Vorrei chiarire una cosa: introspezione non è sinonimo di psicoanalisi.
Le Guide avevano parlato negativamente della psicoanalisi, non dell’introspezione perché l’introspezione è senza dubbio indispensabile (senza però dimenticarsi di vivere la vita) per arrivare a conoscere se stessi.
evoluzione coscienza
L’archetipo bene-male e le sue declinazioni culturali [sf7]
D – Ogni società tende ad avere un suo concetto di “bene” e un suo concetto di “male”, in base ai quali cerca di gestire le proprie azioni. Questo concetto di bene o di male rappresenta un archetipo transitorio costituito dai vari gruppi di persone?
La parte più alta dell’Io per osservare l’Io [sf6]
[…] Il fatto che per comprendere, per conoscere voi stessi dobbiate passare attraverso l’uso dell’Io, in realtà è una cosa logica, perché non vi può essere altro modo! Voi avete diversi strumenti a vostra disposizione: avete il vostro corpo mentale, con cui elaborate i pensieri, fate concatenamenti, razionalizzate le cose.
Meditazione e conoscenza di sé tra occidente e oriente [sf4]
Le strade per lavorare su se stessi e, quindi, per conoscere se stessi, sono multiformi. Molte dipendono dall’ambiente sociale in cui l’individuo è inserito in quanto sfruttano quegli insegnamenti e quelle istanze che la società di appartenenza infonde in ogni individuo che in essa conduce la propria esistenza.
La sofferenza, la religione, la religiosità personale [sf1]
La sofferenza, questa compagna dell’esistenza, che vi sta sempre a fianco nel corso delle vostre giornate, dei vostri anni; la sofferenza, che può rendere il vostro modo di essere e di comportarvi qualcosa di così diverso da come siete realmente; la sofferenza che, quando si traduce in sofferenza del corpo fisico, fa paura, spaventa, fa tremare i polsi di ogni persona.
Non esiste la possibilità di scegliersi l’incarnazione
D – Io volevo sapere se quelle che solitamente qui, in questo Cerchio, vengono definite Guide sarebbero le Entità che praticamente sono uscite dalla ruota delle morti e delle rinascite, oppure se sono solo a livelli superiori sempre dei piani inferiori.
Quando abbiamo la responsabilità di un’azione?
D – Fin dov’è che c’è la responsabilità o non c’è la responsabilità?
La responsabilità c’è sempre e comunque, perché è sempre e comunque qualcosa che siete in grado di comprendere (?, si veda in seguito, ndr). Nel momento in cui vivete qualche cosa da cui non traete la comprensione, siete responsabili per non aver compreso.
Modelli morali ed esigenze del sentire
D – Volevo chiederti: noi perseguiamo la nostra personale evoluzione ma la responsabilità di poter indirizzare le nostre scelte in una certa maniera, che comporterà comunque una serie di ricadute, anche negative, qualora noi perseguissimo la nostra felicità, il raggiungimento di certi fini, di certi traguardi personali, come la possiamo gestire?
Fino a non desiderare più, se non il bene degli altri
D – Se è vero come è vero che il desiderio è una cosa che fa espandere il nostro Io, come posso migliorarmi senza desiderare di migliorare?
Ah, non puoi, non puoi assolutamente!
Perché è impossibile definire e quantificare l’intelligenza
Intelligenza: pochi elementi tipici dell’essere incarnato sono stati altrettanto sottoposti a tentativi di quantizzazione e di definizione, eppure l’intelligenza in realtà è sempre sfuggita a una tipologizzazione di qualche tipo.