Come coltivare la volontà (v3)

Il più delle volte, se i progetti che si vogliono portare avanti sono cose sensate, se non coinvolgono gli altri in modo non lecito, se sono accettabili, giusti o corretti, quando le circostanze esterne sembrano voler bloccare, fermare, impedire di portare avanti quel tipo di azione, l’individuo deve fermarsi un attimo e osservare alcune cose.

La prima cosa da chiedersi è questa: se l’esistenza, in questo momento, ha bloccato la mia volontà di fare una certa cosa, perché può averlo fatto?
Può essere perché quella cosa io, in realtà, non devo esperirla? Di quella cosa, cioè, non devo fare esperienza? E allora, lì, nell’ascolto del mio interiore, devo essere io a sentire se quell’esperienza è davvero necessaria per me.
Oppure può essere che l’esistenza mi ha creato delle barriere poiché, nella mia ansia di portare avanti la mia volontà, senza rendermene conto, sto calpestando i diritti e la volontà degli altri?

Dopo aver fatto questo piccolo esame – piccolo ma certamente non facile perché richiede una buona dose di sincerità nei propri confronti – se ancora ci si rende conto che veramente si vuol portare fino in fondo la propria volontà e conseguire quel raggiungimento, malgrado tutto, allora le domande da porsi sono ancora due, ovvero:
– veramente voglio andare avanti nella mia azione, costi quel che costi, in qualunque modo? Oppure l’altra:
– ho osservato tutti i modi in cui la mia volontà può essere messa in atto o, in realtà, c’è qualche modo migliore, più utile per me e per gli altri, che non sto vedendo?

Ecco, quindi, ancora un attimo di pausa e di riflessione e vi garantisco, creature, che se la risposta alla prima domanda (cioè se veramente volete portare avanti la vostra volontà) è positiva, senza dubbio allora troverete un modo migliore per tutti per portarla avanti senza danneggiare nessuno e senza farvi fermare da ciò che l’esistenza, magari, vi mette di fronte.
Certo, sul momento, può essere frustrante voler fare una cosa e trovarsi in condizioni di non poterla fare, ma state tranquilli che una pausa non vuol dire non arrivare ad un certo risultato: vuol dire semplicemente poter osservare con più calma la propria volontà e quindi raggiungere poi, nel modo migliore, il risultato voluto!

Ma come coltivare la volontà?

Avevamo già spiegato che, in realtà, la volontà non si può rafforzare con un esercizio ben preciso. Perché la volontà diventi forte è necessario che ci sia l’intenzione, è necessario e sufficiente – direbbero i matematici – che ci sia l’intenzione per portare a termine la propria azione.
Se, però, col «rafforzare la volontà» voi intendete il riuscire, in qualche modo, a non farvi distogliere dal vostro scopo, allora esistono diverse tecniche per riuscire ad ottenere questa concentrazione della volontà (che poi non è altro che una concentrazione dell’attenzione sullo scopo prefissato). Soltanto che, solitamente, sono tecniche talmente noiose che dopo un paio di giorni che uno continua a farle, ahimè, perde la volontà di andare avanti!

Avevamo suggerito, all’epoca, una tecnica molto semplice, apparentemente molto facile, che nessuno, naturalmente ha osato provare: basterebbe per rafforzare questa attenzione, questa volontà, che ognuno di voi passasse cinque minuti al giorno (non dico tanto, pensate: cinque minuti, tanto quanto potete mettere a bere un caffè, in fondo) passasse – dicevo – cinque minuti al giorno, alla stessa ora, per tutti i giorni, scrivendo su un quaderno la lettera A. (Rudolf Steiner propone esercizi simili, ndr)
Se riuscite a farlo, creature (non dico per ventun giorni come dicevano gli antichi o come dicono gli orientali si debba fare per le tecniche) ma anche soltanto per una settimana di seguito, vi garantisco che dareste prova di una volontà non indifferente e che potreste affrontare qualsiasi scopo prefisso con la sicurezza di arrivare a raggiungerlo!
Altre tecniche come quelle che voi potreste aspettarvi, in realtà, non esistono: la volontà, in fondo, è un fatto talmente interiore, che sarebbe come voler costringere l’universo ad indirizzarsi verso una piccola particella. Scífo


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Catia Belacchi

Provata la tecnica della scrittura suggerita anche da R. Steiner e smessa dopo pochi giorni.
Credo che nell’esercizio della volontà risieda una parte del nostro agire che possiamo decidere liberamente e non ne approfittiamo. Di contro continuiamo a interrogarci su cosa consista il libero arbitrio se il nostro percorso umano è già delineato dalla coscienza.

Roberta I.

Proverò l’esercizio. Grazie.

Roberto DE

Proverò . Ma vale anche con il lavarsi i denti in un determinato modo per un certo numero di minuti due o più volte al giorno . Sembra una banalità ma lo stare è cosa difficile . Potrebbe essere anche il riempire la caldaia con 3 sacchi di pellet alla stessa ora , tutti i giorni .
In generale quando ciò che si fa però è apparentemente privo di scopo ( anche se la funzione di ciò in realtà è rafforzare la propria volontà ) la mente brontola e dopo poco scalpita e rinuncia . Questo vale anche per ogni forma di meditazione : la mente chiede risultati rapidi e sicuro . Tutto e subito !

Anna

Esercizio che mi incuriosisce, ci proverò

Luana D.

Ci proverò anch’io.
Interessante il post.

Nadia

C’è stata la necessità di rileggere anche gli altri 2 post sulla volontà. Ora è chiaro che si tratta di un processo che coinvolge non solo il piano mentale, fisico. Ad esempio, penso alla personale esperienza dello smettere di fumare, iniziata come atto di volontà e maturata in comprensione. Oppure all’incapacità di smettere di trovare gratificazione col cibo (qui siamo ancora al “conosci te stesso”!)

Luciana Gelli

Mi pare lampante che tutti gli esercizi per sviluppare la volontà sono esercizi di “presenza”.

Natascia

Ho riletto il post cercando di comprendere se ci fosse una soluzione a certi miei empasse, ma è evidente che non voglio coglierne i suggerimenti. C’è molto lavoro da fare sul fronte della volontà.

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