[…] Vibrazione e simbolo: ho la netta impressione, creature nostre, che tendiate a operare una sovrapposizione dei due termini, arrivando a ritenerli interscambiabili tra di loro al punto che in ogni nostro ultimo messaggio al termine “vibrazione” possa essere sostituito tranquillamente quello di “simbolo” e viceversa.
Se fosse davvero così il nostro parlare sarebbe stato chiaramente senza senso: infatti sostituire un termine con un altro sarebbe evidentemente solo una complicazione inutile, spiegabile soltanto col tentativo di mascherare il fatto che non sappiamo più cosa dire e che non siamo altro che un inconscio particolarmente furbo che, dopo più di trent’anni, sta perdendo colpi e non sa più che pesci pigliare per non essere smascherato!
I due concetti non sono sovrapponibili o interscambiabili, bensì definiscono due cose diverse o, meglio ancora, due diverse fasi di uno stesso processo individuabile nel percorso della vibrazione prima, e di tutte le vibrazioni che scaturiscono col suo passaggio attraverso le materie dei vari piani di esistenza, fino ad arrivare alla sua manifestazione all’interno del piano fisico.
Se proprio volessimo definirle in maniera da poterle distinguere e usare in maniera più appropriata potremmo dire che la vibrazione è la causa che dà il via al processo e il simbolo è l’effetto che ne scaturisce.
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Capite bene che, alla fin fine, pur avendo i due termini molti punti di contatto in comune proprio perché sono due elementi che, in qualche maniera, sono collegati dallo sviluppo del processo stesso, si tratta, in realtà, di due cose notevolmente differenti.
Se, poi, ponete un attimo attenzione a quanto abbiamo spiegato nei messaggi precedenti, vi renderete maggiormente conto della differenza dei due concetti nel momento in cui vi ricorderete che la vibrazione, prima di manifestarsi come simbolo, subisce la decodifica da parte dei corpi che costituiscono l’individuo.
Dal momento che la capacità percettiva dei corpi individuali è in funzione della loro costituzione e delle loro possibilità ricettive, risulta evidente che la vibrazione di partenza subisce delle modifiche, talvolta anche molto estese, che finiscono con il rendere il simbolo proveniente da una certa vibrazione anche molto difforme dalla vibrazione di partenza.
Questo ci può portare, di conseguenza, a riesaminare il concetto di percezione soggettiva della realtà di cui già tanto avevamo parlato in passato, anche se, magari, in maniera molto semplificata per adattarla alle vostre cognizioni e alla capacità di assimilazione e comprensione che possedevate all’epoca.
Infatti, l’attuale considerazione della formazione del simbolo, della sua decodifica nell’attraversare i corpi costitutivi dell’individuo e la sua espressione come mezzo comunicativo e interpretativo della Realtà in cui siete inseriti, mi sembra che diano un’ottima possibilità di definire in maniera più accurata e strutturata quale sia il percorso, la strutturazione e i binari entro i quali viene incanalata dall’individuo la sua percezione della realtà, rendendola veramente una “sua” percezione.
Percezione che, senza dubbio, grazie alla comunicazione simbolica, ha la possibilità di essere comunicata e condivisa con le altre creature ma che, altrettanto senza dubbio, ha in sé una parte incomunicabile e difficilmente condivisibile dovuta ai personali mezzi individuali di decodifica delle vibrazioni da parte dei corpi inferiori, facendo sì che tale decodifica personale dia vita a una percezione della Realtà in larga parte soggettiva e delimitata proprio dalla gamma di possibilità decodificatrici dei corpi dati in dotazione alla nascita. Scifo
In questa multiforme struttura della Realtà, Padre mio, così simile a una casa degli specchi nella quale tutte le immagini si riflettono più volte rendendoci talvolta difficile riconoscere quale sia la Realtà che sta alla base dell’emanato, io vivo al mio interno momenti intensamente altalenanti, passando dall’apparente certezza di una comprensione ormai definitiva alla scoperta che si trattava solo di una comprensione transitoria e parziale, lasciandomi sconfortato di fronte alla sensazione che tutto questo possa non avere mai una fine e che, qualunque certezza io mi illuda di aver raggiunto, prima o poi verrà cancellata o resa obsoleta dai mille riflessi che la Realtà invia alla mia percezione, facendomi sentire così spesso impotente e incapace di afferrare veramente e saldamente la Realtà. Moti
La tua casa degli specchi, figlio mio, è anch’essa soltanto un’illusione: tutte le immagini che in essa sembrano riflettersi all’infinito, distorte e frammentate in un innumerevole presentarsi di altre immagini, non sono altro che il riflettersi di una sola, unica, immagine, la mia, a cui i tuoi sensi danno molteplicità di forme e ripetizioni apparentemente senza fine.
Ma verrà il tempo, amato figlio, in cui la tua casa degli specchi diventerà un solo specchio nel quale, specchiandoti, vedrai non più te stesso ma la mia immagine e in essa ti riconoscerai, trovando finalmente la tua unione e la tua unità con tutto ciò che IO sono e dal quale mai, in verità, sei mai stato lontano.
In quel momento saranno finite le illusioni delle tue pene, dei tuoi dolori, delle tue sofferenze, del tuo sentirti solo, inutile, inadeguato, disperato, costretto, impaurito, frustrato, impotente, frammentato perché ciò che vedrai riflesso nello specchio non sarà più la tua immagine ma la nostra Realtà, nella quale tu sarai contemporaneamente dolore e lenimento delle pene, incertezza e certezza, padre e figlio.
Ti amo, figlio mio, e sto attendendo che anche tu ami te stesso in maniera che il nostro amore possa fare di noi, per sempre, un unico amore. Scifo
Bellissima questa risposta che conferma come noi da chi sa quanto abbiamo creduto e continuiamo a credere alla separazione sia dagli altri esseri che dall’uno…
Così accuratamente frammentato e credibile….e che ci ha fatto porre continui perché, come, quando, chi, cosa, dove è porre alla mente infinite domande sulla dualità…che il cuore soltanto un giorno abolira’…
Grazie