Analisi di alcuni sogni e le parole stimolo [A156-sogni6]

Il somatismo Il somatismo osservato è costituito da problemi allo stomaco con bruciori intermittenti.

Il bruciore di stomaco non l’ho sempre avuto. Penso sia iniziato all’incirca dopo l’università. Mi prende la bocca dello stomaco, esattamente sotto lo sterno, con intensità diverse. In sintesi ho notato le seguenti cose:

  • compare più spesso la mattina uscendo di casa, quasi mai quando invece rientro la sera;
  • può essere momentaneo oppure ripresentarsi più volte durante la giornata;

raramente ha un’intensità molto forte (ma quando capita sembra che ti stiano bruciando davvero) quasi sempre di media entità l’ho sempre legato alle situazioni stressanti lavorative, ma in quest’ultimo periodo ho ampliato le possibilità. Non penso sia così matematica l’associazione tra le due cose. Il fatto che io l’abbia collegato al lavoro è fuorviante in quanto al lavoro passo la maggior parte del tempo.

Il posizionamento del nucleo del somatismo è nei corpi inferiori L’identificazione del chakra maggiormente legato al somatismo che ho portato sembra davvero semplice, cioè il terzo chakra, quello del plesso solare. È l’area ombelicale, tra la regione epigastrica e quella ipogastrica.

A livello fisico è correlato con la funzione digestiva (in particolare stomaco, fegato, colecisti, intestino tenue, pancreas), diaframma (assieme al quarto Chakra), i muscoli volontari e la loro funzionalità, gli occhi.

C’è da sottolineare che io la percezione di bruciore la percepisco più in alto della zona ombelicale, esattamente sotto a dove lo sterno si divide (quindi più vicina al 4° chakra). Non so se questa percezione abbia un senso oppure no o se sia meglio tenere come riferimento la zona fisica che teoricamente dà origine al bruciore di stomaco che è appunto lo stomaco stesso. Se la collocazione a livello fisico del somatismo è corretta (3°chakra) allora il corpo a cui è legato l’errore di decodifica dovrebbe essere il corpo astrale (considerazione che tra l’altro si legherebbe molto bene alle varie corrispondenze e simbologie legate al 3° chakra stesso).

Sogno n. 1 – 26 Dicembre 2012

Sogno che apparentemente sembra ridicolo; ho sognato di essere incinto e ricordo che il mio atteggiamento/reazione (all’interno del sogno) verso la gravidanza mutava e non restava lo stesso, tanto da poterlo dividere in 3 fasi principali.

Inizio: mi spostavo in città e vedevo che avevo il pancione, ma percepivo la gravidanza come qualcosa di assolutamente normale. Ricordo che riflettevo come a volte capiti di restare incinti e a volte no, ma quell’evento per me rientrava nel panorama dei fatti normali e assolutamente logici.

Parte centrale: nella parte centrale ho come realizzato di colpo che io essendo maschio non potevo in alcun modo rimanere incinto, era una cosa impossibile in modo categorico. Inizio quindi a essere preoccupato perché è successo qualcosa che non avrebbe dovuto succedere. Inizio quindi a chiedermi come tutto ciò sia possibile. Mi viene in mente di chiedere consiglio a un amico, il quale mi invia delle informazioni, del materiale nel quale vengono trattati casi di gravidanze maschili.

Fine: il mio atteggiamento/reazione cambia nuovamente. Capisco che quella che io penso essere una gravidanza in realtà non lo è davvero (cioè nel senso comune del termine) e la mia attenzione si focalizza su due elementi: la gravidanza può rappresentare una compensazione di qualcosa oppure è legata al lavoro sui somatismi. In quel momento realizzo che se riesco a capire qualcosa, quel qualcosa che devo capire, se arrivo al nocciolo della questione (ma non so quale questione) del somatismo, questo apparente stato di gravidanza sparirà.

Mie note. Tutti questi ragionamenti e differenti reazioni si sono svolte all’interno del sogno e non sono frutto di riflessioni posteriori. Durante il sogno non c’è mai stato il minimo accenno a un mio rapporto di coppia, ma la gravidanza sembrava essere una cosa che riguardava solo me. Nessuno di coloro che incontravo durante il sogno sembrava stupito, sorpreso da questa gravidanza era come se tutto per loro fosse normale. Ricordo che nel sogno ero effettivamente io, cioè non avevo un sesso diverso oppure i capelli di un altro colore e via dicendo.

Sogno 2 – 26 gennaio 2013

Mi trovo in una cantina o una segreta non saprei dire di quelle con le volte di mattoni o pietre.
È piccola e poco illuminata se non da candele che creano quei particolari giochi di luci e ombre. Io sono spettatore, mi trovo in un angolo, precisamente nell’angolo opposto a dove si svolge la scena.

Ci sono 3 persone nell’angolo opposto al mio di cui una accovacciata a terra che penso pianga e si disperi. Sembra non accettare la perdita di una persona cara, forse la moglie.
Le altre due persone stanno cercando di farglielo capire, gli dicono che è morta, che non c’è più, è stata bruciata e gli mostrano una fiamma accesa (non so se si tratta di una candela o altro).

L’atteggiamento delle due persone sembra consolatorio verso chi si sta disperando, cercano di fargli capire e accettare la cosa. Lui continua a negare, non gli crede e urla e si dispera, sembra a tratti rabbioso e a tratti triste e afflitto. Io alla fine me ne vado tappandomi le orecchie per non sentire quei lamenti.

Sogno 3 – 2 febbraio 2013

Mi trovo in una grande sala dove a un tavolo è seduto Emiliano (la persona per cui lavoro ora). Io sono seduto di fronte a lui, dall’altra parte del tavolo. Ad un certo punto compare la persona per cui lavoravo prima che mi sorride e mi stringe la mano dicendo qualcosa di carino. Si siede accanto a me (quindi anche lui opposto ad Emiliano) e i due si stringono la mano salutandosi.

A parte il tavolo a cui siamo seduti, la sala è strana perché la maggior parte dello spazio è occupato da tutta una serie di troni o grandi sedie in legno lavorato e intagliato con degli schienali molto alti. La cosa strana è che questi troni non sono disposti secondo un ordine, sono come uniti tra loro formando una sorta di corpo unico dalla forma strana, e dai contorni sfalsati. Una mia collega (del posto di lavoro attuale) compare da dietro i troni e passa senza fermarsi. A questo punto cambia l’ambientazione

Mi trovo all’esterno in strada. Sembrano quelle strade di quei paesini medievali tedeschi, con quelle case in pietra e le travi di legno a vista sulla facciata della casa, le strade sono fatte di pietre quadrate, porte ampie in legno. Mentre sono in strada apparentemente senza una meta, compare una mucca che inizia a spingermi da dietro con il muso (come a volte fanno i cani) e facendo così mi spinge a muovermi perché ogni volta che arriva io scatto in avanti. Mi dà abbastanza fastidio la cosa, non mi lascia in pace, mi fa continuamente muovere. Non ne ho paura, mi dà solo fastidio.

A questo punto per risolvere la situazione, penso di attirare la mucca da un altra parte, all’interno di una specie di cortile e lì, sdraiato a terra, c’è un toro o almeno io lo vedo così anche se non sembra più grande di una mucca. Questo toro però è accovacciato a terra, non è in piedi. È nero o comunque molto scuro. Ho attirato qui la mucca perché penso: “ora che c’è un suo simile, uno della sua specie mi potrà lasciare in pace”.

È come se dovessi liberarmi della mucca perché so di dover fare altro. Nel sogno non so bene se sto cercando di tornare nella prima stanza (quella all’inizio del sogno) o se sto cercando di fare altro. Sta di fatto che la mia attenzione viene attirata da tre porte in legno e io sto cercando quella giusta, per cosa non lo so. Sono grezze, di legno, tipo quelle di una fattoria. Io le apro una dopo l’altra in serie, ma dietro le porte è buio e non capisco se si passa o se c è una sorta di muro e quindi il passaggio è bloccato. Non capisco, sono confuso e un po’ contrariato ma so che dietro le porte non ho trovato quello che cercavo, o che mi aspettavo, solo buio.

Parole associate


parole stimolo

risposta
tempi grigio chiaro=incertezza grigio scuro= ritardo evidente
note
maschiofemmina
fiorepiantaPAROLA STIMOLO NEUTRA
mogliemarito
panciaaddome
gravidanzabambino
ricercalavoro
identitàmaschio
sceltedifficili
alberofiorePAROLA STIMOLO NEUTRA
cantinabuia
lamentibruti
candelafiamma
doloremale
emozionedifficili
pratofiorePAROLA STIMOLO NEUTRA
muccagrande
pietraduraPAROLA STIMOLO NEUTRA
torocorna
cartapennaPAROLA STIMOLO NEUTRA
capolavoro
reginare
tronospade
poteregrande
gattocanePAROLA STIMOLO NEUTRA
portaaperta
paurabuio
buiopaura
stomacobruciore

D – Il metodo per scegliere le parole stimolo: c’è qualche indicazione diversa rispetto a come abbiamo fatto?

Sono tre, quattro incontri che aspetto questa domanda, finalmente vi siete decisi a farla, avete preso coscienza che forse qualche suggerimento poteva tornarvi utile! Il fatto è che avete la tendenza, invece di essere attivi nei confronti di quello che vi propongo, ad aspettare, quando invece nel momento in cui avete dei dubbi dovreste essere pronti e disponibili a metterli in piazza e cercare di farveli chiarire dagli altri, o se gli altri non ci riescono, a farveli chiarire da noi.

Allora, veniamo alla tecnica. Tanto per incominciare dovreste distribuire le parole che traete dai sogni in maniera più equilibrata; ad esempio questa sera, chi aveva preparato le domande, aveva usato quasi tutti sostantivi e non va bene, perché si corre il rischio di avere delle risposte con altri sostantivi che non sempre posso essere indicativi, o meglio non offrono una varietà di esame abbastanza interessante. Io direi di estrarre certamente dai sogni quegli elementi che sembrano i più importanti all’interno del sogno: senza dubbio l’estrazione di un simbolo da un sogno è qualcosa di soggettivo per tutti voi e quindi si può incorrere in proiezioni da parte vostra, tuttavia si possono sempre trovare degli elementi che, senza dubbio, appaiono in maniera evidente importanti.

Però, sarebbe anche bello riuscire a tirare fuori dai sogni un quattro o cinque azioni. Perché? Perché l’azione mette in moto all’interno della persona la componente sia astrale che mentale, dal momento che alla base dell’azione c’è una reazione emotiva ma anche un ragionamento, e sotto il ragionamento molto spesso c’è il tentativo da parte dell’Io o di occultare qualche cosa o di ottenere qualche cosa.

Quindi, mettendo delle azioni all’interno delle parole somministrate si può avere una reazione che può dare elementi che non sono strettamente collegati soltanto al fisico, ma hanno anche una parte di astrale e mentale.

Potete anche adoperare un po’ più di aggettivi: gli aggettivi non sono interpretabili fisicamente di solito ma implicano un’emozione nell’osservazione di qualcosa. O, perlomeno, implicano il notare un particolare della cosa che si sta osservando. E voi sapete che quello che si nota è determinato dalla propria percezione soggettiva, giusto? E il fatto che sia determinato dalla propria percezione soggettiva significa che vi è una buona componente astrale all’interno di questa percezione. Cercate perciò di mettere assieme un maggior varietà di tipologia di parole stimolo.

[…] C’è ancora un problema: in precedenza avevate cercato di stabilire se una risposta era astrale, mentale o fisica, in modo da avere qualche dato in più. Poteva essere anche una buona idea, però avete fatto la stupidaggine di essere voi a decidere che tipo di connotazione avevano le varie risposte. Ma questo non ha alcun senso perché non è altro che una proiezione di chi attribuisce un certo valore alle risposte: può essere un lavoro utile da fare, ma è giusto che questa scelta dell’attribuzione ai vari corpi in gioco della risposta venga fatta dalla persona a cui è stata applicata la tecnica.

D – Per quanto riguarda le parole neutre, va bene che siano prettamente fisiche oppure dobbiamo cercare di trovare qualcosa di più intrigante?

È meglio che siano il più neutre possibili perché devono adempiere a varie funzioni, la più importante delle quali è quella di dare un attimo di respiro all’Io e alle tensioni che possono nascere al suo interno di fronte a parole che gli provocano degli squilibri. Può essere utile – quando vi sembra che possa esserci stata una reazione evidente – metterne 2 di seguito, scelte tra un gruppo di parole il più neutre possibili.

Per intenderci, se voi sottoponeste a cento persone diverse la parola stimolo “piede” vedreste che la maggior parte delle volte la risposta sarà “mano” o “scarpa”, oppure la parola “sedia” che avrà quasi sempre come risposta “tavolo”. Nel caso delle parole neutre sarebbe bene limitarsi a sostantivi, per evitare le influenze emotive e mentali complesse. Quindi, è bene cercare di usare parole il più possibili talmente comuni da suscitare risposte talmente comuni che non provocano reazioni particolari; in questo modo si darà anche il tempo a chi è sottoposto alla tecnica di rilasciare la tensione ripristinando l’equilibrio in maniera da poter riprendere tranquillamente.

Io vi consiglierei di fare lista a parte di parole neutre, da cui chi somministra il test può attingere per inserirle quando gli sembra sia il caso di farlo. O al limite metterne una parte all’interno della somministrazione e tenerne alcune di riserva in maniera tale che dopo un blocco possano venir inserite due parole stimolo per dar tempo alla persona di riequilibrare le energie. 

D – E sulla velocità con cui dire le parole?

Ecco la velocità era decisamente troppa oggi: ci vorrebbe un pochino più di pausa tra una parola e l’altra in maniera tale che si possa anche avere più possibilità di capire se c’è stata effettivamente una pausa o meno, perché se le parole somministrate sono molto attaccate anche una piccola esitazione può sembrare un blocco.

D – Come valutare nel modo più oggettivo possibile i blocchi perché per come lo stiamo facendo adesso va un po’ a impressione, appena uno è un po’ più lento a rispondere allora c’è una pausa.

Voi avete fatto due distinzioni che mi sembrano giuste tra la pausa lunga e l’incertezza, mi sembra che possa essere valutato in questo modo. L’incertezza può essere anche dovuta a cause normali perché uno è incerto tra due termini e non gli viene subito quella da dire però segnala che c’è comunque qualche cosa che si sta alterando all’interno; il blocco invece, cioè una pausa lunga o addirittura nessuna risposta, indica che c’è stata una reazione forte dell’Io e quindi i blocchi forti sono anche quelli più indicativi. Le incertezze possono mettere sull’avviso che si sta andando su un campo che preoccupa un po’ l’Io. Quando invece c’è una pausa lunga vuol dire che l’Io non è preoccupato, ma decisamente perturbato.

D – Ci stavamo interrogando sull’opportunità di non discutere dei sogni prima, ma di comunicarceli con un anticipo giusto e necessario per stilare le parole stimolo e poi aprire una discussione.

Potrebbe anche avere un senso, anche se comporterebbe tempi molto lunghi e diventerebbe una cosa molto faticosa da farsi, considerando anche il fatto che siete molto pigri, tutti quanti, e la vostra collaborazione non è sempre così puntuale, attenta e sollecita come dovrebbe essere.

Quindi direi che non è il caso di seguire quella strada anche tenendo conto del fatto che, comunque, anche se parlate tanto dei sogni questo non fa altro che fissare nell’interiorità della persona che dev’essere sottoposta all’esame dei sogni e alle altre tecniche che ormai conoscete, il collegamento sogno/parole associate, facilitando così la corrispondenza e la relazione tra i due elementi. Tutte le vostre discussioni e le vostre ipotesi servono a sbilanciare un pochino l’Io ma anche a farlo sentire in grado di prepararsi i suoi meccanismi di difesa in modo da non farsi cogliere di sorpresa.

[…] Oggi uno di voi, magari per caso, ha detto una cosa molto intelligente: ha detto che, in fondo, questo lavoro che state facendo non è altro che un lavoro fatto sull’Io. Ovvero che l’applicazione di guardare i sogni, la tecnica delle parole associate ai sogni e anche quel po’ di lavoro psicanalitico alla base del lavoro che state facendo non è altro che esaminare il vostro Io.

Il vostro Io è presente nei sogni perché in essi si manifesta quello che ribolle al suo interno e le parole associate aiutano a mescolare per vedere se esce fuori qualche profumo delizioso dal pentolone che brucia sul fuoco dell’Io; ma c’è anche qualcosa d’altro che influisce su questo ribollire del vostro Io e si tratta degli AT a cui siete collegati.

Gli archetipi transitori nel sogno

Quindi il prossimo passo che bisognerà fare è quello di riuscire a collegare il lavoro che è stato fatto finora agli AT a cui l’individuo è collegato. Chiaramente non a tutti gli AT altrimenti diventerebbe un lavoro immane – però, perlomeno, agli AT che possono essere collegati ai sogni o alle risposte date alle parole associate e che riconducono al somatismo perché è lì, non dimentichiamolo, che dobbiamo arrivare. Quindi alcuni AT a cui manifestate di essere collegati. Prendiamo il caso del nostro amico di questa sera. Secondo voi in questi suoi sogni è possibile individuare degli AT di riferimento per quello che lo riguarda?

D – Sì, ma non so se sono Archetipi: il lavoro, la relazione uomo-donna, l’identità, l’uomo di successo.

Se ci pensate le cose che avete detto sono tutte correlate tra di loro: non è stato detto “il lavoro e l’amore per la musica”, ma avete parlato di lavoro, di rapporto con gli altri, di soddisfazione per quello che si fa.

Stringendo, stringendo, a me sembra che dall’esame dei suoi sogni e dalle risposte che ha dato ci siano alcuni archetipi che assumono una particolare importanza e che poi possono confluire in un altro archetipo che a sua volta, per il nostro sognatore ovviamente, ha altrettanta importanza.

Uno senz’altro è quello che riguarda il lavoro (mi sembra evidente anche dalle risposte che ha dato in cui l’ambiente lavorativo è stato spesso presente, così come era presente nei sogni stessi); un altro è l’archetipo del Cerchio e questo è evidentissimo in tutti e 3 i sogni; un altro è l’archetipo del uomo, del maschio. Se voi fate caso alle risposte che ha dato noterete, per esempio, che alla parola stimolo “identità” ha risposto “maschio”, fornendole una connotazione ben precisa. Tale risposta sembra essere abbastanza indicativa, specialmente considerando gli elementi presenti nel sogno. C’è un maschio all’interno dei sogni?

Se voi osservate i tre sogni potrete notare che c’è sempre la dicotomia maschio-femmina. C’è mucca-toro, re-regina,e via dicendo. Questo fatto, unito all’associazione identità-maschio potrebbe dare l’idea che c’è qualche sfumatura da comprendere legata all’archetipo “del maschio”.

Per quello che riguarda il lavoro possiamo notare che ci sono anche qua parecchi elementi presenti nei sogni, al di là di quelli evidenti, anche troppo evidenti (i due capi, i colleghi). Perché dico anche troppo evidenti? Perché sembra che vogliano indirizzare per forza a vedere questo aspetto della questione ovvero una sua apparente difficoltà magari a mettersi in relazione con queste figure. Così come il Re e la Regina in fondo sono due capi e anche in questo caso sembra ci sia una certa difficoltà a mettersi in relazione con questo re e questa regina.

Sembra che le risposte del suo Io cerchino di nascondere e di portare fuori strada. E se, invece, il punto non fosse tanto il lavoro, non fossero tanto queste figure autoritarie (in fondo anche la mucca e il toro risultano essere figure autoritarie) ma indicassero anche qualche cos’altro legato al rapporto personale, magari con delle sfumature particolari non tanto collegate all’ambiente lavorativo ma a qualcosa che è presente in quell’ambiente e che, considerando le figure autoritarie presentate, potrebbe essere collegato al suo rapportarsi con il potere?

Tutto questo potrebbe voler indicare che sta sperimentando l’archetipo collegato al potere, manifestando che ci sono alcune sfumature che non ha capito e ha difficoltà ad accettare e a comprendere.

A questo punto dovrebbe essere lui a mettersi li a osservarsi all’interno della sua vita se cerca di esercitare del potere su chi gli è vicino, o su coloro con i quali viene a contatto, o meglio ancora se pensa di essere in grado di poterlo esercitare o se magari interiormente vorrebbe esercitarlo e non lo esercita. Se così fosse a questo punto fa passare in secondo piano l’eventuale collegamento sulle difficoltà che ha nel costruirsi un rapporto personale e affettivo duraturo, stabile e strutturato perché, se non risolve la questione del “potere”, non può sperare un rapporto come quello che teoricamente desidererebbe perché rischierebbe di diventare un rapporto di potere e non di amore.

Se voi osservate i sogni, le dicotomie che ci sono indicano che in realtà questo aspetto maschio-femmina, mucca-toro, re-regina, osservatore-persona che piange sembrano una dissociazione dei due aspetti del nostro amico. Potrebbero essere tutti rappresentativi di lui stesso. La mucca come lui stesso ha detto, potrebbe essere la parte femminile che cerca di spingerlo verso la parte astrale con cui solitamente è identificata la parte femminile dell’individuo, più emotiva e sensibile. C’è la parte maschile che è quella del toro che sembra quasi indifferente e che è talmente sicuro di avere tra le mani la situazione che non si prende neanche la briga di darsi da fare: la mucca spinga pure, che tanto lui osserva.

C’è, poi, il sogno centrale, che sembra il più ambiguo, il più difficile da capire ma che è quello intorno al quale ruota tutto il resto, in cui si trova la dissociazione tra il nostro sognatore che osserva e che preferisce scappare e la sua parte interiore che soffre e si lamenta. Ancora una volta c’è una dissociazione tra la parte mentale e astrale, che si confondono e si strattonano l’una con altra: una mettendolo di fronte a una situazione di sofferenza o di dolore, proprio o altrui, e l’altra che preferisce cercare di evitare questa sofferenza, e viene persino il dubbio che la persona che stia soffrendo, soffra per qualcosa che si incolpa di avere fatto, tanto è vero che si gira e cerca di allontanarsi facendo finta di niente. E qua si può ritrovare il collegamento con l’archetipo del potere.
Così, abbiamo detto che si possono riscontrare questi due archetipi tra loro collegati: quello del potere e quello dell’identità di maschio.

D – E poi c’era l’archetipo Cerchio…

È evidente che per il nostro amico il Cerchio è importante, anche solo per il fatto di fare da compensazione alla carenza di veri rapporti di interrelazione con le altre persone, anche se soltanto una volta ogni tot tempo entra in contatto con persone con le quali può cercare di mostrare altre parti di che solitamente non mostra e magari, inconsciamente, esercitare anche un po’ di potere. Senza dubbio il Cerchio risulta essere un archetipo importante anche osservando l’aspetto simbolico più elementare presente nei sogni che ha presentato.
La mucca che spinge potrebbero essere le nostre parole, il toro che non si smuove potrebbe essere il suo Io che cerca di non essere smosso da quello da cui è raggiunto.

Osserviamo l’ultimo sogno, quello del re e della regina, per intenderci: i troni sono uniti e formano un tutto unico in cui si devono sedere delle persone di potere che chiaramente essendo troni multipli includono più persone e quindi un potere più grande del suo e tali persone, tali entità, tali esseri che possono avere un potere con cui lui difficilmente potrà confrontarsi, non possiamo che essere noi entità con le quali non può esserci nessun tipo di partita equilibrata.

Tanto più che dopo queste persone il sogno gli presenta il fatto di doversi trovare davanti alle tre porte, al di là delle quali non sa e non riesce a capire che cosa c’è con la conseguente paura a varcarle. È chiaro che le tre porte possono essere un riferimento ai 3 corpi inferiori – ma anche al lavoro che stiamo facendo – ed è evidente che si trova davanti a queste possibilità di scendere dentro se stesso e la cosa, come capiterebbe anche a ognuno di voi, non può far altro che farlo esitare e fargli paura, anche perché il suo possibile potere non sa se funzionerà al di là di quelle soglie.

D – Vorrei capire una cosa, noi come arriviamo a questo punto? La prossima volta che ci troviamo a fare questo lavoro, può avere un senso che ciascuno di noi cerchi di individuare gli AT che riesce a cogliere dai sogni di colui al quale toccherà e cosa farne? Quello che tu dici è giusto ma perché lo dici tu. Noi dobbiamo cercare di trovare un modo per distinguere, per circoscrivere, per capire…

Gli archetipi di base più importanti per l’individuo non è che siano poi molti, e si possono riassumere in: il lavoro, la famiglia, l’amore, l’amicizia, la sessualità e i suoi derivati (ad esempio l’archetipo della mascolinità o della femminilità) e, per voi che state seguendo questo percorso, il Cerchio e, osservando i sogni e le parole associate, si può arrivare a trovare un collegamento con uno o più di questi archetipi.

[…] D – Dobbiamo farlo mentre scriviamo i nostri sogni di individuare l’archetipo di riferimento?

Se vi limitate a sognare e a guardare i vostri sogni potete anche farlo, ma noi qui lo stiamo facendo con un indirizzo ben preciso cioè arrivare all’incomprensione che vi procura dei somatismi.
È evidente che, essendo gli archetipi transitori nient’altro che il riflesso delle incomprensioni dell’individuo, il passo successivo sarà quello di ri-concludere il circolo arrivando dall’AT all’AP e di individuare nell’AP cos’è che non si sta comprendendo e che si sta sperimentando nell’AT individuato.

Comunque io continuo a ricordarvi che non c’è nessuna fretta; fate le cose con calma e cercate di essere più interattivi in quello che state facendo perché, come qualcuno ha detto, questo è un tipo di lavoro che non è semplice fare da soli: mancherebbero molti specchi, le idee degli altri, la facilità che magari hanno gli altri di mettere davanti cose che non si vuole vedere perché siete molto facili e soggetti, e lo sapete bene, a crearvi delle illusioni e ad interpretare quello che vedete, nella maniera che volete e che risulta più gratificante per il vostro Io.

Vi faccio un esempio semplicissimo. È da quando abbiamo fatto la seduta personale a una nostra amica che lei continua a dire, con soddisfazione e con partecipazione, “zio Scifo mi ha detto ..”

Il problema è che “zio Scifo” non le ha detto proprio niente, perché non era stato “zio Scifo” a parlarle, bensì “nonno Moti”. E non si può pensare che dopo tutti questi anni in cui ha ascoltato il modo diverso di presentarsi e interloquire tra me e il fratello Moti possa averci confusi. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che siccome desiderava essere trattata bene da noi e che sarebbe stato Scifo a venire a parlare con lei, ha fatto in modo da percepire che fosse stato Scifo a parlare anche se non era così.
Ma ritorniamo al nostro “sognatore”: hai qualcosa da chiedermi?

D – Quello che hai detto, non mi aspettavo tutto questo. Mi sembra tutto abbastanza chiaro, anche tra la questione dell’archetipo maschio legato alla questione del potere…

E mi sembra anche molto importante evidenziare come questo metta in secondo piano -come esigenza tua in realtà – quella di avere un rapporto con un’altra persona.

D – Sì è vero, la questione del potere la legavo più ad una questione lavorativa e quindi tendevo effettivamente a sviarmi da quello che era probabilmente il nocciolo vero della questione. È vero che se di fondo c’è poi l’esigenza di esercitare potere su un’altra persona – e a questo punto può essere un rapporto di amore, come di amicizia, come qualsiasi altro tipo di rapporto – alla fine mancano le basi per costruire quello che idealmente dico di volere.

Non soltanto idealmente, ma anche quello che sai essere stato detto da noi Guide nella nostra esposizione dell’insegnamento etico e che per te, in fondo, è molto importante. C’è ancora da dire che, malgrado tu sia ancora giovane, sembra non avere poi molta importanza l’archetipo della famiglia: se il punto dolente fosse stato non avere un rapporto e una famiglia tua, certamente ci sarebbe stata un’influenza più evidente e importante dell’archetipo della famiglia.

Supponiamo che per te sia un punto importante il fatto di poter creare una famiglia e, magari, una certa invidia affettiva collegata al fatto che un altro “scapolo d’oro” ha recentemente trovato una compagna e persino un figlio. Se fosse così significherebbe che tu senti forte l’archetipo della famiglia e certamente la sua influenza sarebbe stata molto più evidente, mentre nei tuoi sogni non se ne trovano molte tracce.

D – Sì, è vero, e quindi in realtà molte delle cose fino ad ora me le sono raccontate…

In realtà sì, te le sei un pochino raccontate.

D – Beh non mi aspettavo sicuramente il collegamento tra l’archetipo potere e l’archetipo troni e un po’ mi ha sorpreso, perché l’immagine che mi ero fatto non prevedeva il fatto che vi percepissi anche in questo modo, come se vi ponessi su un trono o come se vi vedessi come una manifestazione di potere.

Vedi, in molti si sono chiesti per quale motivo reale, interiore, vi siete messi per esempio a fare la sperimentazione con il piattino, ne avevamo già parlato e già all’epoca avevamo suggerito se ci potesse essere un tentativo di manifestare un certo potere verso gli altri. Già allora avevamo cercato di smuovere in te questo concetto, hai pensato a questo discorso?

D – Da quel momento ho iniziato a pensare un po’ a queste cose, anche se non l’ho associata tanto al potere ma più al discorso legato alla frustrazione; in realtà pensandoci adesso mi sembra più facile il passaggio dalla frustrazione verso il potere. Precedentemente, probabilmente anche per un tornaconto personale, avevo sviato la cosa sull’aspetto della frustrazione, quindi mancando certe soddisfazioni mi sono detto fosse plausibile, inconsciamente o consciamente, tentare di trovarle in un altro ambito.

Tieni presente che tu hai un carattere e una personalità e fa parte del tuo carattere, se ci pensi bene nel tempo, quello di usare – nei momenti in cui ti dedichi a un qualche aspetto particolare di quello che sperimenti – una metodologia abbastanza faticosa cercando di raccogliere in te tutto quello che riguarda quell’aspetto: ti occupi di yoga e prendi visione di tutto quello che c’è sullo yoga; ti occupi di parole associate e leggi tutto quello che puoi trovare sulle parole associate e questo cosa porta?

Porta a metterti in una posizione tale da avere un certo potere rispetto agli altri. Ora dire che cerchi di avere potere può essere inteso anche molto negativamente, ma non è così: la cosa è molto più sottile – si tratta di sfumature e siamo già nell’ottica di poter capire che nell’esaminare questo AT del potere si può fare riferimento a qualche AP che può sfiorare o toccare o includere il concetto di potere, e che non è stato ancora compreso in che maniera il potere può essere esercitato, o meglio, che il potere può essere esercitato e che non è necessariamente una cosa negativa, dipende dalla maniera in cui l’individuo lo usa.

D – Quindi dipende dalla finalità, dall’intenzione.

Esattamente. Quindi vedete che si può ritornare a questo argomento. E se faceste un passettino in più da soli riuscireste anche ad arrivare precisamente a cos’è che bisogna comprendere, a definirlo meglio e magari arrivare al sintomo psicosomatico.

D – Sembrerebbe che – visto che il somatismo riguarda l’acidità di stomaco – sia una forma di aggressione verso se stessi, giusto? In realtà il fatto che io non riesca ad esercitare potere o una superiorità nelle situazione della vita di tutti i giorni e quando lo vorrei, probabilmente fa sì che io rivolga questa aggressività verso l’interno?

Potrebbe essere, ma non illudetevi: non sarà così breve il percorso, e ognuno di voi verrà ripreso successivamente perché altrimenti ognuno di voi avrà avuto sempre un pezzettino in più ma non avrà avuto la possibilità di esaminare il percorso nella sua totalità: quando arriveremo alla parte finale, ognuno di voi verrà ripreso per cercare di raggiungere il punto da cui scaturisce il somatismo. Quindi riprenderemo questo argomento quando sarà arrivato il tuo turno per tirare le fila sul tuo somatismo. Nel frattempo lavoraci o lavorateci sopra.
Avete visto che non è poi così difficile?

D – Se prendiamo l’AT del potere nel momento in cui cerchiamo di capire lo dobbiamo analizzare rispetto al modo in cui viene esercitato verso l’esterno, verso se stessi, alle implicazioni etiche, all’idea di cosa è giusto e sbagliato, è corretto?

Vedi, un archetipo è fatto di tutti gli aspetti per dar modo a tutti coloro che vi sono collegati di partire da un punto e andare avanti, quindi sono tutti aspetti che possono essere importanti e suscettibili di essere indagati. Però ricordate sempre che nel fare questo indagate sull’Io, non sulla vostra vera essenza.

Ricordatevi a proposito del potere, che in realtà, non è solo il nostro sognatore di oggi che ha l’ansia del potere, ma che tutti voi continuate ad esercitare o cercare di esercitare del potere sugli altri, lo fate sempre continuamente, e questo vuol dire che anche voi siete collegati a quel tipo di AT e anche voi, magari partendo da un punto diverso da quello da cui parte il nostro amico Luca, avete ancora delle sfumature da comprendere sull’esercizio del potere e su cosa esso sia veramente. Quindi il ragionare, il pensare, sul percorso fatto all’interno dell’AT messo in atto da ognuno di voi, può farvi da specchio per esaminare il vostro rapporto con quell’archetipo transitorio e può portarvi a conoscere qualche aspetto di voi stessi.

D – Forse il nostro errore è dare un giudizio all’uso del potere.

Certamente, ma siete nella dualità ed è inevitabile che l’Io osservi queste cose cercando di dare un giudizio secondo le sue necessità, comprensioni o incomprensioni che ha alla base.
Si tratta di cercare di esaminare questo aspetto della vostra realtà in maniera obiettiva e reale e di cercare di fare il miglior uso possibile delle possibilità in cui potete esercitare il vostro potere. Magari all’inizio potreste usare bene il vostro potere perché le Guide hanno detto che bisogna fare così, però osservando e rendendovi conto del perché lo avete fatto potreste capire che magari lo avreste fatto comunque e poi tutto diventa una catena, una cosa tira l’altra e dall’Io si arriva alla coscienza.

D – È assurdo demonizzare il potere: c’è, è uno strumento.

Anche perché le cose si sfumano tra gli opposti e così anche il non-potere diventa un potere; pensate alla resistenza passiva di Ghandi: era, apparentemente, la massima espressione di non-potere ma in realtà aveva un grande potere.

D – Si potrebbe dire che allora noi non possiamo far altro che esercitare un potere all’esterno tanto quanto non riusciamo ad avere potere su noi stessi: lo proiettiamo perché non riusciamo ad averlo su di noi?

D – O forse perché non vogliamo.

Così siete anche un po’ troppo distruttivi e pessimisti nei vostri confronti! Ricordate che c’è comunque una parte di voi che ha compreso e quindi, magari, a volte esercitate il potere perché sentite che è giusto farlo. Può anche capitare questo – anche se non posso dire che accada molto spesso ma magari talvolta lo fate senza neppure rendervene conto. Scifo

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