Razza e reincarnazione (IIF1)

Introduzione insegnamento filosofico 1
Noi intendiamo per «razza» uno scaglione di anime che, giunto alla soglia dell’incarnazione umana, inizia a incarnarsi su di un pianeta sotto forma di essere umano al fine di raggiungere il completo sviluppo della coscienza.
Queste anime o individualità son accomunate da necessità evolutive simili e si incarnano sul pianeta per circa 50.000 anni, periodo di tempo approssimativo durante il quale la razza compie il suo cammino all’interno della vita umana, sottostando alla legge di reincarnazione, cioè alla necessità di vivere più di una vita nel corso di quel lungo arco di tempo.

Perché vivere più vite?
1- In primo luogo perché non è possibile ottenere il totale ampliamento della coscienza in una vita sola: il corpo della coscienza, o corpo akasico, ha bisogno di scontrarsi con situazioni diverse, in ambienti diversi e sotto istanze diverse per comprendere se ciò che crede di avere acquisito è reale e definitivo oppure no.
E’ evidente da questo il perché abbiamo affermato che la media di tempo che intercorre tra un’incarnazione e l’altra sia di 350 anni: in un tale lasso di tempo la società è mutata sia a causa della sua evoluzione spontanea, sia per l’incarnarsi di entità che hanno compreso certi elementi e che, perciò, daranno il via – con il loro più ampio sentire – a condizioni diverse in cui chi si viene a inserire con una nuova incarnazione riceverà gli stimoli adatti a dargli la possibilità di comprendere nuove sfumature e, quindi, ad ampliare a sua volta il proprio sentire.

2- In secondo luogo non va dimenticato che tutto, nel creato, tende all’equilibrio e che la comprensione è il più grande fattore d’equilibrio che esista.
Nel corso delle varie vite, a causa dell’incomprensione, si subiscono o si compiono azioni dannose non solo per se stessi ma anche per gli altri.
Ecco, allora, che grazie alla legge del karma (o legge di causa-effetto) vi è la possibilità da parte del corpo akasico sia di comprendere (e quindi trovare un nuovo equilibrio interiore) i propri errori precedenti, sia di reincontrare quelle individualità che già si erano incontrate e con le quali si erano stabiliti degli squilibri dovuti ad azioni errate a causa della non-comprensione del momento.
Si vede, così, che la reincarnazione è un elemento necessario all’evoluzione dell’individuo in quanto offre questa possibilità di incontrarsi nuovamente con le altre individualità con le quali si era creato un legame karmico.

Le razze si susseguono sul pianeta l’una all’altra, ma non accade che una razza finisca il suo ciclo evolutivo e, subito dopo, un’altra razza inizi la sua avventura evolutiva: in realtà vi è una sovrapposizione temporale poiché quando una razza giunge intorno alla metà del suo ciclo incarnativo ecco che una nuova razza inizia a incarnarsi.

Perché vi è questa sovrapposizione di razze?
Principalmente perché, anche se in maniera inconsapevole, la razza che ha iniziato prima la sua incarnazione preparerà l’ambiente che accoglierà la razza successiva, dettandole le istanze evolutive in quanto l’ambiente e la società in cui la nuova razza si troverà a vivere rifletterà le comprensioni che il sentire della razza precedente avrà raggiunto in quel momento, rendendole delle mete che orienteranno la nuova razza nel suo percorso evolutivo.

Dobbiamo riconoscere che questi sono concetti che stimolano la curiosità e l’Io nel suo complesso. A chi non verrebbe da domandarsi chi sia stato nella vita precedente o se appartenga alla vecchia razza, quella «più evoluta», o a quella nuova, più «bambina»?
L’errore di fondo è che queste domande non hanno alcuna reale importanza per l’individuo: essere stato un imperatore in una vita precedente non costituisce segno di distinzione per l’Io attuale, mentre potrebbe esserlo se si è stati buoni, giusti, saggi e altruisti.
Ma questi elementi positivi, se erano stati raggiunti ed erano sinceri e non semplici maschere indossate per abbellire se stessi, si possiedono anche in questa vita, per cui il sapere di possedere quelle qualità già da una, due o cinquanta vite nulla toglie e nulla aggiunge a ciò che si è adesso.
Lo stesso discorso vale per l’appartenenza ad una razza invece che ad un’altra: che si appartenga alla vecchia o alla nuova razza e da quanto tempo non è un elemento importante, in quanto ciò che conta veramente è quello che si è arrivati a comprendere e questo esula dall’appartenenza a una razza o all’altra.
Potreste obiettare che sapere di appartenere alla vecchia razza significa sapere che si ha già percorso una buona metà del cammino.
E allora? Questo significa che avete compreso molte cose?
Non è necessariamente così: ciò che avete vissuto fino ad ora nelle vostre vite precedenti potrebbe essere stato soltanto in larga parte, per voi, il porre la base per delle comprensioni che, magari, acquisterete tra mille o diecimila anni! Non vi resta dunque – diciamo noi – che concentrare la vostra attenzione e il vostro interesse su quel che siete oggi perché è ciò che vi dà gli elementi su cui, oggi, dovete lavorare per accrescervi.

Le nozioni di razza e di reincarnazione sono complesse nella loro totalità, ma noi vi stiamo parlando in semplicità, in modo tale che chiunque ascolta le nostre parole possa, al di là della sua conoscenza o meno di certi concetti, non sentirsi fuori posto o incapace di seguire i nostri discorsi, perdendosi nei meandri delle parole difficili o dei concetti portati troppo complessamente: tanto varrebbe dirvi di leggere il tal libro alla tale pagina demandando alle parole che abbiamo detto in passato il compito di presentarvi l’insegnamento. Ma non possiamo dimenticare di essere qui al vostro servizio, ed è proprio questo senso di responsabilità nei vostri confronti che ci indica la via per cercare di essere compresi il più possibile da voi.

Potremmo, senza dubbio, ripetervi e ampliare cose di cui in tempi precedenti abbiamo parlato: che sul pianeta Terra si incarneranno sette razze, che la prima e la seconda sono state Lemuria e Atlantide, che attualmente vi sono incarnate la terza e la quarta razza, e via dicendo. Ma lo scopo di questi incontri non è quello di stimolarvi fantasie, talvolta pericolose perché possono far perdere di vista la realtà, o di appagare la curiosità.
Il fine è quello di farvi comprendere i concetti essenziali dell’insegnamento, senza i quali l’intera architettura dell’insegnamento perderebbe senso, cercando nel contempo di dare una conseguenza logica alle nostre parole facendo, in tal modo, intuire a chi ne ha la sensibilità, la vastità e complessità dell’edificio, portandovi a pensare che forse, comprendendo ciò che andiamo dicendo, la vostra stessa vita potrebbe trasformarsi.

Se capirete che siete stati incarnati sia in maschi che in femmine, molte delle barriere che siete soliti creare con i vostri simili diventeranno più fragili.

Se capirete che a volte siete stati ricchi e a volte poveri e che non sapete come sarete la prossima vita, ma che da entrambe le esperienze avrete tratto tutto ciò che più conta, ovvero la comprensione, riuscirete a dare un calcio all’invidia e al desiderio di possedere, allontanandoli da voi.

Se capirete che siete stati o potrete essere sia padroni che servitori, ammorbidirete la vostra presunzione o la vostra frustrazione e riuscirete a cercare, in entrambe le situazioni, di dare sempre e comunque il meglio di voi stessi.

Se capirete di essere stati o che sarete bianchi, neri, gialli o rossi il concetto stesso di razzismo subirà, al vostro interno, un grave colpo e, nel momento in cui vi capiterà di accorgervi del vostro comportamento razzista, non dovreste più faticare molto a riconoscere che non è la diversità degli altri il vero problema, ma che lo siete voi che nascondete dietro alle vostre posizioni faziose e intransigenti le vostre manchevolezze interiori.

Se capirete che ogni persona che vi è accanto (dal figlio al conoscente occasionale) vi è accanto perché, nel corso di qualche vita, si sono creati dei vincoli karmici che hanno reso necessaria quella vicinanza nella gioia o nel dolore, arriverete ad amare più profondamente gli attimi di gioia e affronterete con maggior decisione e coraggio i momenti di dolore, consapevoli che rimandare o non sciogliere le vostre cause interiori non farà altro che farvele ritrovare in una vita successiva.

Se capirete che il karma (che così spesso confondete col fato, sentendovi impotenti verso di esso) che vi trovate ad affrontare non è una punizione, ma un darvi la possibilità di riparare antichi errori aggiustando la comprensione non perfetta che avevate avuto, vi sarà possibile non lasciarvi sovrastare da esso e vi rimboccherete le maniche per cercare di comprendere fino in fondo in modo da non sbagliare più e sciogliere così l’effetto karmico.

Se capirete che il dolore come punizione non esiste, che la fortuna o la sfortuna sono create come conseguenza di ciò che comprendete o no, e che il «caso» non esiste ma che ciò che vi viene incontro accade per farvi affrontare le esperienze di cui avete bisogno per crescere, allora avrete una visione diversa di voi, degli altri, del mondo e della vita stessa.

Tutto questo vi può dare una prospettiva diversa di ciò che faticavate ad accettare, e questo non potrà che rendervi più sereni nei vostri giorni.
Ecco il motivo per il quale noi siamo qui, vi parliamo, cerchiamo di venirvi incontro e vi diciamo che desideriamo, per voi stessi, che sappiate andare anche l’uno incontro agli altri ricordando che esistono i propri bisogni e le proprie necessità, ma senza dimenticare o prevaricare quelle degli altri. Baba

(Fonte immagine: Cerchio Firenze 77, Oltre l’illusione, Ed. Mediterranee)


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Samuele

Arricchente, grazie.

Marco Dellisanti

Una bellissima cornice in cui inquadrare i fatti della vita! A tratti commovente…
Grazie!

Alberto C.

Grazie!

Sandra

Leggere queste parole porta equilibrio e sicuramente un senso profondo di giustizia. Grazie!

Roberta I.

Grazie!

Catia Belacchi

Grazie anche da parte mia.

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