Lo scopo dell’evoluzione è dunque quello di raggiungere il massimo perfezionamento, è quello di identificarsi con la Coscienza Assoluta, è quello di unirsi al Vero Amore, o, se vogliamo dirla con il maestro Scifo, è l’imparare a vibrare all’unisono con il Creato. Vito
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Raccogliere le briciole inviate dall’esistenza per aiutarci a cambiare
lo sono conscio, consapevole, sono a conoscenza perlomeno degli insegnamenti che tu mi porti, ma se mi guardo attorno mi sento desolato, mi sento intristire nell’osservare l’indifferenza di tutti gli altri figli che, come dici tu, dovrebbero essere miei fratelli.
A volte penso di essere io stesso a non sentirli miei fratelli, a comportarmi in modo tale da suscitare in loro una reazione di indifferenza nei miei confronti. Perché, nonostante sia passato tutto questo tempo da che io ascolto le tue parole, fratello mio, non riesco ancora a sentire tutti gli altri uguali a me e continuo,
La conoscenza, la comprensione, l’assenza di desiderio
Da quanto fin qui appreso, risulta evidente che ai fini dell’evoluzione la conoscenza ha in fondo soltanto un’importanza relativa.
Se voi pensate bene, questo concetto dovrebbe rivoluzionare tutto il vostro modo di vivere e di concepire l’esistenza e la stessa società in cui vivete e nella quale chi più conosce più viene ritenuto, solitamente, grande e di conseguenza molto evoluto.
In realtà la conoscenza è semplicemente un mezzo che può tornare utile, come è stato detto prima, a conseguire evoluzione, ma non è stato strettamente necessario a questo conseguimento.
Non gettate la vostra interiorità nelle mani degli altri
«Non gettate le perle ai porci», disse il Maestro, «non date l’oro in pasto ai cani», non fate sì che chi non può comprendere, o chi può male interpretare, o addirittura travisare venga a conoscenza degli insegnamenti sublimi.
L’insegnamento, infatti, per una sua legge naturale che lo guida, tende ad arrivare là dove esso è atteso, dove le persone sono pronte a recepirlo, a confrontarlo con le proprie credenze e le proprie opinioni e, quindi, a metterlo in atto.
Personalità: la sua strutturazione, il giusto modo di intenderla
Considerato che l’argomento di codesta serata è alquanto inconsueto ed ostico per le vostre menti, inizierei con qualcosa di semplice ed alla portata quindi della vostra comprensione.
Inizierei, per questi motivi, cercando di spiegarvi come l’essere nasce, incomincia a poco a poco a prendere contatto con gli altri suoi veicoli e a costruire, in questo modo e di conseguenza, la propria personalità.
Dalla separazione dall’Assoluto, alla vita nel piano fisico
Voglio parlare un attimo di quello che succede allorché avviene quella che voi siete usi definire “incarnazione”.
Qual è la trafila che ognuno di voi ha seguito, segue e seguirà per attraversare i piani di esistenza fino ad arrivare al piano fisico?
Per fare questo userò delle immagini, degli esempi, e voglio chiarire, prima di tutto, che quelle immagini, quegli esempi non sono la Realtà, ma sono degli artifizi usati per far sì che voi mentalmente possiate costruirvi un’idea della Realtà, un’idea certamente errata, approssimativa, sbagliata ma che tuttavia contiene il concetto di quello che più mi preme farvi trattenere.
Da Io a non-Io, fino alla fusione con il Tutto
Prima però di entrare nel merito, vorrei un attimo osservare nell’ottica della serata questo Io, vorrei cioè andare alla ricerca dell’Io lungo il cammino evolutivo di un’individualità, di un individuo, e percorrere le tappe dell’evoluzione individuale per vedere se l’Io può venire riconosciuto nella prima ondata di evoluzione e si trova incarnato all’interno del regno minerale.
Bene, creature, non mi sembra necessario spendere moltissime parole per dire che non è possibile trovare tracce dell’Io nell’individuo incarnato a questo stadio evolutivo;
Il canto dell’evoluto
“Non ti curar di lor ma guarda e passa.”
Io vorrei voltarmi indietro, e vorrei fermarmi ad aspettarti, ma qualcosa mi dice che non è giusto che io mi fermi, che non è giusto che io attenda che tu arrivi a me. Io devo percorrere quel cammino e se mi fermo adesso per aspettarti, forse non avrei il tempo poi per fare quello cui sono chiamato.
A volte vorrei tornare addirittura indietro, ma le parole del poeta adattate alla situazione mi fanno comprendere quanto non sia giusto fermarsi, tornare indietro, attendere e soffrire:
L’evoluto, la sua condizione e la sua funzione
Fratelli, sorelle, quanta confusione nelle vostri menti, quanta incertezza nei vostri cuori! Sentir parlare di individui evoluti, vi fa perdere quasi il senso della realtà.
Forse voi confondete l’evoluto con il Maestro: ma l’evoluto per quanto sia grande la sua evoluzione non potrà mai pareggiare la grandezza del Maestro, e questo perché l’evoluto, per quanto cammino abbia percorso, per quanta strada abbia lasciato dietro alle sue spalle, è sempre e comunque un uomo, un essere incarnato, un essere soggiogato dai bisogni del corpo fisico.
La vera sensibilità, l’Io e la necessità di agire
Voglio portare anche io il mio contributo in favore del discorso sulla sensibilità, mettendo soprattutto l’accento di quale ruolo ha l’Io quando si parla di sensibilità.
Per capire che l’Io anche in questo caso ha un ruolo molto importante basta stare un momentino attenti alle proprie azioni quando ci si trova di fronte ad altri fratelli e quando si sente dentro di noi un qualcosa che vibra, fa soffrire nel vedere che un altro sta attraversando, magari, un momento di difficoltà.