Carattere e personalità 10: il rapporto tra carattere e karma [A21]

D –  Esiste un qualche rapporto tra il carattere di una persona e il destino di una persona? O, diciamo, il karma di una persona, in qualche modo.

Il rapporto c’è evidentemente; il rapporto tra carattere e karma è evidente che esista; anche perché cos’è il karma? Il karma è legato alle cose che non si son comprese, agli errori che son stati fatti, e la costituzione del carattere a cosa è dovuta? È dovuta alle comprensioni che avete avuto; quindi certamente, nella costruzione del carattere ci sono le comprensioni ma c’è anche traccia di quello che non è stato compreso; quindi senza dubbio il vostro karma in qualche maniera viene riflesso dal vostro carattere.

D’altra parte, se non fosse così, non si potrebbe neanche parlare di karma. Il vostro carattere stesso è strutturato in maniera tale che voi vi troverete davanti alle esperienze grazie alle quali potrete, se riuscirete a comprendere o se riuscirete ad accettare quello che vi succede, risolvere o adempiere il karma che avete accumulato in passato.

Le ultime incarnazioni di un individuo sono, nelle aspettative di ognuno di voi, incarnazioni dove uno è più felice, dove uno più sta bene, dove uno è sereno, ha compreso tutto, è in pace con se stesso, è in pace col mondo, è in pace con l’Assoluto; il realtà, il più delle volte – o quasi sempre, se non sempre – sono le incarnazioni che, guardandole dal punto di vista umano, sono le più tormentate che possano esistere.

Questo, perché? Perché c’è la necessità, nel corso dell’ultima vita di eliminare, assolvere tutto il karma negativo che era stato accumulato fino a quel momento e che, altrimenti, non si potrebbe più assolvere.

D – Faccio un altro esempio: la timidezza, o anche l’aggressività; comunque quelle espressioni della personalità negative. Mi veniva da dire che anche queste risiedono nel carattere, però tu hai detto adesso che nel carattere, essenzialmente, gli elementi sono positivi (“il vostro carattere è costituito principalmente da una dotazione positiva, ovvero da tutte le cose che il vostro corpo akasico pensa di aver compreso; da A21, ndr); quindi come può una spinta positiva diventare poi timidezza piuttosto che aggressività?

Ma timidezza e aggressività sono «manifestazioni» di quello che c’è all’interno del carattere; per cui sono attributi della personalità più che del carattere. All’interno del carattere ci sarà invece la spinta a rapportarti con gli altri.

D –  E com’è che si trasforma nella spinta opposta? La timidezza è la spinta a non rapportarti con gli altri, sostanzialmente. E, quindi, come può avvenire questa inversione completa?

Avviene perché entrano in gioco gli altri elementi, ovvero l’Io e gli archetipi. Diciamo che – per restare in questo esempio – nel carattere c’è questa spinta, questo dono, a cercare di rapportarti con le altre persone, e rapportarti con le altre persone cosa significa? Significa in qualche modo trovare dei collegamenti, riuscire a trovare dei punti di contatto con le persone che ti stanno intorno.

Ora, questi punti di contatto sono espletati all’interno del piano fisico, ovviamente; all’interno di esso però ci sono diversi elementi che contribuiscono a sviluppare il tipo di contatto che l’individuo può avere con le altre persone; ci sono le tensioni sociali, ci sono questioni razziali, ci sono queste idee archetipali di un certo tipo, c’è la cultura, l’ignoranza, c’è la manifestazione della propria parte femminile o della propria parte maschile, ecc.; tutti elementi che, a seconda delle situazioni sociali che l’individuo sta vivendo, fanno sì che la base caratteriale si esprima in un determinato modo invece che in un altro.

D – Invece esistono degli elementi del carattere che accomunano persone diverse?

Senza ombra di dubbio! Certamente. Prendiamo una cosa semplice, quell’esempio che abbiamo fatto prima: rapportarsi con gli altri. Questo è un elemento caratteriale che penso che accomuni tutti gli individui che si incarnano; perché rientra nelle necessità dell’esperienza avere rapporti con le altre persone. Quindi, senza dubbio, è un elemento del carattere che accomuna tutti gli individui che si incarnano. 

Annali 2008-2017

0 0 votes
Valutazione dell'articolo
Subscribe
Notificami
guest

3 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Luisa

Buongiorno, stavo riflettendo sull’aggressività come manifestazione della personalità, e riprendendo l’esempio del rapportarsi alle altre persone come dotazione caratteriale, questa aggressività può essere vista come un tentativo dell’Io di nascondere la propria fragilità o senso di inferiorità?

Leonardo

Possiamo immaginare, portando avanti l’esempio proposto nel post, che la spinta caratteriale alla relazione venga modificata e distorta dalle dinamiche dell’Io il quale decodifica quella spinta come tentativo di sottomettere la realtà, di dominarla.

Ciò porta la persona incontro al dolore conseguente all’esperienza dell’impossibilità di poter sottomettere la realtà. Da qui direi nasce la “fragilità” e”inferiorità”.

Ora, quale può essere la “reazione” del individuo di fronte a tale esperienza? Questo dipenda se la persona in questione ha compreso oppure no.

Se non c’è comprensione allora prevalgono le dinamiche dell’Io e il suo modo di decodificare il carattere e la spinta alla socialità; questo porterà a una personalità aggressiva, la quale non accetta che la realtà non si plasmi secondo i suoi desideri.

Dal’altra, se c’è comprensione e abbiamo una coscienza mediamente evoluta, dove le spinte dell’io, del doversi affermare sono state relativizzate, allora il fluire del carattere sarà meno condizionato dall’io, e quella spinta caratteriale alla socialità potrà manifestarsi in una personalità inclusiva, pronta ad accogliere il punto di vista dell’altro; non si avrà più rabbia, ma sentimento di empatia verso l’altro.

Catia Belacchi

Chiara la distinzione tra ciò che attiene al carattere e ciò che attiene alla personalità.

3
0
Vuoi commentare?x