[…] Abbiamo, quindi, appurato che il “Deus ex Machina” dell’illusione alla fin fine è l’Io. È ovvio che, se questo meccanismo che crea l’illusione esiste, vi sono delle motivazioni coerenti con tutta la realtà e voi sapete benissimo che l’illusione è un meccanismo necessario a ricevere le spinte per avanzare nell’evoluzione.
Cerchiamo, invece, di vedere brevemente cosa può significare il fatto che l’Io crea l’illusione. Se è l’Io che crea l’illusione, chiaramente non può avere influenza su quello che attiene il corpo akasico, ma, tuttalpiù, può avere influenza sulla materia da cui scaturisce questa illusione dell’illusione dell’Io, ovvero la materia fisica, la materia astrale e la materia mentale.
Ahimè, la materia fisica è la più dura da sottomettere all’illusione, in quanto non è così facilmente manipolabile dall’Io. Se l’individuo pesa 150 kg è difficile che l’Io riesca a modificare la realtà rendendola illusoria e riuscendo ad arrivare a convincersi di pesarne soltanto 60; giusto? Tuttavia, diciamo che anche per quello che riguarda la materia fisica una certa dose d’illusione l’Io riesce a metterla in atto.
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E così, attraverso questa copertura illusoria creata dall’Io, ecco che anche il corpo fisico, visto attraverso gli occhi e lo sguardo dell’Io, incomincia a possedere le caratteristiche che in realtà non possiede ma che fa piacere all’Io immaginare che possieda. Per ottenere questo, però, è necessario che l’Io influisca su tutti i corpi inferiori dell’individuo; è necessario che l’Io influisca sulle emozioni, sui sentimenti e principalmente, essenzialmente, su quelli che sono i pensieri e le concatenazioni del corpo mentale.
Perché questo circolo che si crea (ricordate le tabelle che vi abbiamo fatto pervenire) queste vibrazioni interne che attraversano in modo circolatorio l’Io, sono quelle che gli permettono di cercare di costruire di volta in volta la realtà adattando le proprie vibrazioni interne a quelle che sono le proprie esigenze; o, almeno, cercando di farlo.
Ed ecco, quindi, che l’Io incomincia – partendo dal corpo mentale – a cercare di acquisire dati ed elementi per poterli usare al fine di costruire nel modo più perfetto possibile la propria illusione.
Pensate a voi stessi, pensate con quale facilità introiettate pagine e pagine di libri del Cerchio Ifior magari non preoccupandovi neanche tanto di capire quello che leggete, ma preoccupandovi invece di riuscire a citare al momento giusto la citazione giusta; perché, se citate, date mostra di aver letto e magari anche di aver capito.
Gli altri non sanno che la citazione è una citazione e basta, molte volte; e questo fa sì di aiutarvi a creare l’illusione – più a voi stessi che agli altri – di aver raggiunto una comprensione che in realtà non possedete.
Ecco, così, che l’energia circola, circola, circola; l’illusione cambia, si modifica; perché non dimenticate che l’Io, tra le sue qualità – una delle più importanti, forse – ha quella di riuscire ad adattarsi, di adattare l’illusione che produce, alla situazione del momento; fino a quando, perlomeno, non arriva qualche elemento dalla coscienza che blocca questo suo alimentare l’illusione, non permettendogli di andare avanti nella costruzione di essa.
Un esempio: tra gli elementi che vi abbiamo portato ultimamente, ve n’è stato uno che, secondo il mio punto di vista (e anche di altri), riveste, tutto sommato, dalla parte del “conosci te stesso” un elemento d’importanza non secondaria, ovvero “l’immagine che si ha di se stessi”.
L’immagine che si ha di se stessi
È chiaro che tutti voi avete un’immagine di voi stessi, ma adesso, qua, subito, sul momento, pensate a voi stessi e vedete immediatamente, senza far entrare in moto i meccanismi della vostra mente, a come vi immaginate, anche soltanto fisicamente, e vi accorgerete – nella quasi totalità dei casi – che la persona che vedete con la vostra immaginazione non siete il voi di adesso! Avete provato? Avete constatato che è vero quello che dico? Questo, cosa significa?
Significa che c’è il vostro Io che ha creato questa illusione, attraverso i vostri corpi inferiori, facendo sì che la vostra immagine resti attaccata a quella che a lui torna meglio; e, certamente, a lui torna meglio un’immagine di una persona, che so, nel pieno della sua forza fisica; non certamente un bambino, o un vecchio, o una persona di mezz’età!
Difatti, il più delle volte, quando si arriva a una certa età si resta bloccati a questa concezione di se stessi come un trentenne o un quarantenne; e noi ultimamente vi dicevamo che è molto importante riuscire a superare quest’illusione e arrivare un po’ alla volta a modificare l’immagine che avete di voi stessi rendendola la più reale possibile e più vicina a ciò che siete.
“Siate ciò che siete”, più di una volta vi è stato detto; questo è il senso di quell’insegnamento!
“Qui e ora”, vi è stato detto; questo è ancora il senso di quell’insegnamento! Riportate tutti gli elementi di voi stessi non a ciò che eravate una volta, ma a ciò che realmente siete in questo momento, perché è in questo momento che state vivendo!
Il resto fa parte della vostra memoria; può essere la genesi di qualche elemento che adesso esiste, però è nel “qui e ora” che è importante ciò che state vivendo e le somme di quello che avete vissuto in precedenza.
“Vivete nel presente”; è ancora qui, alla stessa cosa ritorna anche questo insegnamento; perché vivere nel presente significa adeguare la propria realtà a ciò che si è nel momento in cui la si sta vivendo. È impossibile vivere il proprio presente se lo si vive con un voi stessi che non esiste più. Cercate, quindi, di fare questo lavoro e vedrete che, senza dubbio, ne trarrete dei benefici; quanto meno perché costringerete il vostro Io a modificare la sua illusione, rendendola più aderente alla realtà. Questo adeguamento della vostra immagine è il punto di partenza da cui deve partire necessariamente ogni tentativo di conoscenza di se stessi.
“Certo, – voi direte – ma se noi cambiamo in continuazione, diventa un problema; perché, nel momento in cui io ho adeguato la mia immagine, la mia immagine sarà diversa!”
È questo il bello, creature; è questo che mette in difficoltà l’Io, ovvero il fatto che voi dovreste essere capaci di adeguare l’immagine di voi stessi in maniera tale che l’Io non riesca più a seguire il ritmo dei vostri adeguamenti e non riesca più a creare illusioni su di voi. A quel punto, potrete veramente osservarvi, sperando veramente, finalmente, di arrivare a conoscere voi stessi.
Tu, creatura, chi sei?
Tu sei ciò che dai agli altri.
Tu sei la compassione che sai donare a chi sta soffrendo.
Tu sei la dolcezza che trasmetti a chi è amareggiato.
Tu sei il sorriso che porgi a chi è infelice.
Tu sei tutto quello che di te agli altri arriva.
Tu sei…
Tu, da solo, non sei nulla, creatura.
Tu sei…
Tu sei gli altri, oltre che te stesso.
Tu sei…
Tu sei in me, figlio mio …
Tu SEI.
Scifo
Dal ciclo Sfumature di sentire 2002-2007
Vorremmo tradurre questo sito in inglese con un traduttore neurale: vuoi dare il tuo piccolo contributo?
Una massima che ho coniato, e qui la riporto per vanagloria e perché ho l’impressione che ci azzecchi qualcosa, è:
S’È
SE
S’È
SE’
Ovvero, “si è”, si esiste degnamente, se si è capaci di essere veramente “sé” stessi.
Ma io sono un tipo avanti, all’avanguardia ed ho tanti meriti.
Molti infatti mi dicono: “tu meriti l’estinzione”.
😀 😉
Raffigurare la propria immagine all’età anagrafica viene naturale.
È l’età psicologica che invece non combacia con quella anagrafica perché, avendo acquisito comprensioni, sembra in effetti di non invecchiare, anche se la memoria tende a diventare evanescente.
L’immagine di sé cambia così rapidamente tanto da non riuscire a stargli dietro!
Così tendo a non spendere energie per dare classificazioni se non quelle per osservare L’immagine presente attraverso il suo manifestare
Interessante. Grazie.