Riepilogo: la comunicazione delle informazioni [A99-simboli7]

Il mio tentativo di spiegarvi il processo della trasformazione delle vibrazioni in simboli percepibili e decodificabili dalle varie materie con cui si relazionano, mi dà l’impressione che abbia creato in voi più confusione che chiarezza.

Riprenderò, quindi, l’argomento, cercando di strutturarlo in maniera più facilmente decodificabile dal vostro corpo mentale, in modo da cercare di ridurre il vostro evidente stato confusionale.

Come abbiamo visto in precedenza, il substrato su cui si forma e si struttura la realtà è costituito da quella vibrazione estremamente complessa che abbiamo definito, per semplicità, Vibrazione Prima, la quale contiene in tutte le informazioni da trasmettere alle materie che compongono il Cosmo affinché possa costituirsi la struttura cosmica con le sue differenziate caratteristiche, portando alla diversificazione delle varie materie, al loro aggregarsi e collegarsi, in maniera tale da formare un insieme di materie che è solo apparentemente disomogeneo in quanto dette materie, pur così dissimili per peculiarità tra di loro, sono strettamente collegate e interdipendenti le une alle altre.

Che necessità vi è della costituzione di questa struttura cosmica? La sua ragion d’essere è quella di permettere che si costituisca un “territorio” relazionato tra le sue varie parti, in maniera tale che i processi che lo devono attraversare per condurre l’intero Cosmo a percorrere il suo percorso circolare che va dall’Assoluto e in esso ritorna, possano iniziare e portare avanti in tutto il Cosmo nella sua interezza la loro funzione di elemento “vivificatore” della sua evoluzione, secondo le direttive creazionali emanate dall’Assoluto per quel particolare Cosmo.

Affinché tutto questo sia possibile è necessario che il movimento vibratorio che pervade il Cosmo possa venire recepito e interpretato da tutte le sue varie componenti, in maniera tale che i processi in atto possano attraversare tutta la materia cosmica, indifferentemente dalle sue caratteristiche peculiari e distintive, comunicando a essa gli impulsi necessari alla loro evoluzione costante e, di conseguenza, a quella del Cosmo nella sua totalità.

Affinché questo accada è indispensabile che la vibrazione che trasmette gli impulsi provenienti dai vari processi possa venire recepita dalla materia stessa. Questo significa che a ogni direttiva vibratoria deve essere, inevitabilmente, associato un linguaggio che possa essere decodificabile dalle varie materie; questo linguaggio lo abbiamo definito “vibrazione simbolica” che non è concepibile come una vibrazione a sé stante, scomponibile o disgiungibile dalle vibrazioni dei processi, bensì come una parte di esse: ogni vibrazione porta con sé quell’insieme di vibrazioni minori che forniscono, a chi percepisce la vibrazione nella sua totalità, la possibilità di decodificarla secondo le proprie capacità percettive in maniera tale che nessuna parte del Cosmo possa restare isolato dal resto della materia Cosmica.

La parte simbolica delle vibrazioni, costituita anch’essa da particolari condizioni vibratorie sue proprie, viene via via interpretata e adoperata dalle materie che incontra con l’emissione, da parte loro, di vibrazioni che concordano il più possibile con essa, modulata dalle possibilità percettive e di decodifica delle varie materie.

Questa parte vibratoria simbolica, che può venire considerata come un linguaggio unificatore universale, come un substrato di riferimento comune a tutta la materia del Cosmo, forma una sorta di dizionario cosmico di riferimento, individuabile in quell’insieme di vibrazioni che abbiamo definito Archetipi permanenti e che costituiscono una sorta di chiave di volta per fornire una base comune all’interpretazione, alle reazioni, allo sviluppo dell’evoluzione all’interno dell’intero Cosmo.

Abbiamo sempre affermato che gli Archetipi Permanenti propri di un Cosmo, per tutto il processo di evoluzione del Cosmo, non mutano nel tempo e, a ben vedere, non può essere che così, in quanto, se mutassero, significherebbe che l’intero processo evolutivo del Cosmo non avrebbe continuità, col risultato di arrivare al caos e, di conseguenza, alla disgregazione del Cosmo stesso.

Infatti, il mutare degli Archetipi Permanenti significherebbe il mutare della simbologia di base del processo di comunicazione all’interno delle componenti del Cosmo e questo mutare porterebbe, inevitabilmente, all’impossibilità della comunicazione all’interno del Cosmo e, di conseguenza alla perdita della sua coesione.

Come dicevamo, dunque, gli Archetipi permanenti non mutano nel tempo all’interno del “sistema chiuso Cosmo”: quella che, invece, muta in continuazione è la capacità ricettiva delle materie cosmiche, le quali acquistano sempre più ampie capacità percettive e, di conseguenza, sempre più precise capacità di decodifica dei simboli che incontrano a causa delle loro mutate condizioni evolutive a mano a mano che i processi interni del Cosmo compiono la loro opera all’interno delle sue varie componenti.

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Natascia

Siamo uniti dalla possibilità di accedere allo stesso dizionario simbolico cosmico.
Cambiando la capacità percettiva del ricevente, la decodifica di tale simbologia si affina sempre più.
Il nostro Cosmo, caratterizzato dal numero 7 è un sistema chiuso, permeato dalle stesse vibrazioni, che ne permettono la coesione. Se le vibrazioni o meglo dire, Archetipi permanenti mutassero, l’intero Cosmo si disgregherebbe.

Leonardo

Grazie

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