La nascita del senso di colpa [A178-sdc2]

[Segue da A177] Non dobbiamo perdere di vista il fatto che ogni tipo di somatismo ha, come fattore scatenante della sua genesi, un qualche tipo di errata o deficitaria decodifica delle vibrazioni emesse dagli Archetipi Permanenti e, di conseguenza, una comprensione che ha necessità di venire aggiornata e completata. Ma questo cosa sta a significare a livello logico? Scifo

Per cercare di capire meglio questo punto, osserviamo il processo interiore che porta alla nascita del senso di colpa. Come abbiamo appena ricordato il punto di partenza del processo di formazione del somatismo è la presenza di qualche cosa di non compreso veramente dall’individuo.

Questa mancata o non sufficiente comprensione, in maniera inevitabile, si riflette nelle reazioni che l’individuo metterà in atto nel corso della sua sperimentazione all’interno del piano fisico, portandolo a compiere azioni (od omissioni) che avranno delle rispondenze dalla realtà in cui è immerso, mettendolo, che lo voglia o no, di fronte ai risultati conseguenti alla sua reattività nei confronti dell’esperienza chiudendo, in questo modo, il circolo esperienziale che va dal bisogno di comprensione del corpo akasico alla sua applicazione all’interno della vita che sta conducendo sul piano fisico trovando, in questo modo, l’occasione e la possibilità, grazie alle esperienze cui è sottoposto, di raccogliere dati obiettivi su ciò che non ha compreso osservando le sue personali reazioni di fronte alle esperienze.

Il senso di colpa può venire considerato il cartello segnalatore del conflitto interno all’individuo, conflitto rappresentato dal suo sentirsi distante o inadeguato rispetto a ciò che le vibrazioni provenienti dalla Vibrazione Prima e dagli Archetipi Permanenti gli segnalano ininterrottamente.

Esso diventa così, potremmo dire, l’immagine, il riflesso interiore di ciò che l’individuo non ha compreso in maniera adeguata e, di conseguenza, soffermarsi a osservare il senso di colpa significa, in ultima analisi, puntare direttamente al nocciolo dell’incomprensione e avere la possibilità non solo di diventare consapevoli della sua esistenza ma anche di raggiungere e di cercare di risolvere l’incomprensione di cui è figlio, trasformandola in comprensione. Rodolfo

Se qualcuno si domandasse se a ogni incomprensione, a ogni somatismo è associato o associabile un senso di colpa la risposta non può che essere affermativa: non dimentichiamo che l’individuo, per quanto il suo Io cerchi di condizionarlo, non può svincolarsi da quelle che sono le sue personali responsabilità nei confronti del suo rapportarsi con la Realtà, in quanto le informazioni di riferimento provenienti dalle vibrazioni ininterrotte emesse dalla Vibrazione Prima lo richiamano costantemente alla necessità di trovare una sempre più armonica corrispondenza interiore con esse. 

Certo, magari l’individuo può cercare di chiudere gli occhi per non vedere o tentare – come fa così spesso – di attribuire tali responsabilità a cause che sono all’esterno di se stesso, cercando di giustificarsi con una sua presunta impossibilità di avere un ruolo attivo in gran parte delle esperienze che si trova a dover affrontare e che vive come imposte dall’esterno, arrivando a formulare concetti autodiscolpanti con frasi del tipo “non posso farci niente” o “se gli altri non avessero…”.

Ma il raffronto tra il suo sentire e i dettami degli Archetipi Permanenti, unito all’esperienza che gli viene presentata di volta in volta nel corso della vita, non gli permette mai a lungo di mantenere questo tipo di posizione e tale raffronto si concretizza, appunto, nel senso di colpa, nella sensazione di non riuscire a essere in armonia reale, in equilibrio soddisfacente con le vibrazioni provenienti dagli Archetipi Permanenti che, d’altra parte, il corpo della coscienza “sente” come elementi simbolici di raffronto perfetti e indiscutibili, ai quali deve trovare il modo, per il corretto sviluppo dell’ampliamento del suo sentire e il progredire del suo percorso evolutivo, di accostarsi e uniformarsi in maniera soddisfacente. Rodolfo

Ciclo sul senso di colpa

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