Il ciclo delle vibrazioni e l’influenza dell’archetipo [A60]

Cerchiamo ora di fare il punto sulle vibrazioni dell’archetipo che influiscono sull’individuo: entrano, si combinano alle sue vibrazioni, formano un ciclo all’interno dell’individuo, interagiscono con le sue vibrazioni e poi si uniscono alla vibrazione che dall’akasico arriva verso il piano fisico alla ricerca di comprensione.

Ecco, quindi, che – come avevamo detto – quando l’akasico invia il suo fascio di vibrazioni per cercare di far fare delle esperienze all’individuo per ottenere la comprensione, questo fascio di vibrazioni incontra inevitabilmente le vibrazioni provenienti dall’archetipo (o dagli archetipi). E, incontrando queste vibrazioni archetipali, cosa fa? O la vibrazione dell’archetipo si adegua alle comprensioni dell’individuo, o le comprensioni dell’individuo tentano di adeguarsi alle vibrazioni dell’archetipo.

Ecco, così, che quando arriva il momento di manifestarsi sul piano fisico, nell’esperienza, l’individuo manifesta quello che prova, quello che sente, quello che comprende, quello che cerca di capire anche grazie a quello che l’archetipo transitorio ha vibrato in sintonia con la richiesta dell’akasico: quindi se siete collegati a un archetipo transitorio che dice che i figli vengono prima di tutto, nel momento in cui le vostre energie arrivano sul piano fisico e avete un figlio, quel figlio sarà per voi lo scopo della vostra vita; e non entriamo nel merito se sia giusto o meno questo, però è un dato di fatto che sia così.

Ogni vostra manifestazione all’interno del piano fisico è governata non soltanto dalle vostre comprensioni, e quindi dal flusso di ogni vostra comprensione che proviene dalla coscienza e dai vostri bisogni di comprensione, ma anche dalla modulazione, dalla via che in qualche maniera prepara per voi la vibrazione degli archetipi.

D – Cosa fa sì che siano le vibrazioni dell’individuo ad adeguarsi a quelle dell’archetipo o che siano quelle dell’archetipo ad adeguarsi alle comprensioni dell’individuo?

In realtà, non accade nessuna delle due cose; è già un amalgama di per , perché le vibrazioni dell’archetipo in realtà appartengono già all’individuo. Certamente vi è l’influenza delle vibrazioni degli altri individui, questo sì; i quali, in qualche maniera, forniscono dei paletti all’estrinsecazione della coscienza, della comprensione teorica dell’individuo nel corso dell’esperienza; tuttavia appartengono anche all’individuo, quindi gli sono già in qualche maniera interne, sono già in parte riconosciuti dal fascio di vibrazioni che proviene dalla sua coscienza.

Quindi voi siete ancora più grandi di quello che immaginavate fino a questa sera, ancora più complessi, ancora più comprensivi di una realtà maggiore di quello che ognuno di voi pensa di essere. E il vostro Io, che pure cerca di essere il Tutto, di essere il centro dell’esistenza, alla fin fine finisce col non rendersi conto che è ancora più grande, più importante e più omnicomprensivo di quello che lui vorrebbe essere.

[…] D – Non mi è chiaro il discorso che gli altri individui mettono come dei paletti.

Il fatto è che la costituzione dell’archetipo transitorio, come abbiamo detto, è stata messa in atto da quello che gli individui – che sono collegati a lui – credono vero e questi individui sono collegati tra di loro perché hanno parte delle cose che credono in comune, però soltanto parte delle cose, quindi significa che ogni apporto di vibrazione che ogni individuo porta all’archetipo in realtà ha delle sfumature diverse a seconda della persona che l’ha portato.

Ora, quando le vibrazioni dell’archetipo transitorio attraversano l’individuo, portano con sé tutte queste tracce, queste impronte dei vari individui che hanno costituito l’archetipo, e quindi anche queste diversità. E queste diversità sono quelle che, in qualche modo, segnano le rive entro le quali deve stare l’individuo nel fare l’esperienza

D – Stavo pensando alla possibilità che due archetipi si scontrino nel determinare una scelta; quindi prendendo l’esempio di una persona che è legata all’archetipo “i figli vengono prima di tutto” e legata anche all’archetipo “non rubare”, se si trova in una situazione in cui dovrebbe rubare per aiutare il figlio, cos’è che determina la scelta finale che fa vincere un archetipo sull’altro?

Ma lì non è che vince, non è che deve diventare una lotta tra un archetipo e un altro; la lotta è quella tipica della coscienza dell’individuo, se comprende o non comprende e che cosa comprende. Gli archetipi ti mostrano le possibilità, ti danno i dettami, ti danno le regole morali, teoricamente etiche, teoricamente giuste a cui ti devo adeguare; è poi quello che ne fa la tua coscienza quello che provoca il tuo comportamento, non sono mai gli archetipi; sennò si arriverebbe facilmente a poter dare la colpa di ogni nostro comportamento all’influenza degli archetipi, ma non è così! La responsabilità resta sempre e comunque tua, perché sei tu che fai dell’influenza dell’archetipo quello che la tua comprensione ti permette o ti dice di fare. 

Mi sembra che, a questo punto, non resti che osservare un attimo l’ultima fase del ciclo ovvero dall’esperienza al ritorno del circolo all’interno dell’individuo, quello che avevamo già osservato la volta scorsa, però questa volta con l’aggiunta dell’influenza dell’archetipo. Allora, l’esperienza è stata compiuta e vi è il ritorno delle vibrazioni verso il corpo akasico.

[…] Certamente, se vi è un ciclo akasico-fisico-akasico, vi è anche un ciclo archetipo-esperienza-archetipo. I due cicli vanno di pari passo e, in qualche modo, si influenzano o si determinano uno con l’altro e, quindi, entrambi in qualche maniera ritornano per compiere il loro ciclo. Questo significa che, nella fase di ritorno, almeno una parte del cammino sarà in comune; e la parte in comune non può essere che quella che attraversa i corpi inferiori dell’individuo.

Certamente, nelle vibrazioni dell’archetipo che ritornano all’archetipo non vi può essere il passaggio attraverso il corpo della coscienza dell’individuo, ma vi sarà un passaggio soltanto attraverso i corpi inferiori. Ecco, così, che queste vibrazioni torneranno indietro e ritorneranno, modificate dall’esperienza, all’archetipo transitorio; mentre il fascio vibrazionale di comprensione dell’esperienza ritornerà questa volta verso il corpo akasico. 

Questo, come avevamo detto, per quello riguarda il ritorno al corpo akasico significava che portava alla modifica dei corpi inferiori dell’individuo, invece questo ritorno di passaggio delle vibrazioni dall’individuo al corpo akasico a cosa porta? 

Porta a modificare ancora di più i corpi inferiori dell’individuo, quindi a modificare il suo modo di emozionarsi e a modificare il suo modo di razionalizzare, e porta a una modifica di quelle che sono le vibrazioni tipiche di quell’archetipo. Quando – come avevamo detto – queste vibrazioni cambieranno in grande misura per gran parte degli individui, l’archetipo poi finirà per non essere più aggregante delle varie vibrazioni e quindi si scioglierà. Scifo

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Catia Belacchi

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Leonardo

Grazie

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