[…] Che differenza c’è tra la personalità e l’Io? Abbiamo detto: il carattere è la base per poter interagire nel corso delle vostre esperienze, il modo in cui questa base si esprime nelle vostre esperienze è la vostra personalità.
Ora, a quel punto, costituita la personalità, cosa succede? Succede che la personalità nel momento in cui viene a interagire con l’esistenza, con l’esperienza, si trova a dover interagire con le altre persone e con gli archetipi transitori.
Succede che, per poter interagire con le altre persone e con gli archetipi transitori, deve interagire fisicamente, emotivamente e mentalmente, ma emozione e mente sono molto condizionati da quelli che sono gli archetipi. Certamente, perché gli archetipi sono quelli che dettano le reazioni dell’individuo a livello della società, alla fin fine.
Ecco, queste reazioni, che vengono messe in atto e che sono stimolate dall’esterno dagli archetipi transitori e dai rapporti con le altre persone, sono quelle che danno l’illusione di una creazione dell’Io sulla personalità. Quindi l’Io, in realtà, è formato dalla personalità, ma è la parte che viene influenzata dall’esterno e che, quindi, ricopre in qualche modo la vera personalità dell’individuo. La quale, a sua volta, risale al vero carattere dell’individuo. È un po’ come se personalità e Io fossero le due facciate di una stessa medaglia, diciamo; la personalità è quella che guarda verso l’interno, l’Io è quella che guarda verso l’esterno.
Abbiamo sempre detto che l’Io è l’interfaccia con la vostra realtà; allora forse potete capire ancora meglio che è l’interfaccia nel senso che è come la vostra personalità, il vostro carattere, interagiscono con la realtà esterna. Il problema nasce sempre dal fatto che voi finite con identificarvi con la vostra azione.
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D – E in tutto questo, l’immagine dove la mettiamo?
Beh, l’immagine possiamo metterla tranquillamente assieme all’Io; è una conseguenza di quello che l’Io crea di se stesso, cerca di creare in se stesso. Siccome l’Io si rende conto di essere in quel modo, è necessario avere dei punti fermi per poter dimostrare a se stesso di esistere; allora cosa fa? Si crea un’immagine di se stesso: «Io sono così e così perché quando mi rapporto con la realtà esterna mi comporto così e così. Io ho i miei desideri, la realtà esterna è lì per esaudire i miei desideri, quindi io sono questo» e si crea un’immagine di com’è; certamente cercando di abbellirla il più possibile, perché è un po’ vanesio il vostro Io. Ecco, la vostra immagine è quella.
D – Quando dici che dobbiamo cambiare la nostra vita, s’intende permettere al nostro carattere di esprimersi attraverso la personalità, o si intende cambiare il carattere?
Il cambiamento che dovete operare è alla base di voi stessi, è riuscire a lasciar fluire il vostro Sentire, quindi lasciar fluire il vostro carattere, quindi lasciar fluire la vostra personalità, osservare come la vostra personalità fluisce e non cercare di essere la vostra reazione, ovvero il vostro Io. Quindi cambiare punto di osservazione della vostra vita.
D – Sì, però dicevi di non identificarci con le nostre azioni e intendevi di non identificarci col nostro Io?
Certo.
D – Eh, ma la difficoltà è proprio quella lì, di osservare la personalità anziché la reazione, cioè l’Io. Discernere una dall’altra.
Ma se fosse così facile, io non mi sgolerei tutto questo tempo!
[…] Avete tutti gli elementi; vorrei soltanto pregarvi però di non rendere eccessivo il ragionamento su questi elementi, perché quando voi ragionate, cosa fate? Mettete solitamente in moto il vostro Io; è il vostro Io che ragiona su questi elementi, invece chi deve usare questi elementi è la vostra coscienza; quindi voi prendete atto di questi elementi, cercate di comprendere per quanto potete, ma non fate della vostra vita un tentativo continuo di comprensione di questi elementi. Prendete atto di questi elementi, le cose stanno così e il vostro corpo akasico penserà comunque a ciò che gli serve. Come dire che, alla fin fine, non siamo poi così utili come potete pensare!
Concordo con la chiusura del testo, che pone delle distinzioni molto sottili e difficili da intendere.
Sappiamo che c’è un carattere, una personalità, un io fasullo, che operano per farci fare esperienza, ma da ultimo chi veramente gestisce il tutto è la coscienza.
I
Grazie