Fratelli, sorelle, che cosa significa esseri liberi? Che senso ha, che ragione ha la libertà che ognuno di voi desidera e, a volte, sogna?
Essere veramente liberi, fratelli, sentirsi come una farfalla, sorelle mie, significa accettare d’essere consapevoli del ruolo che si ha.
Sembra cosa facile a dirsi, sembra così semplice raccontarlo, ma se voi veramente comprendeste quanto è difficile per ognuno di voi accettare la propria realtà, ma accettarla pienamente, consapevolmente e non soltanto a livello mentale, capireste quanto profondo e quanto importante è ciò che vi ho appena detto:
evoluzione coscienza
Parole ad una persona alla fine dei suoi giorni
Fratello mio, fratello mio, io voglio rivolgermi a te perché credo che tu soltanto possa riuscire a comprendere quello che io in questo momento sto vivendo, sto provando.
Fratello mio, io sento che la vita si allontana da me, sento le mie energie spegnersi, le mie forze diventare sempre più deboli, le membra non reagire quasi più.
La vita mi vuole abbandonare, fratello mio, e vedo la morte che mi sta venendo incontro ed ha puntato su di me i suoi freddi occhi.
La sensibilità alla natura, all’arte, alla mistica, all’altro da sé (IF25)
Insegnamento filosofico 25
Direi che, effettivamente, anche per quanto riguarda la sensibilità è possibile fare un raffronto con quella che è l’evoluzione; infatti mi sembra evidente con quanto è stato detto nei discorsi precedenti, che la sensibilità deve per forza aumentare gradatamente a mano a mano che l’evoluzione aumenta.
Questo perché? Perché è logico che aumentando l’evoluzione dell’individuo anche i suoi sensi si fanno sempre più raffinati, sempre più precisi, ed è inevitabile, quindi, che diventino sempre più sensibili.
La dedizione al cammino determina la natura di ciò che si riceve
Nel compiere la ricerca nella sua vita, fatta per comprendere le varie domande che di volta in volta gli si presentano, l’individuo si dibatte nei perché che non riesce a sciogliere, a dipanare, cadendo fra reti tortuose dalle quali l’uscita sembra allontanarsi sempre più; ed ecco allora nascere domande sulla ragione del dolore, sul perché della vita, sulla realtà o meno di un Dio, sulla casualità di tutto ciò che si vive, e via dicendo.
La separatività è il terreno di coltura dell’Io
Tu che sei all’inizio di qualcosa che non conosci ancora,
non commettere lo stesso errore che
hanno commesso molti altri uomini prima di te,
non cercare una strada particolare
perché non vi è una strada particolare
che porti a ciò che tu vai cercando,
La ricerca dell’uomo come riscoperta di sé
Figlio mio,
ciò che io intendo per ricerca è forse più giustamente denominabile come “riscoperta”:
riscoperta di te stesso, del tuo vero “Sé”, di ciò che dentro a te giace,
sepolto ma non silenzioso,
sommerso ma intransigente,
sfuggente eppure concreto quanto e forse più di ciò che le tue mani ora stringono,
ora afferrano, ora percuotono, ora accarezzano.
Tutto l’accadere è per la nostra evoluzione
Pace a te, figlio e fratello, a te che nel corso della tua vita credi di incontrare mille difficoltà,
e pace anche a te, figlio e fratello, che credi, nel corso della tua vita, di non incontrare mai alcuna difficoltà.
Pace anche a te, figlio e fratello, che versi lacrime quando le lacrime non dovrebbero venire versate.
E pace anche a te, figlio e fratello, che senti in te la durezza che impedisce ai tuoi occhi di far sgorgare quelle lacrime che potrebbero essere per te la vera fonte della liberazione.
L’insegnamento spirituale può far paura
«La migliore difesa è l’attacco» è uno dei tanti detti che la saggezza popolare ha creato per esprimere particolari situazioni, particolari momenti, in cui un individuo può venirsi a trovare nel corso della sua esistenza.
In realtà questo detto ha effettivamente in sé una certa saggezza, tanto che è stato preso – più o meno consapevolmente – e usato nelle più svariate occasioni. Questo accade ad esempio allorché – per restare nell’ambito che ci compete – i componenti del Cerchio leggono le parole che noi rivolgiamo loro.
La coscienza di esistere in Te
Io ti ringrazio
per avermi dato la coscienza di esistere,
per avere permesso che questa coscienza di esistere
mi contrapponesse alla realtà a me esterna,
per aver fatto sì che questo mio contrappormi alla realtà esterna
mi abbia indotto a pensare che anche le altre persone
siano esterne a me e a me contrapposte.
Come aiutare l’altro, o una coppia in crisi
Ultimamente abbiamo affermato che non dovete credere che ciò che noi abbiamo detto fino a questo punto sia la parola finale dell’insegnamento spirituale, ma che anzi l’insegnamento spirituale che noi, di volta in volta, vi porgiamo è come la punta di un iceberg, e che quello che ancora vi è da dire è come il resto dell’iceberg, che è sotto le onde del mare e che sembra non esistere, ma che pure è così tanto, in confronto a ciò che emerge.
Infatti, l’insegnamento spirituale va sempre – come abbiamo già detto – vagliato ed aggiornato a seconda dell’intimo di ognuno di voi e dei vostri mutamenti;