Il somatismo succede al senso di colpa [A196-sdc20]

Appare evidente che il senso di colpa sia un effetto. Ma effetto di che cosa?

Come abbiamo a più riprese osservato in ragionamenti precedenti, il senso di colpa è la conseguenza del senso di inadeguatezza che il corpo della coscienza dell’individuo percepisce nel confrontarsi con le vibrazioni provenienti dagli Archetipi Permanenti e che indicano l’indirizzo evolutivo che deve avere il Cosmo e gli elementi che gli appartengono.

Le vibrazioni che gli appartengono mettono in moto una catena di effetti che portano verso il piano fisico il riflesso del senso di inadeguatezza percepito dal corpo akasico dell’individuo, cercando, nel compiere il loro percorso, di accentrare l’attenzione dell’individuo verso di essa in maniera che egli gradatamente ne acquisti consapevolezza e possa, così, lavorare su se stesso per risolvere il conflitto interiore che lo disturba. 

Il principale effetto che viene a essere messo in atto è la formazione dei somatismi, i quali permettono, situandosi lungo le linee vibratorie che dal corpo akasico si proiettano verso il piano fisico diramandosi dal senso di inadeguatezza percepito, di creare i famosi vortici vibrazionali all’interno del corpo dell’individuo, influendo principalmente sul corpo transitorio (fisico, astrale o mentale) che è più strettamente collegato, dal punto di vista delle vibrazioni in gioco, al tipo di senso di inadeguatezza (e quindi di incomprensione) che deve essere risolto.

I più puntigliosi tra voi ricorderanno che, all’inizio, avevamo parlato di elementi affiancati, affermazione che poteva far supporre una qualche contemporaneità tra senso di colpa e somatismo. 
Il fatto è che le risposte vibratorie interne all’individuo sono così immediate che, in termini di successione di punti temporali, risulta difficile poter fare una reale distinzione temporale del presentarsi dei due elementi. D’altra parte bisogna anche tener presente che essi sono parte di un unico processo, fatto di continuità, per cui individuare con precisione dove si manifesta l’influenza del senso di colpa e viene dato il via al processo che conduce al somatismo non risulta essere veramente percepibile dalla mente dell’individuo incarnato, abituato a basare la sua osservazione su successioni temporali che, pur frazionate il più possibile nella loro concettualizzazione, non possono essere veramente individuate dai processi mentali dell’individuo che, rispetto alla reattività delle materie degli altri piani, risultano essere sempre qualitativamente grossolane.

Possiamo dunque, in definitiva, affermare che il somatismo è successivo al senso di colpa anche se, come vedremo, sarà necessario fare qualche distinguo in merito, dal momento che, per comprendere le dinamiche inerenti al formarsi dei sensi di colpa nell’individuo, risultano essere importanti i modelli di riferimento che, per quanto riguarda

  • il senso di inadeguatezza, sono identificabili con quelli suggeriti dagli Archetipi Permanenti mentre,
  • per l’esplicitazione dei sensi di colpa sul piano fisico, i modelli di riferimento tenderanno a essere modulati, invece, da quanto proposto dagli Archetipi Transitori cui l’individuo è collegato per poter compiere la sua sperimentazione sul piano fisico, dal momento che essi sono i modelli a cui l’Io individuale guarda per confrontarsi con la realtà all’interno del piano fisico.

Questa duplicità dei modelli ci permetterà anche di ragionare, appena possibile, su quali basi si può attribuire a un senso di colpa l’attributo di conscio o di inconscio e sulle conseguenze che l’attribuzione dell’una o dell’altra delle definizioni comporta per la vita dell’individuo. Scifo

Ciclo sul senso di colpa

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