D – Avevamo provato a capire come gli archetipi transitori potevano inserirsi nel circolo esaminato le volte precedenti. Io vedevo il ruolo degli archetipi transitori come più ‘attivo’ nel momento della discesa, quindi nella fase iniziale, in quanto comunque va a influenzare quelle che possono essere le reazioni sul piano fisico dell’individuo; e più ‘passivo’ nella fase di ritorno, in quanto va a subire quello che è il portato delle esperienze sul piano fisico.
Mah, diciamo che sotto un certo punto di vista può essere considerato giusto, però forse sarebbe meglio cercare di esaminare meglio il rapporto tra individuo e archetipo transitorio, in che rapporto stanno, se è veramente una cosa così esterna che entra all’interno, l’archetipo transitorio, o è qualche cosa di diverso, di diversamente considerabile rispetto all’individuo? Non dimentichiamoci che l’individuo, in realtà, è quello che crea, che contribuisce a creare l’archetipo transitorio, quindi la domanda da porsi è: fino a che punto l’archetipo transitorio è esterno all’individuo?
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[…] D – Io invece pensavo che inizialmente un archetipo è esterno e comincia a diventare sempre più interno man mano che comprendiamo; perché vuol dire che noi ci ampliamo e ci compenetriamo con questi pezzi di archetipi che comprendiamo; quindi più cresciamo, più siamo pieni di archetipi compresi, quindi risolti.
Quindi risolti, e che in quel momento non sono più archetipi!
D – Sì, sono vere comprensioni, a quel punto.
Quindi – tu dici – ci sono delle sfumature che l’individuo comprende, collegate all’archetipo, che lo fanno salire (come avevamo detto a suo tempo) nella graduazione dell’archetipo fino a comprendere tutto quello che riguarda quel tipo di archetipo, e l’individuo, a quel punto, abbandonerà quell’archetipo lasciandolo nelle mani degli altri individui che ancora devono fare quel cammino.
D – Sì. Per forza, sì.
Sì, può andar bene così.
Come si forma un archetipo
[…] Secondo voi, come si forma l’archetipo? Facciamo conto (un’ipotesi semplice, per non complicarci troppo la vita): l’archetipo con un solo elemento creato da un solo individuo. Com’è che si forma?
D – È formato da quello che l’individuo pensa di aver compreso su quell’argomento. Prendendo come esempio l’archetipo della famiglia, dovrebbe essere composto da quello che l’individuo pensa di aver compreso riguardo al concetto di famiglia.
Questa è la teoria, ma in pratica cosa avviene? […] Non dimentichiamoci qual è la natura dell’archetipo. Da cos’è composto l’archetipo?
D – Vibrazioni.
Dire che l’individuo è collegato con l’archetipo, cosa significa? Significa che l’individuo risuona, dal punto di vista vibrazionale, con l’archetipo. Altrimenti, se non fossero in sintonia, non potrebbero essere collegati! Dire che l’archetipo è formato dalle comprensioni presunte, momentanee, temporanee, parziali dell’individuo, significa che l’individuo emette al di fuori di sé le vibrazioni provenienti dal proprio corpo akasico. E sono queste le vibrazioni che contribuiscono a formare l’archetipo transitorio, ma come accade la formazione dell’archetipo?
[…] Non dimenticate che stiamo parlando di vibrazione, ma parlare di vibrazione significa parlare di materia. Non è una cosa eterea e senza corpo, ma è materia! Che sia materia proveniente dal piano fisico o dal piano akasico, in realtà, non cambia nulla, se non il tipo di materia, ma in realtà sempre di materia si tratta. Allora entra in gioco un concetto che tutti vi siete dimenticati, ovvero il concetto di ambiente individuale e di atmosfera dell’individuo.
Voi sapete che attorno all’individuo si crea una sorta di sfera vibrazionale collegata alle vibrazioni dell’individuo, quindi collegata alle vibrazioni che tutti i suoi corpi emanano, e quindi collegate anche alle vibrazioni emanate dal suo corpo della coscienza. Questo significa che, intorno a lui, si forma una sfera vibrazionale nella quale, tra le altre vibrazioni, vi sono anche quelle provenienti dalle comprensioni dell’individuo.
D – Cioè nel senso che l’individuo tende ad aggregare attorno a sé quelli che vibrano come lui?
Esattamente. Il fatto che più individui arrivino ad avere delle vibrazioni simili, porta inevitabilmente a un sommarsi di atmosfere e di ambienti, in maniera tale che queste varie sfere vibratorie diventano un’enorme, unica sfera vibratoria, nella quale confluiscono tutte le vibrazioni di comprensione degli individui che sono simili, che in qualche modo si avvicinano; e l’insieme di questi conglomerati di vibrazioni uniti in una stessa atmosfera finiscono col disporsi sulla superficie di questa atmosfera vibratoria comune, formando quelli che noi abbiamo definiti “archetipi transitori”. Sono riuscito a chiarire? Non è facile.
In realtà, se ci pensate, è anche in questo caso la ripetizione del concetto “così in alto, così in basso”, perché poi è quello che succederà andando avanti nell’evoluzione, con i sentire che si uniranno per ottenere un sentire cumulativo più complesso e più completo, in cui l’insieme delle parti sarà diverso dalla semplice somma delle parti; per arrivare poi, ovviamente, alla ricongiunzione con l’Assoluto, in cui la somma delle parti certamente è tutta un’altra cosa. Avevate pensato niente di tutto questo?
L’influenza che l’archetipo ha su di noi
D – A grandi linee, questa è l’idea che avevo espressa; non con le tue parole, però nella mia testa c’era questo tipo di concezione; ma spiegarla è, chiaramente, tutto un altro ragionamento! E una volta che abbiamo visto come si crea l’archetipo transitorio, l’influenza che poi questo magari ha nella vita di tutti noi?
Naturalmente possiamo cercare di esaminarla assieme! Allora, siamo arrivati a considerare l’individuo e tutti gli altri individui collegati allo stesso archetipo transitorio come se vivessero in un universo loro particolare, formato da questa bolla di atmosfera vibrazionale che fa capo a un archetipo. Isoliamo un attimo questo gruppo, senza considerare che naturalmente la cosa non è così semplice, ma vi è poi l’interazione tra i vari archetipi, tra le varie atmosfere ma, a questo punto, a noi interessa comprendere il concetto di base, e non poter esaminare tutti i casi possibili e immaginabili.
Cerchiamo di farci aiutare dai vari concetti che abbiamo espressi nel tempo; abbiamo detto, quando abbiamo chiuso il ciclo, che non diremo niente di nuovo: effettivamente è vero; tutti i concetti che sono necessari per comprendere, anche senza il nostro aiuto, sono già presenti in tutto quello che abbiamo detto fino a oggi; tuttavia, ahimè, non avete abbastanza capacità di sintesi e di collegamento tra i vari elementi per poter veramente arrivare a ricordare tutto quello che può servire a creare l’insieme del castello filosofico, ma anche pratico, che vi abbiamo insegnato in questi anni.
Abbiamo questa cupola di atmosfera in cui tutti gli individui collegati allo stesso archetipo transitorio si vengono a trovare. Ora, l’archetipo transitorio avevamo detto che è un insieme di vibrazioni e questo cosa significa? Significa che le vibrazioni che danno vita a questa vibrazione particolare, cumulativa, che abbiamo chiamato archetipo transitorio certamente non è ferma, non è statica, ma certamente mette in moto – come in tutta la realtà – un circolo che ha un’influenza all’interno della materia che attraversa.
Ecco così che la presenza dell’archetipo transitorio mette in moto una vibrazione che scende verso il piano fisico e ritorna all’archetipo transitorio. Questo circolo, chiaramente, è quello che un po’ alla volta porterà alla dissoluzione dell’archetipo stesso quando tutte le persone che erano collegate a esso vibrazionalmente non lo saranno più. Il circolo un po’ alla volta si fermerà, la vibrazione sarà sempre più debole perché sempre meno sostenuta dalle persone collegate a questo archetipo transitorio e l’archetipo transitorio finirà con lo sfaldarsi e non esistere più.
D – Quindi, altri individui che ancora devono incarnarsi e non l’hanno ancora vissuto quell’archetipo, non lo vivranno, non saranno collegati a quell’archetipo transitorio?
Sì, certamente non saranno collegati a quello e creeranno, molto probabilmente, assieme ad altri di evoluzione simile, un altro archetipo transitorio, che sarà in qualche maniera differente da quello.
D – Una domanda: hai detto che gli archetipi sono sempre in movimento, ma nel senso che sono in continua percezione ed emanazione di vibrazioni o che sono in continua trasformazione?
Sono in continua trasformazione, ovviamente; perché, cambiando la comprensione delle persone collegate, non può conseguire altro che il cambiare le vibrazioni che arrivano all’archetipo transitorio.
Se ci pensate, questo discorso dell’archetipo transitorio può essere collegato alla mitologia, all’idea degli dei, degli dei dell’antichità, alla personificazione delle forze della natura. Concepire e credere nell’esistenza di un determinato dio da parte di diverse persone, credendo di essere certi, sicuri della sua esistenza, porta alla creazione di un archetipo transitorio che prende per vera l’esistenza di quel particolare dio.
Ecco, così, che in una certa maniera è possibile – come era ritenuto nel passato – che gli dei intervenissero nella vita dell’uomo perché, in qualche maniera, la credenza di tutte le persone che erano collegate all’archetipo – e che credevano nella realtà di quel dio – dava a quel dio la possibilità di intervenire attraverso le stesse persone che credevano in lui.
D – Si dice la stessa cosa anche delle apparizioni mariane, no?
Certamente.
D – Ecco, è anche un archetipo, quello, quindi?
Certamente, senza ombra di dubbio; che non è solo un archetipo cattolico, ma addirittura un archetipo che risale a tempi precedenti. Ricordate Myriam, il culto di Myriam.
Molto chiaro.
Grazie
Ma allora chi parla di Sé o Supercoscienza immagina o sa che col cambiamento di ere e cicli ogni anima vecchia o nuova abbandonerà le vecchie credenze e si aprirà al nuovo rinnegando tutto il passato? O farà tesoro del passato e lo rispetterà comunque ?