Per poter fare quello che vi abbiamo promesso, ovvero cercare di seguire un particolare Archetipo Permanente e il suo diffondersi e interagire con la vostra realtà, saremo costretti ad andare palesemente in disaccordo con tutte le nostre precedenti ripetute affermazioni che Tutto, all’interno della Realtà, è collegato, interdipendente e unitario.
Infatti, isolare un Archetipo Permanente dal complesso dipanarsi delle informazioni portate nel Cosmo dalla Vibrazione Prima, nell’ottica di una corretta visione della Realtà, è senza dubbio un errore che può condurre a una concezione della Realtà ben diversa da ciò che essa è veramente.
D’altra parte non è possibile fare altrimenti per motivi che ritengo siano abbastanza evidenti e chiari a tutti voi, motivi che vanno dalle limitazioni determinate dalle vostre possibilità di comprensione, ai confini tracciati dal fatto che il nostro esporre la Realtà è strutturato e costretto entro ben precisi parametri da un linguaggio (anch’esso fatto di simboli, per altro molto aleatori e spesso variabili nel loro significato) e non da quei parametri ben più strutturati e universalmente validi entro i quali ci troveremmo a operare se ci stessimo rivolgendo, invece, direttamente al vostro sentire invece che al vostro intelletto.
L’Archetipo Permanente che prenderemo come esempio è quello della Fratellanza per altro già brevemente e superficialmente osservato in passato. Per prima cosa cerchiamo di precisare al meglio che ci è possibile quale sia la struttura di un Archetipo Permanente.
Come sappiamo, esso è costituito da un complesso fascio di vibrazioni che portano all’interno del Cosmo tutte le informazioni necessarie a renderlo il parametro di raffronto adoperato da ogni corpo akasico di ogni individualità incarnata, sul quale modulare il percorso evolutivo che essa deve affrontare a ogni incarnazione.
In messaggio non duale dell’Archetipo Permanente
Per comprendere meglio da quali informazioni sia composto un Archetipo Permanente bisogna fare alcune considerazioni importanti; l’Archetipo Permanente, nascendo dall’Assoluto e, di conseguenza, con le sue caratteristiche non ancora legate alla dualità e al mondo della percezione, nella sua fissità e invariabilità informativa, costituisce l’immagine della meta a cui deve tendere l’evoluzione della coscienza, e non porta in sé alcuna idea duale di “giusto”/”sbagliato”: quello che sussurra alle coscienze che fanno riferimento a esso potrebbe essere rappresentato con la frase: “Ciò che ti sto dicendo è quale sia la fine del tuo percorso, il traguardo da raggiungere. Non è importante la maniera in cui tu compirai il tuo cammino, ma lo è il fatto che tu lo percorra fino ad arrivare alla meta”.
È evidente che, in questa prospettiva, l’Archetipo Permanente che si trova ad attraversare la materia akasica, diventandone il punto di riferimento con le sue direttive e fornendole, in questo modo, l’impulso al raggiungimento della Realtà che manifesta, non ha necessità di avere in sé le informazioni di ciò che è sbagliato: ciò che l’Archetipo Permanente trasmette è la meta Assoluta, giusta e perfetta per definizione, e, di conseguenza, tutto ciò che non è in accordo con essa è disarmonico con la Realtà.
In altre parole ciò che appartiene all’Archetipo Permanente definisce in maniera esatta e completa non ciò che esso non è, ma ciò che È, per forza di cose e per la sua provenienza diretta dall’Assoluto, scevro da qualsiasi espressione di giudizio o di attribuzione etico-morale.
Ricordate la nostra affermazione che il corpo della coscienza non emette giudizi e non ha, all’interno delle sue vibrazioni, alcun elemento di giudizio sulla positività o sulla negatività di ciò che lo attraversa sia nel percorso delle vibrazioni verso il piano fisico, che in quello di ritorno dall’esperienza affrontata nel corso della vita? Bene, quanto detto fin qui costituisce la ragione e la giustificazione logica a quel concetto che vi aveva lasciati un po’ perplessi. Rodolfo
La percezione dell’Archetipo Permanente da parte delle varie materie
Nel suo percorso di “pervasione” delle materie cosmiche, il fascio vibratorio dell’Archetipo Permanente attraversa per prima, dunque, la materia akasica ed entra in contatto con ogni porzione di materia akasica collegata a tutte le coscienze che compiono il loro percorso evolutivo all’interno del Cosmo.
Sappiamo che anche il piano akasico – come accade per tutti gli altri piani di esistenza della materia – è suddiviso in sottopiani di materie via via più dense: nel piano più sottile si trova una materia akasica ormai talmente strutturata da aver ritrovato la sua inscindibile interconnessione con il Tutto ma, via via che si passa da un sottopiano più “sottile” a uno più “denso”, questa connessione diventa sempre più frammentata, perché recepita sempre più parzialmente dalle coscienze a essa collegate, in conseguenza del diverso livello di evoluzione che esse hanno raggiunto, fino a diventare l’espressione di ogni singola porzione di coscienza e di sentire che costituisce la coscienza personale di ogni individuo incarnato nella sua fase evolutiva sul piano fisico.
Come abbiamo affermato recentemente, questo significa che, malgrado le informazioni che attraversano il piano akasico siano sempre e comunque complete nella loro totalità, a mano a mano che esse attraversano i vari sottopiani la percezione che di esse ha la materia akasica attraversata diventa sempre più incompleta e meno aderente alla Realtà che esse rappresentano. Il corpo akasico individuale si trova, così, di fronte a vibrazioni che non riesce a definire e a catalogare al suo interno ed è questa disarmonia che gli fornisce la spinta alla creazione dei corpi inferiori per ottenere, attraverso al suo strumento principe, ovvero l’esperienza diretta all’interno del piano fisico, nuove informazioni che lo possano aiutare a risolvere gradatamente la disarmonia che avverte nella sua comprensione della Realtà.
A questo punto l’Archetipo Permanente si trova a trasmettere le informazioni che porta in un ambiente con delle peculiarità ben diverse da quelle precedenti: infatti il suo passaggio attraverso le materie dei corpi inferiori lo porta a contatto col mondo della molteplicità e della percezione soggettiva che, data la sua natura tendenzialmente duale, finisce con l’attribuire alle vibrazioni archetipali raggiunte l’attribuzione giusto/sbagliato sviluppando, in questa maniera, il complesso delle norme etico morali, e, di conseguenza, comportamentali, all’interno dei vari tipi di società; cosa, questa, che concorrerà al dare vita a quelli che abbiamo definito Archetipi Transitori, i quali – in analogia con quanto abbiamo detto a proposito degli Archetipi Permanenti – possono essere considerati l’immagine che scaturisce dalla percezione frammentaria, incompleta e duale delle vibrazioni trasmesse dall’Archetipo Permanente. Scifo