Domande sul paranormale: apporti; chakras e trance (dp1)

Domanda – Potresti spiegarmi il meccanismo energetico attraverso il quale, tu e le altre Guide, vi agganciate allo strumento (medium, ndr) per rendere possibile l’affluire dei contenuti che intendete comunicare?

Dunque, tanto per incominciare: non è una vera trance ad incorporazione, questa. Quando io e anche altre Guide interveniamo, non facciamo “altro” (si fa per dire, sto cercando di semplificare, perché non è tanto facile rispondere in modo comprensibile), interveniamo agganciandoci ai vari corpi dell’individuo che stiamo adoperando.

Ecco così che vi è una sorta di punti vibratori che uniscono il corpo dello strumento con quelli che sono i nostri corpi che stiamo usando in quel momento; perché anche noi abbiamo dei corpi, non dimenticatelo. E vi è questo aggancio attraverso delle energie che sono dovute a particolari vibrazioni che partono dallo strumento che usiamo e che formano una corrente vibratoria emessa dallo strumento quando si mette in un certo tipo di condizione interiore.

A questo tipo di vibrazione noi risuoniamo con altre vibrazioni simili, che costituiscono un aggancio con i vari corpi dell’individuo; e, quindi, ecco che possiamo usare il suo corpo astrale, il suo corpo mentale, il suo corpo fisico e, qualche volta, anche passare attraverso il suo corpo akasico. Questo, per lo meno, per entità di medio livello come posso essere io.

Tutti i punti attraverso i quali passano le grandi correnti vibratorie – che sono poi quelli corrispondenti alle pratiche magiche, alle teorie indiane e via dicendo, cioè i vari chakras – sono dei punti attraverso i quali passano le vibrazioni di tutti i corpi dell’individuo; quindi sono quelli in cui è facile trovare gli “automatici” per agganciare i nostri corpi ai corpi degli strumenti. Georgei

D – Ecco, proprio di questi “automatici” vorrei sapere. Sono delle molecole? Si potrebbero evidenziare con la scienza?

No. No. No. Sono vibrazioni, non sono molecole. Sono molto più simili ad effetti elettromagnetici, che materiali veri e propri. Georgei

D – Sì, ma anche gli elettromagnetici possono avere… questi “automatici” essere fatti di elettroni…

Sì, soltanto che non sono costituiti da fenomeni elettromagnetici della materia fisica, ma della materia di altri piani di esistenza che non è recepibile attraverso strumentazioni. Georgei

D – Cioè praticamente, allora nei canali energetici del corpo vi potete agganciare? Nei canali energetici, o quelli sono solo pieni di prana vitale?

Diciamo che quelli sono i punti principali di aggancio, però poi ci sono tanti altri piccoli agganci inferiori, di minore energia, all’interno di tutti i corpi. È un po’ il discorso che era stato fatto tempo fa sui “nadis”  dell’individuo, no? Cioè piccoli punti di energie vibratorie che attraversano tutto il corpo dell’individuo. Lo stesso accade anche per il corpo fisico: vi sono degli analoghi nadis vibratori negli altri corpi dell’individuo. Georgei

D – Scusa tu adesso stai usando il piano mentale dello strumento?

Io sto usando – questo me lo dicono, perché io non sono un tecnico, c’è Andrea che pensa a queste cose, a volte mi trovo addirittura scaraventato nel vostro piano fisico! – sto usando contemporaneamente il corpo fisico (tanto è vero che riesco a sentire attraverso i sensi, le percezioni, il tatto, l’udito e via dicendo di questo strumento), sto usando il corpo astrale (anche se in minima parte, in quanto il suo corpo astrale è sempre molto perturbato durante gli incontri a causa delle tensioni, delle paure, delle incertezze, delle emozioni) e sto usando, invece, in buona parte il suo corpo mentale (che, fortunatamente, è abbastanza tranquillo e – diciamo – accettabilmente strutturato, anche se mal usato di solito!). Georgei

D – Quindi, in questo caso, non stai usando il corpo akasico?

No, io non ho necessità di usare il corpo akasico. Il corpo akasico solitamente viene usato dalle Guide più elevate e allora, a quel punto, non hanno bisogno – almeno credo – neppure di usare gli altri corpi dell’individuo in quanto, attraverso il corpo akasico, possono avere un contatto più completo con l’intera struttura dei corpi inferiori dell’individuo. Georgei

D – Vorrei sapere qualcosa di più sull’energia con cui Michel impregna gli apporti

La Guida fisica, a quanto ho compreso, cattura le vibrazioni che costituiscono una parte delle vostre emozioni migliori, una parte dei vostri pensieri più tranquilli, e le mette all’interno della struttura dell’oggetto che vi consegna. Ecco perché ha sempre consigliato di prendere in mano l’oggetto, nei momenti di difficoltà, di confusione, e di cercare di concentrarsi: perché così si possono ritrovare queste sensazioni positive, questi pensieri tranquilli e sereni. Sono, principalmente, vostre energie astrali e mentali. Georgei

D – Però mi è stato detto che questo oggetto, prima è stato asportato. Dov’era questo oggetto?

Evidentemente in un altro posto!

D – Come è stato disintegrato?

Io penso, da quello che ho sentito nei vari incontri cui ho partecipato, che sia stato “sbucciato” in qualche modo, che sia stata tolta tutta la materia che lo compone passando attraverso la più densa fino alla più sottile e che sia stata, poi, ricomposta qua, presso di voi. Georgei

D – Ma io volevo sapere: per scomporlo, sono state usate le vibrazioni vostre, di Michel?

Certamente. Georgei

D – Allora, a che livello lui ha lavorato sugli elementi? Io non so se l’apporto che mi ha dato è d’oro, né so cosa sia, perché siamo al buio, e non lo vedo… ma mettiamo sia d’oro; allora, queste vibrazioni, l’elemento oro l’avrebbe scisso in quali punti? Gli elettroni, i protoni, il nucleo…?

Semplicemente in unità elementari del piano fisico, poi trasportate via… Georgei

D – Ecco: poi portate qui le unità elementari e, con le mie vibrazioni, il mezzo…

Diciamo che l’oggetto è stato ricomposto su una specie di matrice – chiaramente, non più fisica – che Michel ha portato con .
È un po’ come mettere da una parte i colori, dall’altra la tela e poi arrivare qua e mettere i colori sulla tela. È lo stesso discorso. Poi ha ricostituito l’oggetto, e nel ricostruire l’oggetto, in quel momento, ha preso una parte delle tue vibrazioni e le ha messe all’interno dell’oggetto. Georgei

D – Certo che è difficile dimostrarlo scientificamente!

Oh, direi impossibile. Georgei

D – Una volta – parlo di tantissimi secoli fa, il periodo di Atlantide, per esempio – queste conoscenze non erano forse alla portata di tutti? Per esempio: le materializzazioni, le smaterializzazioni, il sollevamento di pietre… Pare che grandi monumenti megalitici di ere lontane siano stati addirittura portati attraverso la forza o del pensiero o vibrazioni acustiche. È una leggenda, oppure c’è qualcosa di vero in questo?

Che fossero alla portata di tutti, certamente no. Anche perché ricordate che all’interno di Atlantide è nata la vostra razza, che ad un certo punto s’incarnava, e che quindi non aveva ancora l’evoluzione necessaria per poter usare queste energie nel modo giusto. Avrebbe fatto sprofondare Atlantide molto prima! Certamente vi era però una classe, una certa “casta” che aveva la gestione di questi poteri, di questo tipo di capacità.
Una specie di casta sacerdotale, se vogliamo dire così. Georgei

D – In fondo sono cose che, prima o poi, con l’evoluzione dell’umanità, potranno anche essere dimostrate…

Eh no, cara. Tra il fare una cosa e il dimostrarla secondo i criteri di ciò che oggi chiamate scienza, la differenza è molto grande! Non può essere dimostrata. Può essere accettata come reale, ma dimostrata no. Georgei

D – Tu hai detto che “entri” – hai spiegato molto chiaramente come avviene il contatto con il tuo mezzo – e che hai anche le percezioni fisiche. Questo ti permette evoluzione?

No, però mi permette una grossa gratificazione quando mi dite che sono bravo, in quanto una parte del mio Io è ancora presente! Georgei

D – Però non evoluzione, non esperienza diretta su di te?

No, certamente no. Georgei

D – Potrei sapere un’altra cosa: quale parte del cervello viene usata durante le medianità?

Diciamo che una parte delle vibrazioni attraversa un certo settore della parte sinistra del cervello. Georgei

D – Quindi viene usato il patrimonio del linguaggio, e fonetico anche…

Comunque non è che il cervello sia poi l’organo più importante in questo meccanismo. Certamente ha la sua parte, ma non è la parte più importante. Georgei

D – Esistono le trances lucide e le trances profonde, se ho ben capito, e in questo caso qual è la differenza? Georgei 

Le trances profonde sono una cosa molto più complessa. Vi è la sostituzione proprio di una parte dei corpi all’interno dell’individuo che viene usato come strumento; o meglio – se non ho compreso male quello che è stato spiegato in altri tempi – voi avete il vostro strumento con corpo fisico, corpo astrale e corpo mentale: l’entità che deve intervenire deve provocare una trance profonda, e cosa fa?
Prende i corpi astrale e mentale dello strumento, li mette da parte e vi sostituisce un suo corpo astrale e mentale, magari costruito sul momento per l’uso che ne deve fare.
Ecco che, allora, il collegamento in qualche modo viene – come si può dire? – collegato all’interno dell’individuo, per cui si ha una trance profonda in quanto non vi è più questo passaggio diretto attraverso un corpo astrale e mentale che sono suoi.
Vi è proprio una sostituzione; una sovrapposizione, forse, più che una sostituzione, in cui diviene predominante il corpo astrale che si sovrappone a quello già esistente. Georgei

D – Però usa comunque un parte del cervello, del corpo fisico, perché deve parlare e quindi…

Certamente, però la usa attraverso i suoi meccanismi e non attraverso quelli dello strumento; mentre io – per esempio – adesso sto usando i meccanismi dello strumento. Georgei

D – E nella trance lucida?

Invece si usano i meccanismi dello strumento. Georgei

D – Allora, l’entità non si sostituisce al corpo mentale e astrale ma…?

Ma usa quello che trova!… Quindi mi è andata ancora bene, tutto sommato. Georgei

D – Ah, ecco. Usa quello che trova. Ma un aggancio c’è lo stesso?

L’abbiamo detto prima. Guarda, sfogliando i vari volumi che ci sono, troverai ad un certo punto una descrizione di come avviene questo tipo di trance (Il velo di Maya, pag 156 e seg., ndr), in cui si parlava di una specie di “consolle” sugli altri piani di esistenza; l’entità batte sopra dei tasti ed ecco che l’individuo riceve gli impulsi e si comporta secondo gli impulsi inviati all’entità. Georgei

D – Hanno fatto degli studi collegando gli elettrodi al cervello durante la medianità ed hanno visto un grafico che riportava i segnali del sonno. Questo starebbe a dimostrare che appunto, probabilmente, con la sostituzione anche il corpo fisico viene relativamente usato e che, nonostante parli, nonostante il linguaggio venga usato, poi però una parte è sicuramente chiusa, e quindi è uno stato… Scusa, anzi, se ho chiesto questo, perché lo avrei potuto leggere magari.

Questo principalmente avviene nelle trances profonde, nelle trances incoscienti, però, secondo me, questo non può essere usato come prova dell’esistenza di una presenza disincarnata. Non prova assolutamente niente il fatto che vi sia questo tipo di reazione, perché potrebbe essere uno stato di meditazione in cui l’individuo lascia fluire – che so io – una sua personalità alternante e presentarsi così sotto una forma di questo tipo, ad esempio.

Direi di interromperci qua, questa sera; ci risentiremo poi il mese prossimo. Mi dispiace di essere stato io a parlarvi, invece di altri che magari vi avrebbero soddisfatto di più, ma ognuno – come diceva una volta Zifed – ha le entità che si merita. Georgei


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Natascia

Pur lontano dalla mia comprensione, trovo molto interessante tutto ciò che riguarda la medianità. Come viene detto chiaramente da Georgei, la scienza non può dimostrare, né spiegare tale fenomeno. Mi chiedo allora cosa spinga l’uomo a cimentarsi con questi aspetti, sapendo che non avrà mai la certezza, finché siamo in questa dimensione, che la medianità sia un fenomeno reale e non frutto della mente ad es. Mi viene da pensare che la scienza o il pensiero razionale, non potrà mai dare una risposta esaustivo alla necessità che l’uomo ha, di esplorare la propria interiorità, la propria frammentazione e la spinta di ricongiungersi all’Uno. La ricerca spirituale non è solo bisogno, ma un processo ineludibile di ogni essere. Tanto più ne divento consapevole, tanto meno riesco ad oppormi a quel che la vita mi presenta.

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