Ricordate bene le parole che vi sto per dire: esse non sono Grandi Verità – non sono così presuntuoso da ritenere di essere portatore di un così grave fardello – ma sono verità che io stesso ho compreso e imparato attraverso l’esperienza di incredibili errori e, quindi, di innumerevoli vite. Era ad esse che mi riferivo qualche tempo fa parlando di quella che ho definito “legge dell’ambivalenza” e che ho affermato essermi tanto cara.
In tutto l’universo non esiste cosa che non possa essere contemporaneamente buona o cattiva relativamente al punto di vista di chi la osserva, di chi la sperimenta, di chi l’attraversa. Questa è la più grande possibilità che l’Assoluto ha dato a ogni uomo per evolvere se stesso attraverso alla percezione e alla connotazione emotiva che egli attribuisce, dentro di sé, a ogni esperienza che vive.
Grande forza delle percezioni individuali che possono far mutare da un attimo all’altro l’impressione che un individuo ha di un pensiero, di un’azione, di un avvenimento! Relatività che può anche portare alla soglia della pazzia, ove egli non riesca a capirne l’importanza, ma che gli fornisce la possibilità di avanzare, di cambiare se stesso, di adeguare la realtà che lui percepisce al continuo evolversi della sua realtà interiore.
Anche per questo noi vi diciamo di non condannare e di non giudicare: perché ciò che qui e ora può apparirvi deprecabile o condannabile può, domani, apparirvi divino e desiderabile. Tutto, infatti, esiste per crearvi le condizioni migliori in cui possiate mutare; la vita intera – sia interiore che esteriore – è continuo mutamento, è continuo fervore di trasformazione, è incessante rigoglio di nuovi individui all’interno di uno stesso individuo alla stregua di un fuoco artificiale che, da scia luminosa, diventa poi esplosione di stelle luminose.
Così io vi dico, creature care, che niente e nessuno è inutile e superfluo nell’universo che è intorno e dentro di voi, ma tutto ha un suo fine ben preciso in un piano così ampio, che la ragione quasi vacilla, ben prima di poterne abbracciare anche solo una piccola porzione.
E vi dico anche che tutto ciò che vi accade è necessario per voi stessi: e non solo ciò che vi appare come un beneficio, ma anche ciò che per voi è causa di dubbio, di tormento e di confusione.
Aggiungo, anzi, che se così non fosse, se voi non dubitaste, non soffriste, non foste in confusione, a nulla varrebbe vivere le esistenze che state vivendo.
Verrà, ve lo prometto, il tempo in cui non avrete più in voi incertezze, dolori e travagli; il tempo in cui, cioè, non avrete più domande dentro di voi perché tutto sarà chiaro e dispiegato senza veli al vostro cospetto; ma ora, ora vivete le vostre domande, non rifiutatele, non condannatele temendo di apparire incerti, non ignoratele temendo di apparire più indietro di coloro che vi circondano: se avete domande dentro di voi non vergognatevene, creature, vuol dire che esse vi sono ancora necessarie, che non è ancora il momento di esserne privi, che è presto per sognare uno stadio che – qui e ora – è lontano e così apparentemente irraggiungibile.
Qui e ora siete così. Ed allora arrendetevi a ciò che sentite di essere e siate ciò che siete senza ricercare mete troppo lontane, adeguandovi ad esse prima che esse possano da voi venire raggiunte, poiché non vi è peggiore illusione di quella di volere – contro la propria realtà – essere più avanti di quanto realmente si sia. Scifo
Grazie.
Grazie.
In effetti la vita ci sorprende sempre, se noi glielo permettiamo; se lasciamo fluire le energie vitali, se abbandoniamo le categorie morali frutto della mente, se ci relazioniamo ai simboli che sorgono. Arrendersi a ciò che siamo. Accogliere quello che ci sorge davanti nella convinzione che tutto ciò che accade è necessario alla nostra evoluzione. La forma che consideriamo vita in realtà ci imprigiona in una fissità che chiude, spegne, isterilisce. La vita è trasformazione incessante.
“tutto ciò che vi accade è necessario per voi stessi: e non solo ciò che vi appare come un beneficio, ma anche ciò che per voi è causa di dubbio, di tormento e di confusione.
Aggiungo, anzi, che se così non fosse, se voi non dubitaste, non soffriste, non foste in confusione, a nulla varrebbe vivere le esistenze che state vivendo.
Verrà, ve lo prometto, il tempo in cui non avrete più in voi incertezze, dolori e travagli”
Da tenere presente nel tritacarne delle prove che sembrano eccessive, quando l’identificazione rende ciechi e confusi
Sempre rassicurante Scifo! Grazie!
La spinta al cambiamento, al raggiungimento del livello evolutivo prossimale, non può essere disgiunta dall accettazione di quel che si è ora. Vanno di pari passo. So che posso fare meglio su questo fronte, ma credo che anche il limite nella capacità di accettazione di quel che si è ora debba essere accolto.
Grazie
Grazie.
E’ cosi, basta guardarsi un po indietro nella vita per cogliere chiare le affermazioni di questo scritto.
Grazie
Grazie.
“Non vi è peggiore illusione di quella di volere – contro la propria realtà – essere più avanti di quanto realmente si sia”…
È proprio così…
Grazie Scifo.
Stiamo freschi