D – Tu prima hai detto che ci sono degli elementi del carattere che si attivano automaticamente e altri che, invece, restano latenti; ma perché alcuni si attivano automaticamente e altri no?
Diciamo che ci sono di quelle che sono automatiche perché è necessario che comunque si attivino. Prendiamo giusto l’esempio che abbiamo fatto, quello dei rapporti con gli altri: è necessario che l’individuo abbia dei rapporti con gli altri, quindi non è una componente caratteriale che possa non essere attivata, deve essere comunque attivata; quindi è viva, attiva, e agisce per formare la personalità dell’individuo.
Questo è necessario e indispensabile che ci sia. Poi ci sono, invece, altre caratteristiche che non sono così necessarie per poter avere l’esperienza; possono essere utili per definire maggiormente l’esperienza o per orientare, a un certo punto, in una certa maniera il tipo di esperienza che l’individuo fa, e queste si attivano, vengono a influire sulla costituzione della personalità nel momento in cui l’individuo ne fa l’esperienza, si trova davanti alla situazione che risuona in qualche modo, vibra in qualche modo con quel tipo di capacità interiore appartenente al carattere che può essere utile a quel tipo di esperienza. Ecco, quindi, che entrano in gioco queste altre capacità.
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Noi avevamo parlato l’altra volta anche di particolari caratteristiche che restano all’interno dell’individuo una volta compreso, e queste caratteristiche – facendo parte del corpo akasico – restano poi all’interno dell’individuo per tutte le incarnazioni che possiede; ad esempio, una vita in cui l’individuo ha amato particolarmente la musica, ha compreso particolarmente la musica, riesce a inserire la vibrazione musicale in una comprensione molto più profonda che appartiene a questo individuo ogni volta che si incarna, per tutto il corso delle sue incarnazioni.
Questo significa che l’individuo sarà sempre un musicista? No, assolutamente. Significa che l’individuo ha questa caratteristica tra i suoi doni, tra le sue possibilità, e questa possibilità si attiverà o influirà in determinati momenti o in determinate circostanze.
Ad esempio, invece di rendere l’individuo un musicista, nel momento di manifestare la sua personalità lo renderà capace di percepire più facilmente le vibrazioni che provengono dalle altre persone, per esempio le vibrazioni emotive. Anche la vibrazione emotiva è qualche cosa di assimilabile a una musica, è sempre una vibrazione, in realtà.
Quindi, comprendere la musica può aiutare a comprendere le emozioni, per esempio, e quindi può rendere le persone capaci d’interagire e riconoscere le emozioni che provengono dalle altre persone. D’altra parte, voi sapete benissimo che i musicisti – quelli che veramente sentono la musica interiormente – sono persone molto sensibili e sono facilmente influenzabili, facilmente influenzati da quelle che sono le vibrazioni delle emozioni che li circondano.
D – Quando una vibrazione – in questo caso parlavamo di musica – riesce a coinvolgere tantissime persone, vuol dire che fa riferimento a degli archetipi permanenti? Cosa c’è? Passa un messaggio potente? Com’è possibile che un personaggio (come quello che stiamo vedendo in questi giorni) o comunque una musica riesca a «entrare» comunque, in qualche modo, in così tanta gente?
[…] Ma non è un quid particolare; certamente vi sono molti fattori concomitanti, ad esempio principalmente quelli che sono gli archetipi transitori di quel tipo di società in quel momento. Ad esempio, una Marilyn Monroe che nascesse adesso non otterrebbe più nessun successo ma passerebbe inosservata, anche perché non avrebbe più nessuna attrazione, o ben poca attrazione se non quella che hanno le migliaia di piccole attricette che compaiono nei vostri show televisivi.
Allora, gli archetipi transitori, gli archetipi diciamo dal punto di vista sociale erano molto diversi, non c’era quella miriade di personaggi pseudosessuali che attualmente richiamano l’attenzione; allora era una cosa rara e proprio la sessualità – voi lo sapete – è uno degli elementi costituenti della vostra evoluzione; quindi, una persona che riuscisse a canalizzare, a incanalare un ideale sessuale di un archetipo societario, certamente non poteva che diventare un mito, non poteva che attrarre l’imitazione degli altri, non poteva che restare nel cuore delle persone che hanno vissuto quel momento, quell’archetipo che quella persona in qualche maniera manifestava in maniera così evidente, così palese, e anche così trasgressiva rispetto a quello che era l’archetipo morale dell’epoca. Lo stesso si può dire per questo cantante morto in questi giorni: principalmente il suo “mito” (tra virgolette) è stato costituito da quella che era l’apparente trasgressività (si riferisce a Michael Jackson, ndr).
Ma forse significa che, allora, tutte le centinaia di migliaia di persone che attualmente stanno soffrendo, o dicono di soffrire, o piangono, o si lamentano, si contorcono per la morte di questa persona siano così tormentate per come era questa persona? Possibile che queste persone non si rendano conto che questa povera creatura era, in fondo, che cosa? Era in fondo un malato, una persona con dei grossi problemi, con dei grossi problemi psicologici, con problemi di pedofilia e via dicendo?
È possibile che tutte queste migliaia di persone volessero essere dei pedofili come lui?
Non può essere certamente questo; e invece significa che nel momento in cui questa persona ha incominciato a far musica, ad avere una certa popolarità, rappresentava il momento in cui la società americana era collegata al cambiamento, alla forza del tema razziale che dominava in quel periodo quel tipo di società.
[…] Ci si ricorda principalmente del personaggio, non della musica che ha fatta. La musica che ha fatta son sicuro che, tranne uno o due brani che ha fatto, nessuno di voi se la ricorderebbe! Invece, certi pezzi del passato, certi brani del passato che continuano a ripetersi nel tempo – prendiamo un valzer di Strauss, per dirne uno qualunque – ha attraversato varie epoche, ha convissuto e interagito con vari archetipi transitori, eppure ha conservato la sua freschezza, ha ancora la sua possibilità d’indurre delle emozioni nelle persone che lo ascoltano.
Ma quello che io volevo sottolineare è: quante persone che ascoltano il valzer di Strauss sanno o si ricordano, o pensano a chi era Strass?
D – Nessuna.
Quindi non è il personaggio l’importante, l’importante è quello che la sua musica ha saputo trasmettere attraverso i vari archetipi; e la maggior parte delle volte questa trasmissione avviene perché il tipo di vibrazione che presenta un certo tipo di musica si ricollega a certe vibrazioni tipiche principalmente di quelli che sono gli archetipi permanenti, invece che essere tipica di quelli che sono gli archetipi transitori, come è il caso invece che state vivendo adesso, attualmente.
[…] D – Quindi, certi tipi di musica possono rappresentare quello che chi l’ha fatta ha compreso, cioè è legato agli archetipi permanenti?
Non è necessario che abbia compreso, può aver percepito per un attimo quel tipo di vibrazione ed essere riuscito a trasporla, attraverso la sua sensibilità, attraverso una musica comprensibile, ascoltabile anche con vibrazioni meno sottili di quelle che lui aveva percepito. Può averla semplicemente ripetuta, non è detto che l’abbia compresa.
[…] D – Il fatto che in tanti hanno vibrato ascoltando il valzer di Strauss in quel caso, cosa vuol dire? Cosa c’è dietro a quel valzer?
Perché – facciamo l’ipotesi – all’interno di quel valzer c’era l’eco di una percezione di felicità, di allegria, di comunanza, di rapportarsi agli altri in maniera pacifica e felice, che accomuna tutti gli individui, perché fa parte del loro carattere rapportarsi con gli altri, di cui parlavamo prima, no?
E, allora, ecco che questo rapportarsi con gli altri è valido ancora in tutte le epoche e invade tutti gli archetipi sociali che possono essere presenti all’interno del pianeta nel corso delle varie esistenze. Ecco, quindi, che una musica che ha ancora, come sottofondo, quel tipo di vibrazione che ricorda quel tipo di elemento, può ancora essere valida a distanza di molti anni, mentre la musica che in qualche maniera rappresenta, con le sue vibrazioni, determinate caratteristiche di un archetipo transitorio, quindi del momento, allorché l’archetipo transitorio si scioglie non viene più compresa, percepita, o viene ignorata da quelli che seguono gli archetipi transitori che verranno in seguito.
Poi, specialmente al giorno d’oggi, vedete che gli archetipi si trasformano molto facilmente; c’è molto movimento in questa formazione, costruzione e distruzione degli archetipi. Quindi cosa succede nella vostra musica? Esattamente la stessa cosa; non riuscite più ad avere una musica che attraversi costantemente tutto il genere umano per molto tempo, ma esistono delle musiche che capitano momentaneamente ma, nel momento in cui nell’archetipo transitorio cambia qualche cosa, cambia anche il tipo di musica.
Molto chiaro tutto il discorso sulla musica che può riguardare archetipi transitori o permanenti.
Grazie