Imprinting, istinto e dizionari simbolici [A155-simboli17]

Vediamo di scoprire se c’è un collegamento tra i processi di imprinting, l’istinto e quanto abbiamo fin qui detto riguardo ai dizionari simbolici.

Dal momento che tutto nella Realtà è collegato, una connessione di qualche tipo deve certamente esistere, si rende pertanto necessario ancora una volta riprendere e definire meglio alcuni concetti già espressi in maniera molto semplice negli anni passati.

Cos’è l’imprinting

Per prima cosa vediamo di richiamare alla memoria che cosa sia l’imprinting: si tratta di un processo messo in moto nella materia akasica dalla Vibrazione Prima, processo che si va sviluppando nel circolo di energie che, partendo dalla Vibrazione Prima, arriva al piano fisico dell’esperienza materiale, continuando il suo svilupparsi nel completamento del circolo che riporta le vibrazioni che compongono il processo nel fascio vibrazionale della Vibrazione Prima che le ha originate.

Grazie a questo processo, la materia akasica all’interno del Cosmo incomincia la sua differenziazione, una differenziazione non ancora basata su un percorso evolutivo degli stati di coscienza, ma sull’orientamento vibrazionale comune di vaste porzioni di materia akasica in risposta agli stimoli provenienti dalle esperienze incontrate sul piano fisico con cui tali porzioni di materia sono in collegamento.

Ci troviamo di fronte, con tutta evidenza, a un processo preparatorio allo sviluppo molto più complesso e strutturato che porterà settori sempre più vasti di materia akasica ad avere la possibilità di costituire, via via che i vari processi verranno a mettersi in atto, una coscienza non più di massa bensì individuale (quella dell’essere umano, per intenderci) tendente alla meta finale della riunificazione cosciente e consapevole con il Tutto. In altre parole tale processo costituisce il substrato (in passato le Guide hanno usato l’immagine della trama di un tappeto, per l’imprinting, e dell’ordito per la coscienza individuale, ndr) che porterà l’evoluzione della coscienza dall’anima-gruppo all’anima di un solo individuo.

Questo semplice processo si attua quasi esclusivamente nel corso dell’incarnazione a livello minerale ed è innescato dalle risposte che provengono essenzialmente dagli scontri con i rudimentali livelli di esperienza acquisita, derivanti dal fatto che la materia minerale, data la sua semplicità reattiva, può essere sensibile solamente alle specifiche varietà climatiche cui il minerale, in conseguenza ad esempio della sua longevità secolare, viene di volta in volta sottoposta dai cambiamenti ambientali in cui si trova a esistere.

Il livello di esperienza possibile, in questo stadio, non ha ovviamente, una forza sufficiente per dare il via a un processo di coscienza complesso, tuttavia non è privo di conseguenze.

Infatti, è proprio grazie a esso che la materia più densa dei sottopiani akasici inizia il suo cammino di avvicinamento alla dualità, accomunando ampie porzioni di materia akasica influenzate vibratoriamente dalle reazioni del minerale sul piano fisico e costituendo, così, una prima differenziazione della materia akasica sui piani più densi, incominciando la sua frammentazione in grandi porzioni di materia akasica rese diverse tra di loro dalle piccole variazioni che vi sono nelle esperienze (e, per altro, anche dall’ordine stesso in cui esse sono state sperimentate) che tali rudimentali isole akasiche hanno sperimentato.

Sappiamo, per averlo ormai ripetuto più e più volte, che la Vibrazione Prima ha il compito di trasmettere a tutta le materie presenti nel Cosmo l’insieme completo delle informazioni che determinano la struttura e le leggi tipiche di ogni Cosmo e che, per mettere in atto il suo compito informativo e comunicarlo alla materia cosmica, ha la necessità di adoperare una sorta di dizionario di base (ovvero un linguaggio fatto di definizioni comprensibili e accettabili dai vari tipi di materia del Cosmo) affinché le informazioni possano trasmettersi anche attraverso materie differenti, permettendo, così, il costituirsi dei circoli energetici che, infusi nella materia, le permettono di dare consistenza, uniformità e continuità al suo percorso evolutivo.

Ci troviamo ancora nella fase iniziale di sviluppo del Cosmo, quella nel corso della quale si completa il trasmettersi delle informazioni della Vibrazione Prima alla materia, portandola a un graduale avvicinamento e completamento della Realtà nella sua strutturazione in forma duale, e una vera e propria costituzione della coscienza, logicamente, non è ancora neanche lontanamente pensabile.

In quest’ottica mi sembra possa essere evidente che ci troviamo, così, a esaminare quello che abbiamo definito “dizionario di base”, ovvero quel dizionario semplice e universalmente valido che è comprensibile e acquisibile da tutta la materia del Cosmo che è reso tale proprio grazie alla presenza e all’effettuarsi del processo di imprinting.

In altre parole, forse più semplici e immediate, è il processo di imprinting che contribuisce alla formazione di ciò che abbiamo definito “dizionario di base” che accomuna tutta la materia cosmica e che le fornisce un punto di partenza e di collegamento con il livello più semplice (e, quindi, più generale) di ricezione delle informazioni provenienti dalla Vibrazione Prima, quelle stesse informazioni che verranno poi recepite in maniera sempre più accurata e precisa a mano a mano che si arriverà al manifestarsi del vero e proprio processo di evoluzione della coscienza.

Cos’è l’istinto

Diverso è, invece, il discorso dell’istinto, in quanto è un elemento che, malgrado la sua inevitabile correlazione con le informazioni presenti nella Vibrazione Prima, ha la funzione di assolvere a direttive primarie – e direi fondamentali, naturali e necessarie – che hanno il compito di favorire l’evoluzione della coscienza all’interno dell’intero Cosmo.

Tra queste direttive primarie ve ne sono alcune essenziali e imprescindibili, come, ad esempio, la conservazione della vita e tutte le reazioni che concorrono a mantenerne la presenza all’interno del Cosmo.

Questi elementi vengono inseriti nei nuclei evolutivi diventandone il substrato che permette l’evoluzione della forma e della materia in quanto impediscono alle varie forme di essere travolte e magari distrutte dagli elementi ambientali esterni, fornendo dei meccanismi reattivi di difesa verso i pericoli che potrebbero danneggiare, impedire o addirittura terminare la presenza delle forme di vita all’interno del Cosmo.

Naturalmente, con il proseguire dell’evoluzione della coscienza e con le continue risposte derivanti dall’esperienza dell’individuo all’interno del piano fisico, i processi istintuali vengono sempre più mediati dalle spinte della coscienza, restando un sottofondo importante nelle reazioni dell’individuo ma quelle caratteristiche di imprescindibilità e quella forza inarrestabile che possedevano prima che l’evoluzione della coscienza diventasse sufficientemente strutturata da poter decodificare in maniera più complessa le informazioni che provengono dalla Vibrazione Prima, tendono poco alla volta ad attenuarsi, a sfumarsi perdendo le caratteristiche di assoluta priorità che le aveva contraddistinte in precedenza.

Pensiamo all’istinto di vita dell’individuo: l’individuo dotato di una coscienza ancora rudimentale anteporrà sempre, in qualsiasi occasione, la sua sopravvivenza fisica a qualsiasi altra considerazione, in quanto il suo istinto di vita sarà ancora predominante al suo interno e non gli consentirà di scostarsi dai suoi meccanismi di difesa e di autoconservazione.

Ma, con l’affinarsi della coscienza, sarà essa ad acquisire sempre più forza, cosicché potrà anche accadere che l’individuo ignori l’istinto della conservazione di se stesso di fronte a una situazione in cui la sua coscienza gli dirà che è più importante, magari, fare il bene di un’altra persona o morire per un ideale da cui le sembra impossibile discostarsi.

Possiamo dire, così, che l’istinto non ha, in realtà, un legame forte e diretto con la costituzione dei dizionari simbolici o che, quanto meno, la sua partecipazione alla costituzione di tale dizionari è relativamente poco importante se non in quanto è anch’esso una fonte di sperimentazione dell’individuo di fronte all’esperienza. Vito

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