La necessità e la funzione del simbolo [A93-simbolo2]

Come abbiamo accennato in precedenza, la somma vibrazionale che costituisce il simbolo, per poter esercitare la sua influenza, ha la necessità di trovare della materia attraverso la quale vibrare e da poter usare come supporto per arrivare a interessare quelle porzioni di Realtà sulle quali esercitare la sua influenza e la sua forza creativa.

È per questo motivo che i primi effetti che mette in moto la Vibrazione Prima al momento della sua emissione sono quelli che riguardano le varie materie dei piani di esistenza e che conducono alla sua strutturazione e diversificazione: infatti, senza la presenza di una materia in via di diversificazione, essa non potrebbe propagarsi all’interno del Cosmo, in quanto non troverebbe, all’interno della materia che va ad attraversare, quelle assonanze vibratorie che le permettono di avere influenza su tutta la materia del Cosmo e, quindi, di influenzarne e determinarne le caratteristiche.

Questo non significa, però, che la Vibrazione Prima e, di conseguenza, il simbolo, siano costituiti da materia (fisica, astrale, mentale, akasica e via dicendo) ma, semplicemente, che hanno la necessità di poter attraversare i vari tipi di materia per poter espletare le loro funzioni all’interno del Cosmo a cui appartengono. Rodolfo

[…] Ciò che l’individuo incarnato recepisce come simbolo è, essenzialmente, la sua strutturazione secondo le linee di orientamento che gli sono fornite dalle sue capacità e possibilità intellettuali; ma questa, in realtà, è solo la parte finale di quello che è il processo della sua strutturazione, costituisce, cioè, il modo in cui il simbolo viene a manifestarsi all’interno del piano fisico attraverso la vita di relazione individuale con le persone o gli avvenimenti che l’individuo, di volta in volta, incontra.

Lungo il percorso che il simbolo attraversa prima di arrivare a questa parte finale della sua manifestazione esso subisce molte influenze che gli danno forma e struttura e che aggregano simboli coerenti fra loro in maniera da diventare percepibili e decodificabili dall’individuo incarnato. Ombra

Credo che le prime cose che ci si debbano chiedere siano quale sia la necessità dell’esistenza del simbolo e il perché che sta alla base di esso, ovvero quale sia la sua funzione nella strutturazione del Cosmo e, in secondo luogo, che cosa significhi la sua influenza nel percorso evolutivo dell’uomo, sia dal punto di vista del singolo individuo che da quello dell’umanità in generale.

La necessità e la funzione del simbolo

La necessità e la funzione del simbolo possono essere ricondotte principalmente al bisogno di ottenere che gli individui abbiano delle basi comuni di comunicazione attraverso le quali non soltanto interpretare la Realtà in maniera trasmissibile da individuo a individuo ma, addirittura, permettere lo sviluppo di quell’interazione tra individuo e individuo che costituisce la base di ogni esperienza affrontata nel corso della vita, senza la quale non vi sarebbe possibilità di confrontarsi con l’interiorità degli altri traendone i frutti dell’esperienza vissuta, con la conseguenza di perdere, in questa maniera, le molteplici spinte che l’individuo ottiene dall’interazione e dal rapporto con le altre persone, finendo così col ridurre le sue possibilità di comprensione a quelle fornite da un circolo vibrazionale chiuso in se stesso.

Il fatto che l’individuo abbia bisogno di manifestarsi all’interno del piano fisico interagendo con le altre creature rende, infatti, l’insieme dei corpi transitori un circolo aperto in continua trasformazione, offrendo dati sempre più complessi e strutturati da portare all’attenzione del suo corpo akasico e all’ampliamento della comprensione della sua coscienza. Rodolfo

Il simbolo tra gli animali

Il succo del discorso che stiamo facendo è, insomma, che il simbolo è necessario e indispensabile per la comunicazione di tutte le creature che abitano il Cosmo.
“Tutte le creature?”, potreste chiedervi con una certa perplessità. Certo, amici miei, “tutte le creature”! Forse non eravate arrivati a pensare che anche gli animali, pur non adoperando un vero e proprio linguaggio verbale, possiedono un tipo di comunicazione simbolica, ma, in effetti, è proprio così.

Certamente si tratta di una simbologia più semplice, perché più semplici sono le necessità evolutive dell’animale e più semplici e limitati i suoi mezzi espressivi. Tuttavia, se vi ci soffermate un attimo, il cane che si siede di fianco alla ciotola vuota del suo cibo e vi guarda, magari uggiolando o la tigre che segnala la sua disposizione all’attacco tirando indietro le orecchie e muovendo la punta della coda, non fanno altro che mettere in atto una comunicazione simbolica, per quanto rudimentale, in accordo con le loro possibilità espressive.

Pensiamo al nostro antenato comune Urzuk, nelle sue prime incarnazioni in forma umana, cioè quando era ancora molto vicino ai primati da cui proveniva per cui i suoi mezzi espressivi erano limitati come quelli degli animali, ed era ancora ben lontano dall’essere in grado di esprimersi attraverso un linguaggio strutturato e complesso come quello che viene adoperato dall’uomo attuale.

La sua necessità di comunicare, e di farlo in maniera simbolica al fine di potersi intendere quanto meno con gli altri suoi simili, lo induceva a esprimersi con grugniti (quindi con emissioni di suoni, cioè con vibrazioni), metodo suggerito sia dall’osservazione degli altri animali con cui si trovava a contatto sia dalle esperienze vissute in precedenza nelle forme animali che aveva incarnato.

Se poteste ascoltare i grugniti che emetteva vi sembrerebbero piuttosto buffi e poco differenziati l’uno dall’altro, ma questo accadrebbe soltanto perché l’uomo attuale possiede una diversa abitudine percettiva rispetto a quella di Urzuk ed è ormai abituato a una simbologia molto più complessa e strutturata.

Ritornando ai grugniti del nostro Urzuk, il simbolismo espresso vibrazionalmente veniva messo in atto, principalmente, attraverso variazioni nell’intensità e nella durata del grugnito, elementi che davano l’indicazione, a chi gli stava vicino, della maniera in cui il grugnito doveva essere interpretato, permettendo così la comunicazione da individuo a individuo. Scifo

In fondo, se ci pensate, è lo stesso metodo di comunicazione simbolica messo in atto dal neonato ancora al giorno d’oggi: il suo pianto, per esempio, può avere molti significati (dal mal di pancia, al bisogno di attenzioni, al pannolino bagnato) e, prestando attenzione al suono e con l’esperienza, molto spesso chi si prende cura del neonato riesce a interpretare il significato del pianto collocandolo nella giusta prospettiva, riuscendo, così, a intervenire nelle maniere in cui è necessario farlo per rispondere alle sue esigenze del momento.

Se quanto ho appena detto vi può risultare, in fondo, di facile comprensione, immagino che sicuramente più ostico vi risulterà riuscire a individuare una comunicazione simbolica nella vita vegetale e addirittura impossibile per quanto riguarda la vita minerale.

Questo ostacolo è reso più facile da superare se ricordate che il simbolo è costituito da vibrazioni, e se riuscite a discostarvi dalla vostra concezione comune di cosa sia il simbolo legata, principalmente, non al simbolo stesso ma a quella che è la sua manifestazione all’interno del piano fisico attraverso linguaggio, modi espressivi e attività comportamentali.

Il simbolo tra i vegetali

In questa maniera riuscirete ad accorgervi con maggior facilità che quanto abbiamo detto fino a questo punto può applicarsi anche alla vita vegetale.
Un esempio: se dimenticate di annaffiare la pianta che avete in casa essa cerca di comunicarlo, simbolicamente, attraverso il suo comportamento come, ad esempio, l’ingiallimento delle foglie o, il loro tendere ad afflosciarsi verso il basso. Anch’essa, quindi, usa una se pur rudimentale comunicazione simbolica che, a causa delle limitate possibilità espressive di queste forme di vita, sfocia, all’interno del piano fisico, essenzialmente in simbolismi espressi attraverso reazioni comportamentali legate all’ambiente in cui si trovano inserite.

Per fare un altro esempio che potete aver notato anche voi nella vostra quotidianità, talvolta le piante che avete in casa tendono a piegarsi lentamente, costantemente in una direzione, il che rappresenta un tentativo di cercare di raggiungere posizioni in cui percepiscono di poter ricevere una maggiore quantità della luce di cui abbisognano per le loro funzionalità.

Semplice reazione fisiologica, potreste pensare voi, ma non è così: poiché la pianta è inserita in un ambiente a cui partecipa e col quale interagisce, la reazione fisiologica diventa un modo per segnalare alla realtà che la circonda (e che non connota positivamente o negativamente ma di cui riconosce l’esistenza in funzione della sua realtà come parte necessaria e utile alla sua sopravvivenza) i suoi bisogni e, se vogliamo antropomorfizzare le sue razioni, il suo protestare per il fatto di non essere gratificata con ciò di cui necessita. Ombra

Se già, come penso, avrete fatto fatica ad arrivare da soli a fare le considerazioni che vi sono appena state fatte per quanto riguarda la vita vegetale, non ho l’ardire di aspettarmi che riusciate per conto vostro a scorgere qualche esempio di risposta comportamentale ai simboli della Realtà che riguardi la vita minerale. Siccome capisco quali possono essere le vostre difficoltà in merito vi vengo incontro io.

Il simbolo tra i minerali

Indubbiamente il minerale ha una quasi inesistente possibilità espressiva, cosicché le sue risposte alle vibrazioni simboliche non possono essere né immediate né molto complesse e, tanto meno, molto variegate. Essenzialmente possono solo tradursi attraverso le lente, molto lente secondo i parametri della concezione temporale a cui è abituato l’essere umano, modifiche che il cristallo stesso possiede come dotazione della sua struttura. Questo significa che la sua comunicazione con l’ambiente sia praticamente limitata al suo crescere di dimensioni (per la vostra percezione pressoché infinitesimale) che avviene in tempi molto lunghi.

Tuttavia una comunicazione con l’ambiente in risposta alla simbologia cosmica esiste, ed è data semplicemente dalle spinte che, poco a poco, la crescita della massa del cristallo induce nella materia con cui, solitamente, è in contatto.

Sono certo che, a questo punto, avrete notato una certa possibilità di trasformazione (e, magari, anche di confusione) dei concetti che stiamo trattando: dalla vibrazione al simbolo, dal simbolo alla sua percezione da parte della creatura su cui influisce, da questa alla esteriorizzazione del simbolo in comportamenti simbolici e in mezzi simbolici di espressione (linguaggio, disegno, musica e via dicendo), il che, apparentemente, sembra semplicemente un ripetere quanto già stato detto facendo nascere in voi, magari, l’impressione di trovarsi davanti al pensiero che aggiungere a quanto abbiamo già detto negli anni la prospettiva inerente il“simbolo” sia la classica complicazione inutile.

Vi dovete rendere conto, però, che le scuole elementari sono finite e che siamo arrivati al “master” dell’insegnamento, il che significa una visione più profonda delle nozioni che vi abbiamo portato negli anni e che dovrebbe portarvi a concepire, non più per fede ma per ragionamento e concatenazione logica, che l’intero Cosmo è un’unità di elementi, non un insieme di elementi frammentari più o meno ben assemblati, e che è possibile esplorarlo e comprenderlo veramente soltanto se si riesce a comprendere (e ad accettare) che veramente “nulla succede a caso” e che “tutto è Uno”. Scifo

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Natascia

Complesso, ma parole che riportano costantemente al concetto di Uno.

Per ora questo comprendo.

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