Gli strumenti e i processi nell’architettura della Realtà [A168]

[…] È necessario comunque ricordarvi, come facciamo spesso, che la struttura della Realtà è, in fondo, molto più semplice di quanto possa apparire a prima vista, e che si basa in larga parte, come abbiamo puntualizzato innumerevoli volte, sulla ripetizione più o meno costante di alcuni elementi, a ben vedere, in fondo, neppure poi molti.

In quest’ottica è possibile fare una classificazione di ciò che dà vita e struttura alla Realtà dall’Uno al molteplice usando una categorizzazione in effetti molto semplice, ovvero distinguendo gli elementi che concorrono a strutturarla semplicemente riconoscendo quali siano gli strumenti usati per costituire e dare forma alla Realtà e quali siano i processi che tali strumenti avviano per strutturare il molteplice secondo le direttive della Vibrazione Prima.

Ma, per poter seguire in maniera corretta tali considerazioni è necessario, prima di tutto, che abbiate una concezione chiara e univoca di cosa noi intendiamo per strumenti e cosa intendiamo, invece, per processi, concezioni che dovrebbero – almeno in teoria – essere facilmente intuibili da tutti voi sulla base di quanto siamo andati dicendo nel tempo, ma che nella realtà delle cose e come conseguenza della vostra tendenza ad essere affrettati nel leggere le nostre parole – il che vi porta spesso ad essere approssimativi e superficiali -probabilmente fa fatica ad arrivare in maniera corretta e precisa all’interno dei vostri processi di pensiero, con la conseguenza che a tali vostre elaborazioni viene sovente a mancare, o a essere carente, il supporto logico/razionale che può aiutare a costruirvi una visione unitaria della Realtà di cui siete parte.

Il concetto di strumento non è certamente di difficile interpretazione: può essere definito come tale un qualsiasi elemento (non necessariamente di tipo fisico e materiale) che abbia determinate caratteristiche ben precise e costanti nel tempo e che serva da mezzo per ottenere un determinato risultato.

Per farvi un esempio terra-terra, è uno strumento il martello che usate per piantare un chiodo, ed è sempre costituito da un manico e da una parte usata per percuotere il chiodo e conficcarlo in un altro materiale, e mantiene le sue qualità peculiari sempre e comunque, perché tali qualità gli sono intrinseche e indispensabili per renderlo un attrezzo adoperabile in vista di un qualche intento “costruttivo” ben preciso. Tali qualità continuano ad appartenergli anche nel caso che esso non venga usato magari per un lungo periodo di tempo. Per questi motivi possiamo’ chiaramente definirlo uno strumento.

Osservando questa definizione e mettendola in relazione con gli elementi su cui ci siamo soffermati nel tempo, mi sembra che non sia molto difficile etichettare alcuni di essi come strumenti e tra questi spiccano come fari nella notte la Vibrazione Prima e gli Archetipi Permanenti. Entrambi questi elementi, infatti, sono completi nel loro aspetto qualitativo e quantitativo e non subiscono variazioni o modifiche alle loro caratteristiche nel tempo e nello spazio anche allorché entrano in contatto e si propagano all’interno del mondo della molteplicità, e vengono adoperati dal Grande Architetto per costruire, secondo la Sua Volontà, un determinato ambiente in cui avviare i processi necessari a permettere, all’interno del molteplice e dell’illusione, l’evoluzione della materia, della forma e della coscienza che in esso andranno a svilupparsi.

Affinché l’esistenza della Vibrazione Prima e degli Archetipi Permanenti non resti fine a se stessa ma siano davvero degli strumenti è necessaria, secondo logica, la presenza di qualcosa su cui essi possano avviare i processi, così come sono deputati a fare. Ecco, così, che si rendono necessari ulteriori strumenti che definiscano, ad esempio, il loro campo d’attività.

Così troviamo lo strumento Cosmo che delimita lo spazio in cui tali strumenti dovranno operare.
Oppure l’Unità Elementare dalla cui aggregazione, densità e vibrazione si differenzia la materia all’interno dell’ambiente cosmico e che forma la base materiale da cui si sviluppano e si diversificano tutte le materie interne all’ambiente cosmico.

A ben vedere, quanto ho appena affermato potrebbe anche suscitare delle controversie: il fatto che la diversa aggregazione e vibrazione delle unità elementari portino alla costituzione delle varie materie (fisica, astrale, mentale e vi dicendo) può ingenerare confusione, in quanto è evidente che ciò avviene sotto l’influenza dei processi evolutivi e la formazione dei diversi tipi di materia che compongono il Cosmo suggerisce che ci si trovi di fronte non a uno strumento bensì a un processo.

Tale questione, tuttavia, può essere risolta facilmente ragionando da un altro punto di vista: nel momento in cui il Cosmo viene generato, prima che entrino in funzione i processi avviati dalla Vibrazione Prima, esso non è vuoto, ma è costituito da unità elementari (vale la pena ricordarlo: tutte uguali) in stato di quiescenza… per agganciarci a quanto già detto in passato si tratta di materia indifferenziata. Ed è da questa materia, immobile e indifferenziata che, come conseguenza delle vibrazioni portate dalla Vibrazione Prima, vengono avviati i processi che portano alla differenziazione e all’evoluzione delle varie materie arrivando a formare in successione quelle unità elementari fisiche, astrali e mentali che forniscono a ogni piano di esistenza le peculiari caratteristiche che lo contraddistinguono.

Mi sembra evidente che la loro appartenenza alla Vibrazione Prima e il loro carattere di inalterabilità e sviluppo nel tempo indichi chiaramente che anche gli Archetipi Permanenti possano a loro volta venire inseriti nella categoria “strumenti”.

Non lasciamoci trarre in inganno dal fatto che essi entrino in gioco essenzialmente allorché ci si trovi davanti al manifestarsi del processo di evoluzione della coscienza, periodo durante il quale le creature hanno ormai costituito gli elementi interiori adatti a percepire e rapportarsi con ciò che gli Archetipi Permanenti sussurrano come sviluppo e meta del sentire dell’individuo nelle sue varie fasi evolutive. Infatti, gli Archetipi Permanenti non sono inerti prima dello stadio dell’evoluzione della coscienza ma le loro vibrazioni, non percepite dalle creature dal momento che non sono ancora in grado di recepirne le informazioni che trasmettono, pervadono comunque il Cosmo.

Certo, la loro influenza si potrà manifestare e operare pienamente soltanto allorché vi saranno le condizioni adatte alla sua percezione da parte degli individui, tuttavia la Vibrazione Prima, nella sua complessa unitarietà, trasmette sempre e comunque, all’intero Cosmo, tutte le informazioni che la costituiscono, comprese quelle che concernono gli Archetipi Permanenti.

Prima di passare ad esaminare in maniera più approfondita di quanto abbiamo fatto in passato il concetto di processo, vorrei sottolineare ancora un particolare a proposito dei nostri ragionamenti su come va interpretato quello di strumento. Nel nostro esame degli strumenti abbiamo esaminato gli strumenti più ampiamente e generalmente usati, quelli che riguardano, cioè, l’intera costruzione della Realtà Cosmica.

Ma noi sappiamo che la Realtà si diversifica in vari percorsi allorché i processi in atto al suo interno sortiscono i loro effetti, dando luogo alla molteplicità. Viene spontaneo, allora, domandarsi se in questo percorso all’interno della molteplicità esistano ancora degli elementi con le caratteristiche che li potrebbero far definire degli strumenti o se, invece, tutto all’interno della molteplicità è sempre e comunque un effetto conseguente ai processi che in essa sono stati innescati.

Per fare un esempio concreto: il carattere (che abbiamo definito patrimonio fisso e immutabile di ogni individuo incarnato) può essere considerato uno strumento o no? Lascio a voi il compito di ragionarci sopra (sempre che vogliate farlo) e vedremo se il vostro interesse su tale questione sarà tale da suggerirci di ritornare, in futuro, su tale argomento.

Se, come abbiamo visto, il concetto di strumento è attribuibile, in ambito creazionistico, a un limitato numero di elementi chiaramente definibili come tali, ben più complesso e variegato è il concetto di processo. Come possiamo definire il termine in questione? Semplicemente basandosi sulle sue caratteristiche essenziali che sono quelle di esercitare un’influenza che porta alla trasformazione di ciò su cui il processo esercita la sua funzione, rendendolo qualcosa che, pur mantenendo una consecuzione logica, differisce da com’era prima che il processo adempisse al suo compito.

In altre parole, dal momento che i processi si manifestano all’interno del divenire e del molteplice, è definibile come processo tutto quello che traccia un percorso da un “prima” a un “poi”, per quanto ipotetici e relativi possano essere entrambi i termini.

Se dovessimo fare un elenco di tutti i processi che interessano il Cosmo ci troveremmo dinnanzi a una lista lunghissima. Per esempio, sono processi l’evoluzione della materia, l’evoluzione della forma e l’evoluzione della coscienza per quanto riguarda l’intero ambiente cosmico.

E ancora, facendo riferimento all’evoluzione della coscienza e, in particolare, all’incarnazione dell’individualità nella forma umana, sono definibili come processi la reincarnazione, la formazione dell’Io e persino la percezione soggettiva della Realtà e l’illusione, dal momento che sono in continuo mutamento e trasformazione.

E, ancora, è un processo quello che porta alla costituzione degli Archetipi Transitori che vivono una fittizia vita di strumenti perché, certamente, essi agiscono e influenzano l’evoluzione della coscienza degli individui collegandola alla sperimentazione delle condizioni di vita socio-ambientali, tuttavia mancano di una qualità primaria che li renderebbe totalmente aderenti alla definizione di strumento che abbiamo stabilito in precedenza, cioè la loro continuità e inalterabilità nel tempo e nello spazio.

Non è a caso che ho parlato di “strumenti fittizi” poiché la maggior parte dei processi che percorrono la costituzione della Realtà porta di volta in volta alla formazione di temporanei “strumenti fittizi” che hanno un periodo di vita relativamente limitato e finalizzato all’innesco e all’attuarsi di particolari specificità di ogni processo, in funzione della corretta strutturazione vibratoria della Realtà, del suo equilibrio e della sua continuità.

Se vogliamo fare un esempio, possiamo pensare alla costituzione del corpo dell’individuo/uomo: esso è uno strumento fittizio, perché la sua creazione è temporalmente limitata (come minimo alla parabola di vita del singolo incarnato) la cui formazione ed esistenza è resa necessaria, nel processo cosmico generale, per offrire all’individuo in via evolutiva gli strumenti più adatti a favorire e a completare il processo di formazione ed evoluzione della coscienza. Scifo

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