Varie tipologie di somatismi comportamentali [A135-soma15]

Vi ricordo che il mio compito non è quello di darvi delle risposte chiare e delle soluzioni a quelli che possono essere i problemi personali che intendete trattare, ma solamente quello di aiutarvi nel vostro percorso e di indirizzarvi, quando è possibile, verso la scoperta di voi stessi.

Partiamo intanto dal tuo somatismo: qual è? Perché non mi sembra che sia molto chiara la cosa.

D – Allora, io avevo pensato al somatismo che mi dava fastidio, cioè quello che mi procura problemi all’anca; legato a questo, avevo pensato che ci possa essere anche un somatismo comportamentale legato alla mia “esuberanza”, al mio modo di affrontare le incombenze che la vita mi pone.

Andiamo con ordine. Il somatismo dunque, è il tuo problema all’anca. Punto primo; siamo sicuri che si tratti di un somatismo e non di una semplice costituzione genetica?

D – Mi sono chiesto: se fosse un somatismo, in qualche maniera, il fatto di avere subito l’operazione avrebbe dovuto crearmi degli altri problemi; va bene che sono stato operato a un’anca e quella è perfettamente funzionante, ma ho cominciato ad avere dei problemi dall’altra parte…

Di conseguenza ci potremmo trovare davanti a uno spostamento del sintomo.

D – A questo punto non so se si tratti di uno spostamento del sintomo, oppure non sia per davvero un somatismo.

In base a quanto avevamo detto negli incontri precedenti, se si tratta di un somatismo esiste un suo nucleo principale, quindi, per prima cosa, bisogna che tu riesca a trovare dove è situato, eventualmente, questo suo nucleo.

D – Allora, se riguarda l’anca, riguarda il fisico, riguarda il mio rapporto con l’ambiente fisico.

Sei proprio sicuro?

D – Si. Poi io fino a qua sono arrivato.

Abbiamo perso alcuni elementi per strada, ultimamente, ovvero il carattere e la personalità. Voi sapete che ognuno di voi ha il corpo costituito in base alle sue esigenze di comprensione. E che questa costituzione è data dalle funzioni attivate all’interno del DNA dell’individuo.

Questo significa che, all’interno del tuo organismo, del tuo essere “individuo incarnato”, le tue peculiarità, il tuo carattere, sono determinate, dalle funzioni attivate nel tuo DNA, le quali hanno fatto sì da costituire non soltanto un tuo corpo fisico adatto alle tue esigenze, ma anche un tuo corpo astrale e un tuo corpo mentale adatti a corroborare le esigenze del tuo corpo fisico e, quindi, al loro manifestarsi come personalità all’interno del mondo fisico.

Ora, un tipo di manifestazione fisica come quella che tu hai scelto come somatismo, per potersi attivare, è necessario che trovi un riscontro all’interno della catena genetica, che predisponga il tuo corpo fisico, a un certo punto della tua esistenza, a manifestare un certo tipo di problema.

Quindi, in questo senso si può dire che effettivamente il tuo problema all’anca è una manifestazione somatica di qualche cosa che appartiene alle tue esigenze evolutive.

Da cosa è scatenato però tutto questo? È scatenato da una incomprensione e il relativo invio di richiesta di dati per la comprensione da parte del corpo akasico, da qualche parte subisce delle modifiche che risultano discostarsi più o meno ampiamente dalle risposte richieste del corpo akasico. Questo processo – che viene modificato dalla costituzione dei corpi dell’individuo in quanto sono sì formati in maniera tale da aiutare la sperimentazione ma, tuttavia, sono pur sempre prodotti sulla base delle incomprensioni e, di conseguenza, inadeguati a esprimere delle codifiche esatte dei simboli che passano da una materia all’altra – crea i presupposti affinché quello che è scritto nel DNA, venga a manifestarsi come sintomo somatico all’interno del piano fisico.

Vi è, quindi, da qualche parte lungo il percorso delle vibrazioni, una decodifica sbagliata, collegata a una incomprensione, che induce quanto è scritto nel tuo carattere di manifestarsi sotto forma di problema somatico.

Questo cosa significa? Significa che il somatismo deriva da qualche elemento male interpretato, male decodificato, all’interno degli altri corpi, non soltanto di quello fisico, e che, di conseguenza, vi è anche sia una radice emotiva che una radice mentale; quale delle due possa eventualmente essere preponderante vedrai con il tempo se riusciremo, anzi, se riuscirai a scoprirlo.

Ogni volta che noi parliamo di somatismo che si esplica nel piano fisico ovviamente intendiamo che si riflette nel vostro rapporto con il mondo esterno. E questa sua manifestazione all’interno del piano fisico, indubbiamente, porta con qualche cosa che potrebbe essere definito – anche se in realtà è un termine improprio, in questo caso – un somatismo comportamentale. Ovvero, una reiterazione di comportamenti, che porta il più delle volte a delle difficoltà, a dei problemi di relazione con il mondo in cui ci si trova a fare l’esperienza.

Questa considerazione è valida per qualsiasi tipo di somatismo allorché viene espresso all’interno del piano fisico. Però, non siamo di fronte a dei veri e propri somatismi comportamentali, sono più assimilabili a delle reazioni inevitabili dovute alle limitazioni che l’individuo ha. E si manifestano in minore o maggiore misura, a seconda di come viene messa in atto la personalità dell’individuo, ovvero a seconda della maniera in cui l’Io dell’individuo reagisce alla sua supposta menomazione.

Questo significa che la ragione di un supposto somatismo comportamentale dovuto, non so, a un somatismo ad esempio di tipo fisico, non risiede tanto nel somatismo fisico, quanto nella reazione dell’Io a quelli che gli appaiono come limiti imposti dal somatismo.

Questo significa, ancora, portando avanti il nostro ragionamento logico, che la difficoltà che si incontra risiede in quello che l’Io non accetta, che non vuole comprendere della sua menomazione e delle sue difficoltà.

Questo significa, infine, che riuscire a scoprire cosa l’Io non accetta, o non vuole comprendere nel suo relazionarsi con l’esterno a causa delle difficoltà che trova per qualche somatismo di tipo fisico, nasconde in realtà, un’incomprensione che non è di tipo fisico ma arriva dagli altri corpi dell’individuo.

Il problema, che volevamo sottoporre alla vostra attenzione, era la differenza tra somatismo comportamentale vero e proprio, e il somatismo derivante dai limiti derivati da una menomazione di tipo fisico.

D – Scusa Scifo, allora, vediamo se ho capito: stai parlando del mio caso, legato al somatismo comportamentale legato all’Io, oppure è sempre così, cioè legato a un somatismo fisico c’è sempre una reazione dell’Io.

Qualsiasi problematica di tipo fisico, sia che derivi da un somatismo (e di conseguenza, da un’incomprensione) sia che origini nella fisiologia e costituzione dell’individuo, comporta sempre un problema di relazione con l’esterno, dal momento che è all’esterno, nella vita sul piano fisico, che fa sentire la sua presenza, e possiede sempre e comunque addentellati sia di tipo emotivo che di tipo mentale, ma è limitato ai brevi momenti in cui la problematica fisica si scontra con i bisogni dell’Io.

Quindi, vi è sempre una reazione che, però, pur arrivando a manifestarsi in comportamenti più o meno ripetitivi, ha radici diverse, e questo genere di comportamenti potremmo definirli, per comodità, come “somatismi comportamentali spurii”.

Per quanto riguarda il somatismo comportamentale vero e proprio, esso si può riconoscere da alcune sue caratteristiche peculiari: anch’esso possiede la caratteristica della ripetitività nel tempo, ma è accompagnato sempre (anche se talvolta l’individuo non ne è consapevole veramente) da sensazioni di sofferenza, di disagio emotivo e psichico nel rapportarsi con l’esterno, e che perdura fino a quando l’incomprensione che sta alla base del somatismo non viene risolta.

Nel caso del nostro amico, invece, si può parlare di un somatismo “spurio”, perché l’estrinsecazione delle sue difficoltà ambulatorie, non gli induce una sofferenza costante, non lo mette veramente in crisi nel rapportarsi con gli altri; non più di tanto quanto meno. E, inoltre, risulta facilmente superabile o evitabile con particolari accorgimenti, quindi non è un elemento fortemente limitante che ti richiama costantemente a quello che tu hai bisogno di capire. Direi così che, in questo caso, non si può parlare, di un somatismo comportamentale vero e proprio. Va meglio così?

D – Ho capito.

Allora, come diceva il nostro amico, la situazione si fa complicata, perché l’intento dichiarato dovrebbe essere quello di riuscire a risalire dove c’è stata la decodifica principale errata, nelle richieste che provengono dall’akasico che hanno portato al costituirsi di un somatismo.

Il caso che stiamo osservando è particolarmente difficile da risolvere sotto questo punto di vista, anche perché non è un somatismo molto forte. Quindi gli agganci da poter fare non sono molti, ed è il caso di usare quei piccoli strumenti che vi abbiamo mostrato, che vi abbiamo insegnato in passato. Sarebbe forse stato meglio se tu avessi cominciato intanto a venire all’incontro già con i risultati di quello che abbiamo chiamato “parole associate”. Questo avrebbe potuto forse permetterci di compiere un’analisi, un lavoro un po’ più indirizzato, in questo modo, fino a ora, come elementi utili da poter esaminare abbiamo soltanto quelli forniti dai tuoi sogni.

D – Non ci avevo pensato perché credevo potesse essere fuorviante portare queste associazioni, invece potevano essere interessanti.

Ecco, questo è un errore che vorrei non faceste. È importante, quando si fa questo tipo di lavoro, raccogliere più dati possibili, anche perché in questo modo, il vostro Io resta sbilanciato e magari si fa sfuggire qualche cosa. Perché, bombardato da più parti, con i diversi elementi che usate per cercare di scoprire, di indagare è facile che si destabilizzi un pochino.

Quando è il vostro turno – lo dico per tranquillizzarvi – non vi spaventate se avete delle giornate un po’ travagliate, con delle reazioni un po’ forti del solito e via dicendo. È naturale che questo succeda, perché il vostro Io, comunque sia, anche se ha capito che non stiamo agendo per cercare di distruggerlo, ma per cercare di farlo stare meglio, tuttavia, le sue buone resistenze continua a farle.

Anche perché, inevitabilmente, ci sono delle cose che talvolta ognuno di voi non vuole assolutamente riconoscere e vedere, e che l’Io difende a spada tratta, con le unghie e con i denti per cercare di non portarle a galla; in modo da non sminuire se stesso. Quindi se avrete questi sbalzi di umore, questi squilibri, state tranquilli perché saranno soltanto momentanei, e come avrete affrontato questo incontro, si acquieteranno in quanto il supposto pericolo sarà scampato.

Riguardo alle parole associate

[…] D – Riguardo alle parole associate, ovviamente bisogna trovare delle parole stimolo, diciamo così per poter fare questa cosa?

Certamente.

D – L’altra volta, mi ricordo che erano stati presi degli elementi da un sogno. Però, quello che non so è se un sogno che facciamo in quel periodo è legato effettivamente al somatismo. Quindi magari prendere le parole di quel sogno potrebbe poi rivelarsi fuorviante, oppure è comunque utile?

Senza dubbio facendo questo lavoro, i sogni che farete saranno in qualche modo collegati al lavoro che stiamo facendo perché, inevitabilmente, questo lavoro provocherà – come dicevo prima – delle reazioni da parte dell’Io e quindi ci sarà il tentativo di ricoprire quello che tenta di venire a galla nel sogno con elementi accessori, in modo da distrarre l’attenzione da quello che è veramente importante. Quindi state tranquilli che quello che sognerete avrà, comunque e sempre, qualche aggancio con il lavoro che state tentando di fare.

Se posso darvi un consiglio di tipo tecnico, non eccedete nel trovare magari cinquanta parole stimolo. Ne possono bastare una quantità tra dieci, quindici, venti al massimo se proprio volete eccedere.

Un altro consiglio: cercate di suddividerle in tre tipologie le parole stimolo: una porzione legata agli elementi fisici che sono presenti nel sogno (per esempio nel caso dei sogni portati dal nostro amico) la pittura, la gente, la scala, insomma tutti gli elementi appunto fisici, materiali, che rimandano alla fisicità.

Poi, cercate di raggruppare una parte di elementi che riguardano invece possibili emozioni presenti nel sogno, emozioni che solitamente avete difficoltà a trovare, quindi cercate di porre attenzione anche da questo punto di vista ai vostri sogni.

Infine, ovviamente, cercate di mettere qualche parola anche per quello che riguarda i pensieri suscitati dal sogno, in modo di avere tutti e tre i corpi coinvolti in queste reazioni, perché è la sintesi dei tre corpi quella che poi vi può fornire elementi per indicarvi il percorso attraverso ai tre corpi.

D – Quindi scusa, le parole associate dovrebbero essere in un certo senso suddivise in tre fasi, oppure poi magari mischiate?

Io consiglierei che, tecnicamente, sarebbe meglio mescolarle.

D – Semplicemente sapere quali sono quelle del fisico, e poi alla fine raggrupparle per vedere quali sono i risultati.

Certamente, e non soltanto, se, come mi auguro, come spero, deciderete assieme che parole trattare, in due in tre in quattro, oppure anche tutto il gruppo, questo dipende solo da voi, una parte di parole sarebbe opportuno che la scelga chi ha sognato, un’altra parte chi ha ascoltato il sogno, in modo che l’Io della persona possa essere anche colto di sorpresa. Perché, altrimenti, sarebbe troppo facile manovrare la scelta delle parole per riuscire a non dire nulla.

Annali 2008-2017

0 0 votes
Valutazione dell'articolo
Subscribe
Notificami
guest

3 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
Vedi tutti commenti
Catia Belacchi

Grazie

Natascia

Oggi questo testo mi risulta in alcune parti, complesso. Complice una certa stanchezza mentale.

Leonardo

Grazie.

3
0
Vuoi commentare?x