sensibilità alla natura, all’arte, alla mistica, all’altro da sé (IF25)
Insegnamento filosofico 25
Direi che, effettivamente, anche per quanto riguarda la sensibilità è possibile fare un raffronto con quella che è l’evoluzione; infatti mi sembra evidente con quanto è stato detto nei discorsi precedenti, che la sensibilità deve per forza aumentare gradatamente a mano a mano che l’evoluzione aumenta.
Questo perché? Perché è logico che aumentando l’evoluzione dell’individuo anche i suoi sensi si fanno sempre più raffinati, sempre più precisi, ed è inevitabile, quindi, che diventino sempre più sensibili.
La dedizione al cammino determina la natura di ciò che si riceve
Nel compiere la ricerca nella sua vita, fatta per comprendere le varie domande che di volta in volta gli si presentano, l’individuo si dibatte nei perché che non riesce a sciogliere, a dipanare, cadendo fra reti tortuose dalle quali l’uscita sembra allontanarsi sempre più; ed ecco allora nascere domande sulla ragione del dolore, sul perché della vita, sulla realtà o meno di un Dio, sulla casualità di tutto ciò che si vive, e via dicendo.
La separatività è il terreno di coltura dell’Io
Tu che sei all’inizio di qualcosa che non conosci ancora,
non commettere lo stesso errore che
hanno commesso molti altri uomini prima di te,
non cercare una strada particolare
perché non vi è una strada particolare
che porti a ciò che tu vai cercando,
La ricerca dell’uomo come riscoperta di sé
Figlio mio,
ciò che io intendo per ricerca è forse più giustamente denominabile come “riscoperta”:
riscoperta di te stesso, del tuo vero “Sé”, di ciò che dentro a te giace,
sepolto ma non silenzioso,
sommerso ma intransigente,
sfuggente eppure concreto quanto e forse più di ciò che le tue mani ora stringono,
ora afferrano, ora percuotono, ora accarezzano.