Il canto dell’evoluto

“Non ti curar di lor ma guarda e passa.”
Io vorrei voltarmi indietro, e vorrei fermarmi ad aspettarti, ma qualcosa mi dice che non è giusto che io mi fermi, che non è giusto che io attenda che tu arrivi a me. Io devo percorrere quel cammino e se mi fermo adesso per aspettarti, forse non avrei il tempo poi per fare quello cui sono chiamato.
A volte vorrei tornare addirittura indietro, ma le parole del poeta adattate alla situazione mi fanno comprendere quanto non sia giusto fermarsi, tornare indietro, attendere e soffrire:

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L’evoluto, la sua condizione e la sua funzione

Fratelli, sorelle, quanta confusione nelle vostri menti, quanta incertezza nei vostri cuori! Sentir parlare di individui evoluti, vi fa perdere quasi il senso della realtà.
Forse voi confondete l’evoluto con il Maestro: ma l’evoluto per quanto sia grande la sua evoluzione non potrà mai pareggiare la grandezza del Maestro, e questo perché l’evoluto, per quanto cammino abbia percorso, per quanta strada abbia lasciato dietro alle sue spalle, è sempre e comunque un uomo, un essere incarnato, un essere soggiogato dai bisogni del corpo fisico.

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La vera sensibilità, l’Io e la necessità di agire

Voglio portare anche io il mio contributo in favore del discorso sulla sensibilità, mettendo soprattutto l’accento di quale ruolo ha l’Io quando si parla di sensibilità.
Per capire che l’Io anche in questo caso ha un ruolo molto importante basta stare un momentino attenti alle proprie azioni quando ci si trova di fronte ad altri fratelli e quando si sente dentro di noi un qualcosa che vibra, fa soffrire nel vedere che un altro sta attraversando, magari, un momento di difficoltà.

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Dare senza attendersi una gratificazione

Succede a tutti voi nella vita di tutti i giorni di provare a cercare di tradurre in pratica ciò che noi così spesso vi diciamo, di rivolgervi agli altri presentando loro le nostre parole, di cercare di aprirvi agli altri, di cercare di aiutarli, di farvi sentire vicini, e molte volte accade che queste persone verso le quali ognuno di voi a volte dirige il proprio sentire diano una risposta negativa, accade di non ricevere, ad esempio, un grazie per quanto è stato fatto.

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Non essere tiepidi, discernere ed agire

Tu, figlio, sei responsabile di ciò che accade a tutti i tuoi fratelli.
Coloro che non condividevano le azioni ed i pensieri di Hitler ma che hanno taciuto e lo hanno lasciato fare sono tanto responsabili quanto lui.
Questo forse ti sembrerà eccessivo, ma è così; certo, tu potrai dirmi: “Ma se quello che egli ha fatto era previsto, se rientrava in un disegno karmico…”.
E no! Ed è proprio a questo punto che si tende a sbagliare anche a causa di un’errata interpretazione del nostro dire “non giudicare”.

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Non modellate i bambini secondo i vostri desideri

Il bambino, soprattutto quello piccolissimo, data la sua struttura fisica nuova e non avendo, possiamo dire, allacciato ancora del tutto i suoi nuovi corpi (il corpo astrale, il corpo mentale) è più in diretto contatto con il mondo spirituale che ha lasciato da poco; inoltre, da un punto di vista psicologico il suo Io è in via di formazione e quindi non è del tutto strutturato.

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La disponibilità a mutare se stessi senza fine

Sorelle, fratelli, vi ho osservati, vi ho guardati, vi ho studiati nell’arco di tempo in cui siamo stati assieme. Ho visto la vostra buona volontà e vi ringrazio per questo, ho visto tutti i vostri sforzi e sono felice per questo. Ho visto in alcuni momenti anche il vostro entusiasmo e ne sono rallegrata.
Ma ho anche visto, sorelle mie, ho anche notato, fratelli miei, come alcune delle catene che vi tengono legati non sono da voi rifiutate bensì amate, cercate e volute, e tutto questo mi ha dato una grande pena, tutto questo mi ha fatto soffrire, figli miei.

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Il perfetto equilibrio di quanto accade (IIF7)

Introduzione insegnamento filosofico 7
Da quelle poche e semplici cose di cui abbiamo parlato nel corso di questi mesi una cosa balza evidente all’attenzione di chi ha saputo crearsi un’immagine sintetica della Realtà, così come scaturisce dall’insegnamento delle Guide: il manifestato è talmente complesso ma, tuttavia, talmente logico, che da un piccolo particolare è possibile, passo dopo passo, arrivare a sollevare il sipario su uno scenario sempre meno riduttivo e frammentario, nel quale sono inseriti armonicamente e in continua relazione tra di loro tutti gli elementi che gli danno forma e vita.

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La vera spiritualità è quella che tutto comprende

Seguire la via della spiritualità non significa dall’oggi al domani diventare asceti, dimenticare o costringersi a dimenticare gli impulsi fisiologici, le tentazioni della carne, così spesso aborrite, tuttavia cercate, perché anch’esse, in fondo, fanno parte di quel gran complesso di cose che costituisce la spiritualità. Scifo

Seguire la via della spiritualità non significa passare le proprie giornate inginocchiati davanti a un crocifisso o ad una immagine sacra e pregare in continuazione, creando intorno a un’oasi che in qualche maniera lasci il mondo al di fuori. Ananda

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Compromessi ed ipocrisie: il rimanere interiormente integri

Si sa che la vostra società e gli individui che la compongono amano il “compromesso”. Infatti se voi vi guardate attorno potete vedere che nel corso di una sola giornata si giunge a migliaia di compromessi. Dal compromesso politico della vostra classe dirigente, al compromesso tra un certo numero di individui (forse meno importanti dei primi) che ha certamente una minore possibilità di ripercussioni e di coinvolgimenti, al compromesso, invece, strettamente individuale.

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