Il sentire, la sua evoluzione, le scelte dell’umano (IF26)

Insegnamento filosofico 26
Il “sentire” è quella condizione dell’individuo che proviene dal suo corpo akasico, cioè dal corpo in cui vengono trascritte tutte le esperienze che l’individuo ha compiuto nel corso delle sue varie incarnazioni.
Questo sta a significare che non ha niente a che fare con il piano mentale, con il piano astrale e con il piano fisico.
Questo cosa sta ancora a significare? Sta a significare che non ha proprio nulla a che fare con quello che è l’Io di uno persona.
Ora, a questo punto, è necessario che dia anche una definizione di Io, mi sembra giusto.
Allora diciamo così: l’Io è la risultante nel piano fisico di tutti gli stimoli provenienti dal piano mentale, dal piano astrale e, naturalmente, dal piano fisico, quindi è qualche cosa che compare come azione e reazione all’interno del piano fisico; tutte le spinte che provengono dal piano astrale e dal piano mentale, quindi le spinte dei pensieri, dei desideri e delle emozioni.
Oh, su queste due definizioni ci sarebbe, logicamente, moltissimo da dire, ma io tengo a sottolineare qualcosa in particolare.
L’insegnamento dei Maestri, che così difficilmente viene compreso e che dice “sii ciò che sei” e “segui il tuo sentire”, in realtà, è difficilmente ben compreso.
Perché se il sentire proviene dal piano akasico, è assolutamente impossibile che voi, osservando quello che viene alla luce in voi nel piano fisico, riusciate veramente a comprendere qual è il vostro sentire; voi siete soliti confondere ciò che proviene dal piano mentale e da quello astrale con il sentire, ma questo non è assolutamente vero: ciò che proviene da questi due piani è semplicemente quello che proviene da ciò che noi chiamiamo “impulsi dell’Io” e “espansione dell’Io”.
Il sentire è qualcosa di ben più profondo, qualcosa che è alla base di tutto questo, qualcosa che, tutto sommato è legato ma anche abbastanza distante dagli impulsi dell’Io.
Quindi quando le Guide dicono “seguite il vostro sentire” intendono dire che voi dovete andare al di là di quelli che sono i vostri pensieri, desideri, emozioni, al di là di quello che, secondo voi, sentireste di fare in un certo momento perché non è quello il vostro “sentire” ma è quello che voi credete di sentire.
È molto difficile e bisogna, per far questo, seguire l’ulteriore insegnamento del conoscere se stessi perché è soltanto conoscendo veramente se stessi e i propri impulsi che si arriva a comprendere quale sia il reale sentire individuale.
Definiamo il “sentire” come uno stato di coscienza; ovvero il sentire è la manifestazione nell’individuo del proprio stato di coscienza, sia in modo consapevole che inconsapevole.
Perché ho richiamato questa definizione? Per arrivare a quella successiva di questa sera, definizione che è molto importante, ossia la definizione di evoluzione. Infatti per definire che cosa sia l’evoluzione mi riallaccio alla definizione precedente; infatti per “evoluzione” le Guide intendono niente altro che l’allargarsi dello stato di coscienza.
In altri termini, a mano a mano che l’individuo avanza nell’evoluzione, ciò porta ad un allargamento del suo stato di coscienza, quindi ad un allargamento del suo sentire, cosicché l’evoluzione può essere raffrontata a quello che è il sentire individuale.
Spero, con questo, di essere stato chiaro. Boris

Anch’io vi porterò un esempio affinché riusciate a comprendere quello che vorrei significarvi.
Mettiamo che io sia uno scrittore di commedie, ed abbia messo giù un’opera con una certa trama, mettiamo che io dia da leggere questa mia trama ad uno di voi, che magari in quel momento è un attore, quindi una persona con una buona sensibilità, con una certa capacità di immedesimazione, con il talento di ‘calarsi nel personaggio’ come si dice nel gergo teatrale. Mettiamo anche che in questa trama io abbia messo alcune differenti possibilità alla sua esistenza; mi spiego meglio: mettiamo che questa persona, il signor X, ad un certo punto della sua vita, si sia trovato a dover operare una scelta determinante per il suo futuro. Nella mia trama io metto due possibilità ad esempio: il signor X va all’università, e l’altra in cui il signor X si rifiuta di andare all’università.
È evidente, e penso che riusciate a comprenderlo facilmente, come l’avvicendamento della sua vita potrà essere diverso a seconda della scelta fatta: se andasse all’università potrebbe diventare un luminare della scienza, ad esempio; non andando all’università si ritroverebbe a fare per tutto il resto della sua vita il semplice impiegato.
Mettiamo che io sottoponga questa mia trama con queste variazioni di vita al mio attore e gli chieda di scegliere quella che sente più vicino a se stesso e quella che crede di poter meglio interpretare. Ben presto il mio attore mi dirà che sentirà meglio la trama in cui il mio Signor X ha deciso di andare all’università.
Ecco, nel momento in cui il mio attore opera la scelta di recitare la parte in cui il Signor X va all’università, nel momento preciso in cui egli compie quella scelta dimostra a me e a se stesso di avere un particolare “sentire”, poiché qualsiasi scelta compiuta da un individuo è mossa dal proprio intimo sentire.
Per ognuno di voi, in quello che noi siamo soliti definire l’Eterno Presente, esiste un canovaccio molto vasto comprendente molte variazioni delle vostre attuali vite, a seconda delle scelte che dovete e dovrete fare, oppure avete già fatto.
Esistono quindi tutte le possibilità, e se voi nel piano fisico vi trovate in una determinata situazione è perché essa corrisponde alla scelta compiuta dal vostro “sentire”.
Non crediate però che le altre possibilità vadano perdute; le altre esperienze, conseguenze di diverse scelte, probabilmente le farete in un momento in cui il vostro “sentire” sarà più ampio, oppure potreste averle già fatte in un momento in cui il vostro “sentire” era ad un livello inferiore all’attuale. Michel


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Sandra

Questo è per me un argomento di non facile masticazione! Ne intuisco la logicità e la correttezza di fondo, ma ancora faccio difficoltà ad afferrarlo, forse ho bisogno di altri approfondimenti e più esperienza.

Claudio

Non c’è dunque una scelta che possa definirsi solo identitaria? Il ruolo dell’identità è quindi quello di assecondare oppure di opporsi (rallentando o impedendo nell’arco di una vita) la scelta compiuta sul piano del sentire?

Claudio

Continuando il ragionamento precedente, quando un’dentità si oppone ad un moto che sorge dalla coscienza, tale opposizione si manifesta solo in una stagnazione?
L’impedire la scelta da parte dell’identità non aprirà comunque ad un’ indagine della coscienza su altri fronti, magari meno “difficoltosi” per l’individuo?
Grazie.

gianfranco

x Claudio

1 – Non sono abituato al termine “identità”, ma suppongo che sia riferito all’Io dell’incarnato. Se è così l’Io si può opporre alle scelte del sentire solo fino a quando il sentire stesso, sulla base delle sfumature aggiuntive via via comprese nel corso dell’esperienza di vita, non arriva ad avere abbastanza forza vibratoria da indurre mutamenti all’interno dell’Io stesso aggiornandone la parte vibratoria proveniente dalle comprensioni ampliate dalle risultanze dello scontro/incontro con l’esperienza di vita.

2 – Le barriere poste dall’Io al manifestarsi del sentire possono certamente portare a una stagnazione dell’individuo favorendo la formazione di blocchi vibrazionali interni e il manifestarsi di psicosomatismi che, tuttavia, solitamente si vanno via via sgretolando a mano a mano che l’acquisizione di nuove sfumature di sentire modificano la “forza” che il sentire cerca di mettere in atto per indurre l’Io ad adeguarsi al nuovo stato del sentire raggiunto.
Questo “sgretolamento” avviene proprio grasse al processo che tu hai descritto: il sentire non va mai in una sola direzione nell’acquisire nuova comprensioni, così le comprensioni raggiunte magari seguendo un’altra linea vibratoria modificano l’intero complesso delle comprensioni che si strutturano nell’akasico dell’individuo, finendo per arrivare ad influire, comunque, anche su quelle porzioni di sentire che sembrano essere momentaneamente bloccate.
Se non mi son spiegato in maniera comprensibile chiedimi ulteriori spiegazioni!

Catia Belacchi

Grazie Boris, grazie Michel

Sandra Pistocchi

Grazie Gianfranco! Si è chiaro

Claudio

Grazie Gianfranco. Tutto chiaro!

Roberta I.

Grazie alle guide e a Gianfranco per le spiegazioni.

Natascia belacchi

Davvero interessante. Anche se la comprensione è limitata, sento che l’orizzonte si è ampliato. Grazie.

Marco Dellisanti

In effetti la conclusione del post è un po’ indigesta…
Grazie comunque. Un grazie anche a Claudio e Gianfranco per l approfondimento

Samuele

Basi per la fiducia. L’acqua quindi al mare arriva sempre, opposizioni o non opposizioni dell’io.

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