A questo punto entra in gioco, però, qualcosa che influisce sul carattere e in qualche maniera trasforma il modo di rappresentare se stesso all’interno del mondo fisico: questo è quello che noi definiamo “personalità”, ovvero la manifestazione del carattere all’interno del mondo fisico.
Così è molto semplicistica la cosa, allora cerchiamo di ragionare – per chi è un po’ più dentro nell’Insegnamento – sul perché e sul percome questa personalità si va formando. Voi, facilmente, direte: “la personalità di una persona si va formando nel tempo a seconda di come sono i genitori, di come sono gli amici, di come si trova a contatto con determinate persone invece che con altre e questo concorda perfettamente con quelle che sono le conoscenze psicologiche studiate e approfondite negli anni dai vari psicologi.
Quindi l’influenza dell’ambiente sul carattere delle persone, l’influenza delle esperienze fatte sul carattere delle persone, l’influenza persino della conoscenza delle cose studiate o imparate nel corso della vita – dal punto di vista anche semplicemente culturale – che contribuiscono a formare il tipo di personalità dell’individuo; però ricordiamoci che, comunque sia, è sempre collegato e legato al carattere di base dell’individuo.
Certamente vi sono altre influenze; così come, per quello che riguarda il carattere – essendo la base della costituzione dell’individuo – vi è l’influenza di quello che noi abbiamo chiamato «imprinting» che certamente porta una traccia di quelle che sono le esperienze non umane all’interno delle esperienze umane, allo stesso modo vi sono degli elementi esterni che influenzano la costituzione della personalità. Non è solamente una faccenda che riguarda l’interiorità dell’individuo, ma è una faccenda che riguarda l’interscambio tra l’individuo e la realtà.
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Voi dovreste sapere a menadito la risposta su cosa sono questi elementi che contribuiscono a modificare o a modulare l’interscambio tra individuo e realtà; qualcuno ha sussurrato «gli archetipi», che però è un pochino troppo generico: gli archetipi transitori o i permanenti? Quali sono più importanti per la costituzione della personalità?
Diciamo che, senza ombra di dubbio, la personalità dell’individuo, facendo capo all’ambiente che l’individuo frequenta, è più facilmente direttamente influenzata da quelli che sono gli archetipi transitori, in quanto è agli archetipi transitori che l’individuo incarnato, con la sua personalità, le sue azioni, col suo muoversi all’interno della realtà del piano fisico, fa riferimento.
Certamente, c’è anche una certa parte di riferimento a quelle che sono le trasposizioni sul piano sociale umano degli archetipi permanenti – tipo la fratellanza universale, l’amore – però diciamo che sono concetti talmente poco comprensibili nella realtà quotidiana che quelli che hanno più forza di produrre influenze e modifiche all’interno della personalità dell’individuo sono proprio gli archetipi transitori; infatti sono gli archetipi transitori quelli che formano tutte le sfumature di ogni personalità e le permettono di interagire – come dicevo prima – all’interno delle esperienze che vive.
D – Se io nasco con una certa personalità perché devo fare certe esperienze, e però so che quel mio carattere va anche un po’ contro quello che l’Insegnamento dice perché mi induce a comportamenti sbagliati…
Considerate che voi avete questa base che è più o meno fissa (il carattere, ndr), tranne nel momento in cui voi avete una comprensione e allora, a quel punto, succede che la comprensione si iscrive nel corpo della coscienza, la quale ha capito qualche cosa, di conseguenza il sentire si modifica.
Il sentire è quello che influenza il vostro DNA e, quindi, avendo compreso qualche cosa, anche qualche gene nel vostro DNA smetterà di funzionare o funzionerà diversamente; e quindi ci sarà una trasformazione del carattere, anche se leggera.
Però questo avviene soltanto quando c’è qualche comprensione; se non c’è qualche comprensione il carattere vostro continuerà a essere quello che avete all’inizio per tutta la vita.
Quello che cambierà, invece, senza ombra di dubbio, sarà nel corso del tempo la vostra personalità; perché, sulla base del carattere che avrete, le influenze che avrete, i ragionamenti che farete, i pensieri, le emozioni, i desideri e tutto l’insieme degli elementi che cercheranno di influire su di voi e di aiutarvi a fare esperienze, porteranno a trasformare la vostra personalità agendo in maniera diversa su quello che è il vostro carattere; cosicché il vostro carattere si manifesterà in maniera diversa. Voi, magari, non sarete cambiati, perché il vostro carattere non sarà interamente cambiato, alla fin fine, però il vostro comportamento senza dubbio sarà diverso.
E questo è un punto importante, perché, tutto sommato, può dar ragione al fatto che noi diciamo che molto spesso l’importante è che voi agiate, facciate, perché significa che fornite elementi non soltanto al vostro sentire ma anche alla vostra personalità; quindi voi potrete cambiare il vostro modo di comportarvi, magari aiuterete qualcuno non tanto perché sentite di aiutarlo, perché il vostro carattere non l’ha ancora compreso, ma perché dovete farvi belli agli occhi degli altri.
Ciò non toglie però che, per poter portare avanti le vostre esperienze, i vostri rapporti con gli altri saranno governati da come voi vi comportate con gli altri, non dal vostro carattere; quindi è importante che voi cerchiate di fare secondo la vostra personalità quello che sentite, che ritenete meglio e più giusto fare. È un discorso complicato, questo…
D – Tornando al discorso del cambiamento del carattere, pur essendo vero che cambia qualche cosa – lo posso vedere guardando a ritroso come è stata la mia vita – però è talmente per sfumature, o per gradi, che alla fin fine è come se non avvenisse, non è percepibile questo tipo di cambiamento del carattere.
Non sempre, facciamo un esempio lampante: supponiamo che uno di voi abbia, come carattere, come elemento tipico del carattere, una forte predisposizione alla pittura. Potrebbe accadere, questo è un elemento tipico; si dice sempre: «La tal persona è predisposta alla musica, o alla pittura, o a scrivere» o quello che volete voi.
Ora, questa persona sarà quindi portata verso quel tipo di esperienza artistica, dovrà affrontarla per forza di cose perché quella dovrebbe essere la strada, scritta già geneticamente, guidata dal suo sentire; dovrà essere la strada da percorrere per portare elementi al suo sentire.
Il carattere che si formerà su questa spinta sarà più o meno tormentato, più o meno fluido, più o meno felice, più o meno contento, e potrà anche avvenire che, alla fine di una serie di esperienze fatte, l’individuo riesca a mettere da parte questa spinta verso il desiderio di dipingere. Questo perché potrebbe accadere?
Potrebbe accadere che quel tipo di esperienza gli ha insegnato tutto quello che doveva insegnargli e, quindi, non ci sarà più la spinta forte da parte del sentire che influenzerà il suo carattere al punto da indurlo a fare quell’esperienza in questo campo.
Cosa succede a questa caratteristica? Questa particolarità del suo carattere sparirà? Niente affatto; questa caratteristica sarà semplicemente smorzata, tanto è vero che potrà poi venire alla luce se soltanto l’individuo vorrà che venga alla luce ancora, avrà interesse per qualche altro motivo per farla venire alla luce.
D – Posso fare un esempio: a me è successo con il calcio una cosa del genere, diciamo che la mia gioventù è stata caratterizzata dalla passione forse estrema per quanto riguarda il calcio, tanto è vero che l’ho praticato a livello agonistico, poi ho fatto anche l’allenatore e, a un certo punto, adesso, guardo le partite e mi annoio, a meno che non ci sia qualcosa che mi piace dal punto di vista estetico, tipo come tecnico o qualcosa di particolare che, allora, mi appassiona lo stesso.
Ciò non toglie che se tu ti trovi in un campo con due ragazzi che giocano a pallone e ti chiedono di giocare, tu non ti tirerai mai indietro! Quindi significa che non hai perso la spinta; semplicemente che quella spinta non ti è più primaria e necessaria, indispensabile, come era prima. Quindi, un lato del tuo carattere continua ad appartenerti malgrado la tua personalità non lo manifesti più nella stessa maniera, con la stessa urgenza e lo stesso bisogno di prima.
Queste particolari caratteristiche del carattere – lo ripeto – sono smorzate, sono ancora presenti ma sono meno attive di quelle che erano prima; non soltanto, ma diventano una sorta di «dono» a disposizione dell’individuo che, in caso di necessità e di bisogno (magari per aiutare gli altri, per convincere gli altri a fare qualche cosa o per indurre gli altri essendo di esempio, ecc.) può richiamarle, in modo tale da metterle in atto volontariamente. Quindi, ciò che prima era una spinta quasi cieca a fare esperienza in qualche maniera, diventa poi invece un dono per poter essere usato utilmente per aiutare possibilmente se stessi o gli altri, principalmente gli altri.
D – Ci sono degli elementi per poter capire cosa è carattere e cosa è personalità.
Eh, gli elementi sono insiti in quello che abbiamo detto fino adesso! Il carattere è qualche cosa che difficilmente puoi cambiare; la personalità, invece, è molto mutevole, così come è mutevole l’Io. L’Io e la personalità sono strettamente legati; il carattere e l’Io non sono così strettamente legati come può sembrare, in quanto l’Io è mutevole come è mutevole la personalità, ma il carattere non è mutevole. Se è mutevole, è mutevole soltanto in frazioni, in qualche piccolo elemento; è molto più stabile di quello che può essere l’Io e di quello che può essere la personalità.
Qualcosa di analogo all’esempio riportato riguardo al calcio è successo con la scrittura. Da spinta primaria all’esperienza a modalità di rapporto con l’altro che viene attivata quando dalla relazione viene un impulso.