D – Può essere giusto affermare che lo psisomatismo è il modo attraverso cui il corpo fisico compensa gli squilibri generatisi negli altri corpi inferiori (mentale ed astrale)?
Direi che è più giusto affermare che i somatismi che arrivano a manifestarsi sul piano fisico nel corpo fisico dell’individuo sono il punto terminale dell’espressione dell’incomprensione. In realtà il somatismo non crea un equilibrio ma indica la presenza di uno squilibrio.
D – Mi domando allora se non sia lo stesso DNA (ovviamente assieme alla nostra rigidità a non volere comprendere) a contribuire a formare la vibrazione che porterà al proprio personale psicosomatismo. Obbligandoci cioè, ad affrontare, e quindi portare nuovi dati all’akasico, proprio di quell’aspetto che “volevamo ignorare”.
La funzione del DNA rispetto ai somatismi è quella di preparare i corpi dell’individuo adatti all’espressione sia delle sue comprensioni che delle sue incomprensioni, con particolare riferimento a queste ultime che sono la motivazione di base della spinta reincarnazionistica dell’individuo al fine di sperimentare e acquisire nuovi dati per completare la sua comprensione. In quest’ottica il DNA è lo strumento che permette di predisporre i corpi inferiori in maniera tale che essi possano permettere alle incomprensioni di manifestarsi malgrado i blocchi vibrazionali che le accompagnano, creando dei percorsi preferenziali nei vari corpi.
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D – È possibile che a seguito di una comprensione raggiunta, il DNA dell’ìndividuo (fisico, astrale e mentale) si modifichi permettendo il passaggio di nuovi elementi da parte della coscienza dell’individuo?
Sì, ed è quello che avviene di continuo, anche se I’individuo incarnato non se ne rende conto: questo processo di graduale modifica del DNA è quello che permette la diversa espressione del sentire a mano a mano che la comprensione dell’individuo aumenta. Trattandosi, però, di modifica per sfumature è spesso inavvertita se non quando si osserva se stessi a distanza di molto tempo e ci si rende contro delle trasformazioni interiori avvenute, specialmente a livello di espressione emotiva e razionale, in quanto il corpo fisico ha possibilità di trasformazione in genere molto più limitate anche se più facilmente individuali (ad esempio le modifiche conseguenti al naturale invecchiamento fisico).
D – Quando Scifo parla di equilibrio compensativo tra i tre corpi inferiori…
II maggior utilizzo di un corpo senza dubbio “allena” il corpo in questione a mantenere attive le sue capacità (è per questo motivo che, invecchiando, sarebbe bene cercare di essere il più attivi possibile in tutte le proprie componenti, continuando ad “allenare” pensieri, emozioni e fisico). Per quanto riguarda il somatismo di un corpo esso comporta uno squilibrio all’interno del sistema dei corpi inferiori, che tende, in maniera naturale, a riequilibrarsi modificando lo stato energetico e di attività dei corpi non direttamente interessati al somatismo.
D – In cosa consiste il modello di riferimento che permette al DNA di mantenere in equilibrio i tre corpi inferiori? E si modifica allorché il corpo akasico raggiunge nuove sfumature di comprensione?
II modello di riferimento è quello fornito dai bisogni del corpo della coscienza e, quindi, è da esso strettamente dipendente, di conseguenza risulta essere un modello di riferimento variabile.
D – Come viene compensato il fatto che possiamo mangiare quantità maggiori di cibo di quelle che abbiamo consumato magari dopo una giornata lavorativa, e quindi introduciamo quantità in eccesso di energia nel corpo fisico? L’effetto che noi vediamo in questo caso è I’ingrassare, ma può essere considerato questo una compensazione per ristabilire un equilibrio, oppure si ripristina anche in altre maniere?
L’ingrassamento per un’eccessiva introduzione di cibo lo definirei più come I’effetto di uno squilibrio che come una compensazione per ristabilire I’equilibrio. Infatti comporta uno scompenso che gli altri corpi cercheranno di compensare per quanto rientra nelle loro possibilità.
D – Con I’avvenuta comprensione si guarisce, ma tutto il processo si svolge in modo praticamente inconscio. È possibile prendere contatto o perlomeno avere una certa consapevolezza dei processi che si svolgono?
Non è così automatico e immediato come si può pensare che, raggiunta una comprensione, si guarisca dal sintomo somatico. Questo perché difficilmente si tratta dell’azione di una sola incomprensione bensì, più facilmente, di un insieme di incomprensioni collegate. Certamente, però, la ricaduta degli effetti sulla vita dell’individuo può diventare via via sempre minore, attenuandone le problematiche. In quanto ad averne consapevolezza questo è strettamente dipendente a quanto si è capaci e abituati a osservare obiettivamente se stessi.
[…] D – Le vibrazioni contrastanti tra di loro che non riescono a mantenere un equilibrio soddisfacente all’interno della persona, come trovano, nel frattempo, il loro equilibrio vibratorio?
Quasi sempre con emissioni energetiche sfocianti all’esterno dell’individuo, quindi in picchi di comportamento che permettono di scaricare le energie squilibranti.
D – Perché uno squilibrio nell’astrale viene compensato nel fisico? Qual è il meccanismo/motivo che produce ciò?
La risposta a questa domanda scaturisce spontanea dalla concezione di equilibrio dei corpi inferiori: data la cifra energetica totale dell’individuo che resta praticamente sempre costante, ne risulta come conseguenza che, per mantenere inalterata tale cifra, lo scompenso energetico di un corpo viene compensato dall’impiego di maggiore energia da parte degli altri corpi o da una loro diminuzione.
D – Mentre lo psicosomatismo è in corso, il sistema fisico-astrale-mentale è in equilibrio oppure no? Oppure lo psicosomatismo è il “sintomo/segnale” che I’equilibrio sta vacillando/è compromesso e quindi va ripristinato in qualche modo?
Dovete considerare il sistema dei corpi inferiori come un’unità, al cui interno le energie tendono continuamente a riequilibrarsi distribuendo diversamente le energie tra i vari corpi. È un meccanismo naturale e continuo. Così accade che lo squilibrio che il somatismo può portare in un corpo, subisce subito il tentativo di riequilibrio da parte degli altri corpi.
D – AI nostro livello evolutivo cosa possiamo fare, per aiutare questo processo?
A qualsiasi livello evolutivo quello che è possibile fare è riassumibile in una sola parola: comprendere. A livello di consapevolezza di individuo incarnato l’ideale mezzo da usare è l’osservazione passiva di se stessi. Ma, in realtà, il vero gioco è condotto a un livello di consapevolezza diversa: quella del corpo akasico che, quasi sempre, sfugge alla percezione dell’individuo incarnato.
[…] Nel gioco dell’evoluzione ogni elemento ha molteplici funzioni. II somatismo ne ha diverse: è un segnale di allarme, è un fattore che permette di assolvere karma, è un mezzo per “costringere” ad affrontare qualcosa che altrimenti tenderemmo a ignorare e via dicendo.
D – È sempre necessario che la persona si renda conto della propria cristallizzazione affinché questa si sciolga, oppure le vibrazioni delle nuove comprensioni possono agire lo stesso anche senza questa consapevolezza?
II raggiungimento delle comprensioni che porta allo scioglimento sia dei somatismi che delle cristallizzazioni avviene, indipendentemente dalla consapevolezza dell’individuo incarnato, nel suo corpo akasico. Questo significa che l’individuo incarnato può non rendersi conto di quanto sta cambiando al suo interno.
Quando abbiamo detto che la cristallizzazione è definita dal fatto che l’individuo non la percepisce come tale, osservavamo questo aspetto dal punto di vista della consapevolezza dell’individuo sul piano fisico. Tuttavia, anche se l’individuo ne è del tutto inconsapevole il processo di comprensione del corpo della coscienza continua inavvertito e le comprensioni che via via raggiungerà, un po’ alla volta, creeranno le condizioni per modificare lo stato di inconsapevolezza dell’individuo nei confronti della cristallizzazione, trasformandola in somatismo e, quindi, delimitando un percorso sul quale l’individuo potrà, se vorrà farlo, intervenire e lavorare.
D – Se come abbiamo detto finora, le vibrazioni delle nuove comprensioni possono rompere le cristallizzazioni anche senza la nostra consapevolezza, allora a noi cosa è chiesto di fare praticamente?
Il compito che avete è quello di cercare di essere attenti a voi stessi con tutte le vostre componenti, in maniera di favorire una maggiore raccolta di dati da parte del corpo della coscienza. Senza dubbio i dati prodotti dall’esperienza arriverebbero lo stesso al corpo akasico anche se voi non faceste nulla di particolare. La vostra attenzione, però, focalizza le esperienze, operando una sorta di prima cernita tra gli elementi superflui o poco importanti e quelli strettamente collegati ai vostri bisogni di comprensione. Inoltre le vostre reazioni all’osservazione producono ulteriori dati analizzabili dal corpo akasico, arricchendo e completando la qualità di ciò che riceve.
[…] D – Qualsiasi malattia è preceduta da segnali psicosomatici?
Più che preceduta direi che è accompagnata da segnali (fisici, astrali e mentali) che il sintomo somatico sta prendendo forma e diventando “invasivo” per la vita dell’individuo.
[…] D – È possibile che la manifestazione di vari psicosomatismi/malattie in contemporanea sia dovuta al fatto che il soggetto sta affrontando (“sta lavorando”) su diverse incomprensioni (non solo una o due)?
Può essere così, ma può anche, più semplicemente, che i diversi somatismi che si manifestano siano conseguenza di un somatismo principale da cui si diramano. Ad esempio un somatismo a livello intestinale può portare a disfunzioni digestive, queste a mal di testa e via dicendo, provocando una catena di quei sintomi che abbiamo definito “accessori”.
[…] D – Da un punto di vista dell’insegnamento si può parlare di “cristallizzazione karmica”?
Direi di no, anche considerato il fatto che l’effetto karmico, solitamente, è notato – grazie alla sofferenza che l’accompagna – da chi lo subisce e che vede la sua attenzione portata quasi “a forza” su di esso. Il che fa cadere il presupposto principale che definisce la cristallizzazione, ovvero l’inconsapevolezza di avere un problema che influenza o condiziona la vita dell’individuo.
D – I picchi e la stabilizzazione sono influenzati anche dal progressivo “allacciamento dei corpi”?
II periodo di allacciamento dei corpi è un periodo durante il quale i vari corpi via via si stabilizzano e prendono padronanza delle loro funzioni fino alla loro definitiva maturazione entro i binari tracciati dalle esigenze akasiche di una determinata vita. Ovviamente questo comporta la conseguenza che nel corso di quel periodo (quindi dalla nascita al completo allacciamento dei corpi inferiori, che avviene intorno al ventunesimo anno) l’equilibrio vibrazionale dei corpi transitori sia in continuo movimento per compensare le modifiche che le aumentate capacità espressive dei vari corpi mettono in atto.
D – Gli irrigidimenti che si vanno a sovrapporre alla cristallizzazione di base non contrastano maggiormente il ritorno dei dati verso I’akasico rendendo ancora più difficoltosa la comprensione? Se così fosse, significa che I’individuo può comprendere solo elementi di “contorno” ma non il “nocciolo duro”, perché troppo fuori portata?
È proprio quello che avevamo detto: il nucleo della cristallizzazione è inattaccabile dall’individuo incarnato, e può essere solo intaccato dalle comprensioni minori che a esso sono collegate e che, nel corso della vita, il corpo akasico acquisisce grazie all’esperienza sul piano fisico.
D – È possibile che I’individuo arrivi comunque alla comprensione ma che questa non influisca sulla manifestazione fisica perché la struttura di quest’ultima risulta rigida, ma che comunque l’individuo possa avere una sofferenza minore?
Sarebbe una ben triste realtà quella in cui l’individuo con un disturbo psichiatrico non avesse le stesse possibilità di comprensione di ogni suo altro fratello! La comprensione avviene sul corpo akasico, e non è certo frenata dalle menomazioni dei corpi transitori dal momento che, comunque, sperimentano il piano fisico e il contatto con gli altri, quindi i dati continuano comunque a raggiungere ininterrottamente il corpo della coscienza.
D – II ricorso alla terapia farmacologica aiuta a stabilizzare gli effetti fisici, per la compensazione delle energie questo dovrebbe avere delle conseguenze quanto meno anche sul corpo astrale: è un aiuto al processo di comprensione?
La terapia farmacologica agisce sui corpi inferiori dell’individuo, ma non influisce sul suo corpo akasico. Può favorire, talvolta, il processo di comprensione quando calmiera la sofferenza del paziente, permettendogli un minor influsso della sofferenza e, di conseguenza, un uso più fluido delle caratteristiche dei suoi corpi inferiori. Più spesso, però, limita od ottunde i corpi inferiori, diminuendo la loro capacità ricettiva nei confronti delle esperienze che l’individuo compie sul piano fisico. Inoltre certamente può migliorare la qualità di vita dell’individuo, tuttavia, com’è ovvio, non risolve l’incomprensione dell’individuo che sta alla base del sintomo. Rodolfo
Grazie