Padre e Madre mia, io mi trovo a far parte di questo “teatro delle ombre” che Tu, da grande regista quale sei, hai creato dal nulla. In esso sono immerso, mi muovo negli scenari che Tu hai dipinto e interpreto le parti che di volta in volta Tu mi assegni.
A volte riscuoto applausi, a volte – più spesso – ricevo fischi e io, un po’ come una marionetta, mi sento sballottato mio malgrado sulla scena anche quando, in fondo, desidererei potermi ritirare in disparte e far parte del pubblico.
So che probabilmente Tu mi diresti che non è possibile fare altrimenti perché io debbo crescere; eppure un tormento, una domanda mi assilla: ma è mai possibile che in tutte le opere che metti in scena nel “teatro delle ombre” io debba sempre e soltanto interpretare personaggi che, in qualche misura, soffrono? Scifo
- Se è vero che la sofferenza accompagna come un cane fedele i vostri passi nell’attraversare il vostro essere presenti all’interno del piano fisico,
- se è vero che essa è l’arma principale che l’esistenza ha al suo attivo per cercare di farvi comprendere ciò che non volete comprendere, per stimolarvi quando tendete a fermarvi, per spingervi quando tendete a ritrarvi,
- se è vero che la sofferenza è un bagaglio che sembra rendere pesanti le vostre giornate, che sembra appesantire i vostri pensieri, che sembra esacerbare le vostre emozioni, che sembra tormentarvi senza darvi un attimo di pace,
- è anche vero che essa esiste per voi in quanto voi esistete per essa.
Certamente, la Grande Regia ha scritto il Suo Disegno, in cui ognuno di voi ha la sua storia pressoché tracciata, storia che contempla la sua evoluzione dall’immersione nella ruota delle nascite e delle morti fino al momento in cui si staccherà da essa.
Tutti questi momenti di fisicità, uno dopo l’altro, sono parti scritte apposta, personalmente, per ognuno di voi, binari sui quali voi non potete far altro che muovere la vostra evoluzione (Moti non intende dire che tutte le scene personali sono scritte, ma che il tracciato evolutivo è scritto, infatti introduce l’espressione “muovere la vostra evoluzione”. Ndr).
Senza dubbio la vostra percezione delle vostre vite, delle vostre giornate come un susseguirsi ininterrotto di sofferenze è principalmente dovuta a voi stessi:
- se riusciste per un attimo a distogliervi da quel senso di vittimismo che così spesso vi opprime,
- se riusciste per un attimo a guardare veramente e attentamente intorno a voi riuscireste a rendervi conto che, alla fine della storia, la sofferenza e la gioia si pareggiano e la differenza sta tutta nel fatto che non vi accorgete:
- di quanta bellezza, di quanta felicità, di quanta serenità, di quanto aiuto vi viene porto,
- di quante belle parole vi vengono dette e che a voi sfuggono,
- di quante azioni vi vengono fatte di cui non siete consapevoli e che, pure, potrebbero compensare quel grande senso di sofferenza che sembra sia preponderante su tutte le vostre giornate.
Perché accade questo?
Forse che, tutto sommato, voi desiderate soffrire per qualche strano motivo?
Forse perché ognuno di voi ha in sé un innato senso di autopunizione per cui “desidera” andare incontro alla sofferenza e non soffermarsi sulla gioia, sulla bellezza, sulla felicita? Moti
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E così, in questo piccolo e grande teatro in cui ognuno di voi si muove, la Realtà continua ad affacciarsi instancabile. Manca soltanto, a ognuno di voi, la capacità di aprire veramente gli occhi, la capacità di sentire veramente dentro di sé che ciò che accade personalmente a ognuno di voi accade sempre e comunque per il suo vero bene.
Allorché questa comprensione sarà raggiunta, anche la sofferenza scivolerà su di voi come un fiume che scivola su una roccia, accarezzandola e bagnandola ma senza riuscire più a smuoverla.
E già, creature, perché l’unica maniera per cambiare la vostra vita attuale è quella di… cambiare la vostra vita attuale.
Non potete continuare a fare del vittimismo, a lamentarvi, a guardarvi nello specchio e a dirvi: “Come sono egoista!”, a osservarvi mentre fate le cose più insulse e senza senso e poi sentirvi in colpa perché… soffrire fa sempre piacere e si dimostra che si è evoluti se si soffre! Scifo
Se volete cambiare la vostra vita non c’è altra possibilità per voi che cambiare la vostra vita!
In questi giorni, in cui un senso di pesantezza, mi opprime un po ‘, questo brano mi riporta a focalizzarmi sulle mie personali responsabilità.
Se vuoi cambiare la tua vita cambiala!
Un mantra potente che regolarmente affiora
“Un innato senso di autopunizione” che se visto e compreso smetterà di dirigere la nostra esistenza.
Avere fiducia nella vita è il vero coraggio.
Accadono sempre cose meravigliose, a volte sublimi proprio perché nascono dal dolore. Ma servono occhi per poterle vedere.
Ero convinta che nelle nostre vite vi fosse sofferenza pareggiato da altrettanta gioia. Almeno vedo che è così per le persone accanto a me.
Tuttavia questo penso riguardi le persone di” media evoluzione.” Perché dove possono bilanciare sofferenza e gioia tutte quelle popolazioni martoriate da fame, guerre, dittature, povertà estrema? Il loro carico di sofferenza è davvero grande.
Per Catia: l’unica risposta che riesco a darmi è che sia a causa del karma, quindi teoricamente è una sofferenza utile per l’evoluzione degli individui che la sperimentano e sicuramente anche per chi la vive di riflesso, come per esempio noi che ne siamo spettatori.
Cambiamo la nostra vita
Cambiamo la nostra mente
Da cosa deriva questo “innato senso di punizione”? Dall’Io?
Direi che non può essere che così.