Dalla vostra discussione sono emerse alcune imprecisioni che sarebbe bene sistemare prima che vengano accettate come vere da tutti e possano così dare dei presupposti, delle basi sbagliate per quello che verrà in seguito.
Una cosa che una volta ogni tanto continuate a lasciarvi sfuggire – forse per inesattezza di linguaggio, questo ve lo posso concedere, a volte – forse proprio per non esatta comprensione di quanto abbiamo insegnato, è il discorso dei 7 – 14 – 21 anni per i contatti tra i vari corpi inferiori.
Ora, non è che il bambino – come qualcuno ha affermato stasera – non abbia corpo akasico o non abbia allacciato il corpo akasico: il bambino ha il suo corpo akasico come tutti gli individui incarnati, e non soltanto, ma questo corpo akasico è già in parte allacciato.
Il discorso dei 21 anni è leggermente diverso: è il termine entro il quale tutti gli allacciamenti del corpo akasico sono completati. Questo significa che tra la nascita e i 21 anni vi sono tante gradazioni di quantità di corpo akasico allacciato coi corpi inferiori, o meglio – per cercare di essere un pochino più chiari – nel corso del tempo l’individuo ha sempre maggiori contatti col suo corpo akasico e quindi sempre maggiori contatti con la coscienza, con ciò che ha compreso o ciò che non ha compreso. Avete compreso?
D – Vorresti dire – in due parole – che l’allacciamento è graduale e quindi già a un’età infantile o adolescenziale certi impulsi possono essere recepiti dall’akasico?
No, voglio dire che il bambino ha già un contatto con l’akasico e quindi ha già una sua porzione di coscienza allacciata. D’accordo? O no? Se non sei convinto, qua è il momento giusto per dirlo.
- Letture per l’interiore: ogni giorno una lettura spirituale breve del Cerchio Ifior e del Cerchio Firenze 77, su Whatsapp e su Telegram
- Sintesi dell’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior: COME LA COSCIENZA CREA LA REALTA’ PERSONALE, qui puoi ordinare il libro. Se lo stai leggendo e vuoi supporto, scrivici
- L’insegnamento filosofico del Cerchio Ifior
- Tutti i libri del Cerchio Ifior scaricabili gratuitamente
- Da dove cominciare, una guida al sito e al Cerchio Ifior
D – Dire che è collegato parzialmente può dir tutto e può non dire niente.
No, questa è una tua specialità! Dimmi cos’è che, secondo te, può non voler dire!
D – Allora: se una cosa è parziale, è già sufficiente oppure no? Cioè, è già funzionale per quello che possono essere le comprensioni che arrivano oppure no?
Certamente. Volete chiedere ancora qualcosa su questo punto, creature? […] questo discorso della gradualità dell’allacciamento dei corpi non soltanto ha una sua necessità, ma ha anche una sua funzione e una sua ragione d’essere. Coraggio! Chi si illumina nel buio?
D – E’ in relazione all’evoluzione, alla vita, all’esperienza, al rispondere gradualmente agli impulsi che vengono dall’akasico, cioè ai messaggi che vengono mandati. Cioè, diciamo, data l’incompletezza funzionale anche degli altri corpi e per evitare forse un cortocircuito se fosse tutta allacciata la via, potrebbe condurre una massa d’impulsi insopportabile per gli strati inferiori.
Questo potrebbe essere uno dei motivi. Certamente, se tutto il corpo akasico fin dall’inizio avesse i suoi perfetti collegamenti con il corpo fisico, significherebbe che potrebbe inviare tutti gli impulsi di ricerca di esperienza verso l’individuo incarnato però si troverebbe a scontrarsi con dei corpi (mentale e astrale) non ancora del tutto strutturati ma in via di strutturazione e quindi provocare dei cortocircuiti o, meglio ancora, dei problemi, degli squilibri energetici molto forti all’interno dell’individualità.
Dovete tener presente anche questi 21 anni – naturalmente teorici, perché queste età che vi avevamo dato variano da individuo a individuo, non sono poi così categoriche o così separate l’una dall’altra – servono a porre le basi principalmente di quello che dovrà essere poi l’evolversi futuro della vita dell’individuo, secondo quella sorta di programma di comprensione che la totalità del corpo akasico ha elaborato al suo interno.
Vi è una sorta di programma: “io invierò questo tipo d’impulsi per avere questo tipo di risposta; se la risposta sarà questa allora invierò quest’altro, e se sarà quest’altra invierò quest’altro, e così via, per arrivare ad allargare sempre più la mia comprensione facendo in modo tale, cercando per lo meno di operare in modo tale che, partendo da una mia comprensione, ottenendo altre comprensioni via via più grandi però sempre collegate a questa, la mia comprensione totale si allarghi”. D’accordo?
Ecco, quindi, che questi 20 anni dell’individuo pongono le basi per la creazione dell’individuo più reattivo possibile alle domande inviate dal corpo akasico; e, d’altra parte, questo non è altro poi che quello che dice la vostra psicologia dell’età evolutiva, ovvero che la personalità dell’individuo si modifica per il 90% e si forma per il 90% proprio all’interno di questo periodo, che poi varia come concezione delle teorie umane a seconda della corrente a cui lo psicologo che parla si ispira o meno.
Senza dubbio, comunque, è riconosciuto anche dalla vostra scienza che questo periodo è importante per la formazione della personalità, del carattere dell’individuo. Quello che volevo chiedervi adesso: è importante anche per la formazione dell’Io dell’individuo o no? Perché, al contrario di quanto avete detto, personalità e Io non sono la stessa cosa.
D – Dato che c’è quella corrispondenza positiva e contemporaneamente negativa tra la strutturazione raggiunta e quella da raggiungere dell’akasico, essendo incompleto l’allacciamento, anche l’Io – che riflette da una parte l’acquisizione raggiunta e dall’altra, forse ancora di più, quella mancante – ha modo di strutturarsi gradualmente, cioè l’Io, pur essendo un’entità fittizia, probabilmente si organizza piano piano durante questo periodo in modo da adeguarsi a quanto riesce a passare dall’alto.
Dimenticate – anzi dimentichi – che l’Io non si organizza, non si adegua, l’Io è una reazione, quindi l’Io non fa altro che essere una conseguenza di quello che parte dal corpo akasico, delle comprensioni e delle non-comprensioni che vi sono state nel corpo akasico; quindi, in realtà, questo discorso per l’Io non ha nessuna importanza perché l’Io è una manifestazione dell’interazione dei corpi e questa manifestazione vi sarebbe sempre e comunque. Certamente varia in dipendenza di come avviene questa interazione, ma in tutte le possibilità, comunque, in tutti i modi in cui si manifesta questo Io ha la sua importanza perché è lo specchio del corpo akasico e, che lo specchio rifletta mille immagini o ne rifletta una sola, ha comunque adempiuto alla sua funzione, che è quella di far vedere l’immagine che intende mostrare. Scifo
L’io è lo specchio dell’interazione tra i corpi inferiori e la coscienza. Questo spiegherebbe perché noi non nasciamo con un “io” già determinato, ma, appunto, esso si forma quando il bambino interagisce con il mondo.
Sia esso il contatto con il corpo della madre o in altri modi, resta il fatto che come i corpi inferiori iniziano a dispiegare la loro azione correlativamente i primi dati vengono inviati alla coscienza, e così inizia l’interazione seppur rudimentale tra coscienza e corpi inferiori e proprio lì si dà anche il riflesso di questo rapporto embrionale chiamato io.
Grazie.
Interessante, da rileggere. Grazie.
L’io come specchio del corpo akasico, molto interessante!
Mi ha fatto riflettere a che se in effetti è così, che personalità ed io non sono la stessa cosa. La prima, se dico bene, è la costituzione nostra formata da componenti innate più il risultato di relazioni e comprensioni. Il secondo è il risultato dei corpi inferiori che si relazionano con la coscienza che li stimola e da essi riceve risposta.